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Famiglia/ Le spese per i figli via dall’imponibile

È un dettato costituzionale. La Germania lo ha preso alla lettera. Noi no. I rimedi? Il sistema di computo proposto dal Forum...a cura di, Luca Antonini

di Redazione

Nella sua apparente chiarezza, persino l?articolo 53 della Costituzione non dà indicazioni precise sul rapporto famiglia/fisco. Stabilisce un principio universale («tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva») ma non puntualizza in relazione come sia calcolabile la ?capacità contributiva?. Da qui potrebbe (secondo molti, dovrebbe) derivare un diverso trattamento fiscale tra i lavoratori senza figli e quelli che ne hanno e che devono rispettare anche l?articolo 30: «è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio».

«Non a caso», spiega Luca Antonini, costituzionalista e membro dell?Agenzia per le onlus, «la Corte costituzionale tedesca ha stabilito che le risorse destinate al mantenimento dei figli non sono disponibili, perché sono utilizzate per un dovere costituzionale e quindi non fanno parte della capacità contributiva. E questo vale per tutti, indipendentemente dal reddito. Se non si arriva a questo ragionamento, la spesa per i figli è equiparata a quella per la barca: il fisco può decidere se tassarla o no».

Purtroppo in Italia la Corte, pur disponendo di ben due riferimenti costituzionali, non ha mai emesso sentenze così coraggiose per cui il budget familiare è chiamato a contribuire in una misura che cambia con il variare del benessere del bilancio statale. Lo si è visto anche di recente: la Finanziaria ha reintrodotto le detrazioni che (rispetto alle precedenti deduzioni) non abbattono l?imponibile e quindi non hanno effetto sul calcolo delle addizionali regionali o comunali. Il risultato? Chi ha figli paga come chi non ne ha.

Ma stabilito che le risorse destinate ai figli non sono disponibili, quale strumento preferire? «La sostanza», risponde Antonini, «è che la spesa effettiva per i figli non deve concorrere a determinare la base imponibile. Deciso questo, si può usare il meccanismo attuale o introdurre il quoziente familiare».

Per riequilibrare il primo sarebbe necessaria una legge di coordinamento dello Stato che stabilisca che dal computo dell?addizionale regionale si deve togliere la deduzione operata dal governo centrale a favore della famiglia. Dal canto suo il quoziente, che ripartisce il carico tributario a seconda della composizione familiare riducendo l?ammontare complessivo, si configura come una agevolazione orizzontale all?interno della stessa fascia di reddito. Si favorirebbero tutte le famiglie con figli: «Il quoziente o sistema di computo come quello proposto dal Forum delle famiglie, potrebbe essere», precisa il professore, «molto utile ed equo. Eventualmente per i più ricchi si potrebbero cambiare progressivamente le aliquote».


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