Famiglia

Famiglia: le conclusioni della commissione Affari sociali

Il documento, sulla base dei dati Istat del settembre scorso, fa un dettagliato esame del processo di trasformazione delle famiglie

di Gabriella Meroni

Una piu’ incisiva ed organica iniziativa politica e’ necessaria per affrontare le molte criticita’ delle dinamiche e delle attuali situazioni di criticita’ della condizione sociale di molte famiglie italiane. Questa la linea di fondo che connota l’ampio documento approvato dalla Commissione Affari Sociali a conclusione della indagine conoscitiva avviata nell’agosto del 2006 e sviluppata con una nutrita serie di audizioni di gran parte delle autorita’ istituzionali, dei sindacati, dei rappresentanti di Istat, Censis, Inps, Inpda, Associazioni familiari e di disabili, comuni, organizzazioni imprenditoriali, forum del terzo settore, Caritas ed istituzioni religiose, esperti universitari, organismi giurisdizionali operanti nel diritto minorile e di famiglia. Il documento fa un quadro dettagliato delle iniziative legislative sviluppatesi in questo settore nelle due precedenti e nell’attuale legislatura fino alle numerose iniziative in campo sociale inserite nella finanziaria per il 2007 e sottolinea che le risorse complessive per il Fondo Nazionale per le politiche sociali, pari a 1.590.713 euro nel 2011 (con andamento altalenante fino al punto piu’ alto di 1884,3 nel 2004 e quello piu’ basso di 1.308 nel 2005) e’ di 1.637.141 euro per il 2007. Il documento, sulla base dei dati Istat del settembre scorso, fa un dettagliato esame del processo di trasformazione delle famiglie evidenziando ”il processo di semplificazione delle strutture familiari” con il passaggio dall’8,4 della prima meta’ anni ’90 al 6,5 per cento del 2004 – 2005 delle famiglie con 5 componenti, il forte aumento degli anziani, l’incremento di persone sole e coppie senza figli. Si rileva poi che il fenomeno della denatalita’ e quello dell’invecchiamento della popolazione influisce sulla capacita’ di instaurare una corretta rete di relazioni intrafamiliari ed intergenerazionali, con aumento dei segmenti deboli del tessuto sociale come vedove, coniugi separati, anziani, disabili. I divorzi sono passati da 34.341 del 1999 a 43.856 del 2003. Il documento dedica uno specifico capitolo all’esame dell’accentuazione della violenza contro le donne ed in ambito domestico e poi si sofferma sugli squilibri del sistema previdenziale e sulle lacune del sistema di sostegno alla non autosufficienza e alla disabilita’. Sono poi poste in luce le criticita’ connesse all’impoverimento e al sovraindebitamento delle famiglie. Dopo aver analizzato le carenze del sistema sanitario (con particolare riferimento all’assistenza domiciliare, alle strutture di lunga degenza, ai centri di salute mentale e ai servizi di cura delle tossicodipendenze) ed aver rilevato le difficolta’ delle famiglie immigrate, il documento conclusivo dell’indagine delinea i possibili interventi per migliorare il sostegno delle famiglie. In merito viene rilevata l’esigenza di portare a compimento il complesso di misure legislative ed amministrative vigenti per la promozione e la tutela della famiglia con particolare riguardo alla reale applicazione della legge 328 del 2000 individuando il reale stato di integrazione, a livello nazionale e territoriale, delle politiche sociali con quelle sanitarie ed educative. La relazione conclusiva evidenza poi l’importante attivita’ dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia composto da un’assemblea di comuni di cui e’ capofila Bologna. Tra le linee strategiche proposte si sottolinea l’importanza di valorizzazione della famiglia anche con interventi che non discriminino le persone, della funzione educativa degli adulti, del rispetto delle differenze di cui e’ portatore ciascun membro della famiglia e della esigenza di pari opportunita’ tra i sessi. Il documento pone poi in evidenza la necessita’ di contrastare la poverta’ minorile che in Italia e’ in forte crescita sottolineando numerose criticita’, a cominciare da un sistema fiscale non adeguatamente commisurato alle esigenze delle famiglie con figli, di quelle monoreddito e dei contribuenti ”incapienti”, dal superamento delle difficolta’ di fruizione della rete di servizi, dalla difficolta’ di conciliazione tra vita affettiva e lavorativa, dai problemi connessi con il costo e la reperibilita’ di abitazioni. Sottolineata l’esigenza di interventi per sostenere la integrazione di famiglie di immigrati regolari e di politiche specificamente mirate alle realta’ familiari con bambini piccoli o con piu’ di tre figli, la relazione conclusiva approvata dalla Commissione rileva la opportunita’ di valorizzare la funzione delle associazioni e delle organizzazioni del privato sociale attraverso una progressiva integrazione dei servizi e delle prestazioni erogate nelle forme previste dalle convenzioni locali secondo il principio di sussidiarieta’ e sotto la responsabilita’ di comuni.


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