Famiglia

Famiglia: per lei l’Italia spende la metà della media Ue

Oggi si celebra la giornata nazionale della famiglia, cui è dedicato tutto l'anno dall'Onu. Ma l'Italia è molto indietro rispetto ai Paesi Ue, come denuncia una ricerca dell'Eurostat

di Paolo Manzo

Si celebra oggi la giornata nazionale della famiglia. Una festa che, entro l’anno, dovrebbe essere formalizzata. E’ in dirittura d’arrivo, infatti, una legge che istituisce ufficialmente la ricorrenza del 15 maggio. Ma alla famiglia e’ dedicato tutto il 2004. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite, infatti, lo ha proclamato Anno internazionale della famiglia, a dieci anni da quello del 1994, per invitare i governi nazionali a investire di piu’ nelle politiche familiari. Un terreno sul quale il governo sta investendo molto per colmare il ritardo dell’Italia rispetto agli altri Paesi della Ue. Il nostro Paese, infatti, spende per la famiglia meno della meta’ della media europea. Sul totale della spesa sociale, l’Italia destina a questa voce il 3,8%, contro l’8,2% della Ue. Ma le famiglie italiane sono sempre meno povere. Nell’ultimo anno, nonostante la fase di rallentamento congiunturale, l’incidenza di quelle che vivono sotto la soglia di poverta’ e’ passata, infatti, dal 12 all’11%, toccando il minimo storico. Nella classifica della spesa per la famiglia nella Ue, stilata dall’Eurostat (ma non aggiornata ai Paesi del recente allargamento), che va letta tuttavia alla luce dei diversi sistemi di welfare, l’Italia si colloca al penultimo posto. Peggio di noi, infatti, solo la Spagna che, con il 2,7% rispetto al totale delle prestazioni sociali, e’ il Paese che destina meno risorse a questa voce. Inferiori alla media europea (8,2%) anche le quote investite da Olanda (4,6%), Portogallo (5,5%), Regno Unito (7,1%) e Grecia (7,4%). Piu’ generosi verso la famiglia, invece, sono Belgio (9,1%), Francia (9,6%), Austria e Germania (entrambe 10,6%), Svezia (10,8%), Finlandia (12,5%), Irlanda (13%) e Danimarca (13,1%). Il piu’ virtuoso tra i Paesi membri e’ il Lussemburgo, con il 16,6% del totale della spesa sociale dedicato alla famiglia. Complessivamente, in Italia la spesa per la protezione sociale e’ stata, nel 2002, pari al 26,2% del Pil, mezzo punto in piu’ rispetto all’anno precedente. Una percentuale inferiore alla media Ue, che nel 2000 (ultimo dato disponibile) era del 27%. A pesare, nel nostro Paese, sono soprattutto le pensioni di vecchiaia e superstiti, che coprono quasi i due terzi della spesa sociale (62% nel 2002). E’ un vero e proprio record nella Ue, dove in media non si raggiunge per questa voce la meta’ della spesa (46,4% nel 2000). Nel nostro Paese, inoltre, il 26% va alla malattia e il 6% all’invalidita’ (sostanzialmente in linea con la media Ue, rispettivamente 27,3% e 8,1%), mentre il 2% e’ destinato alla disoccupazione (poco piu’ di un quarto rispetto alla quota europea del 6,3%) e solo lo 0,2% all’abitazione e ad altre prestazioni contro l’esclusione sociale (3,7% nella Ue). La poverta’ nel nostro Paese risulta in calo. La percentuale di famiglie povere e’ scesa dal 12 all’11%. E a rischio sono soprattutto quelle piu’ numerose, con un reddito medio quasi dimezzato rispetto a quello di una coppia senza figli. Ma il rischio poverta’ e’ alto anche nelle famiglie senza lavoro, ben otto volte superiore rispetto alle famiglie ‘a piena occupazione’ (38% contro 5%) e l’incidenza arriva al 65% quando ci sono figli a carico. Inoltre, il 5% delle famiglie italiane ancora non ha l’acqua calda o il frigorifero o la lavatrice e all’1% mancano tutti questi beni essenziali legati alla casa. Piu’ di un sesto ha problemi nell’erogazione dell’acqua e piu’ di un quarto non e’ ancora allacciato alla rete di distribuzione del gas. Ma quasi tutte le famiglie possono permettersi un’auto, un televisore e un telefono. Il primo atto del ministero del Welfare, in occasione dell’Anno internazionale, e’ stato l’istituzione, a fine gennaio, dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia. Un organismo che ha il compito di promuovere studi e confronti su tutti i temi legati alle politiche familiari, dalle giovani coppie ai minori, dalla mobilita’ alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Tra gli obiettivi, l’attivazione di una rete territoriale composta dai comuni per favorire lo scambio di conoscenze e buone pratiche sulle politiche familiari e il rafforzamento della collaborazione con le regioni e gli enti locali, con il mondo dell’associazionismo e del volontariato. Per questo, sara’ costruita una banca dati telematica con i principali indicatori statistici sulla famiglia, i riferimenti normativi e bibliografici. Le politiche per la famiglia sono state uno dei capisaldi dell’azione del governo. Oltre agli assegni per la maternita’ e i nuclei numerosi, sono stati ripartiti tra le regioni 161 milioni di euro per aiutare le giovani coppie nell’acquisto della prima casa e per il sostegno alla natalita’. Un bonus di mille euro e’ riconosciuto per ogni nuovo figlio nato a partire dal secondo. Per realizzare asili nido e micro-nidi aziendali sono stati stanziati 10 milioni di euro, mentre altri 100 milioni saranno trasferiti alle regioni. Si punta, poi, ad agevolare la conciliazione tra i tempi di vita professionale e quelli destinati alle responsabilita’ familiari, non solo sviluppando i servizi all’infanzia, ma anche favorendo forme di lavoro piu’ flessibili per le donne. Azioni specifiche sono rivolte a favore delle famiglie con disabili, ampliando la possibilita’ di ricorrere ai congedi straordinari per i genitori e realizzando le strutture per il ‘Dopo di noi’, i servizi di assistenza per i soggetti privi di assistenza familiare. Infine, il Fondo nazionale per le politiche sociali, tra il 2001 e il 2004, e’ stato incrementato del 32%, arrivando a uno stanziamento complessivo di un miliardo di euro.


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