Cultura

Famiglia-lavoro, la conciliazione è possibile. In Trentino l’hanno dimostrato. E ora il modello verrà esportato in tutta Italia

Genitori in ufficio

di Redazione

Conciliazione tra famiglia e lavoro: il modello trentino supera i confini provinciali. Family Audit, lo standard che premia gli sforzi delle aziende e degli enti pubblici che provano a mettere d’accordo le esigenze delle imprese e dei dipendenti con figli, sarà sperimentato su scala nazionale nei prossimi tre anni.
La Provincia di Trento e il dipartimento della Famiglia della Presidenza del Consiglio, durante i lavori della Conferenza nazionale della Famiglia (Milano, 8-9 novembre), hanno firmato un protocollo d’intesa, passato quasi inosservato per via delle polemiche prima sulla partecipazione di Berlusconi e poi sulle dichiarazioni di Sacconi sugli aiuti alle famiglie con figli, che punta a replicare lungo lo Stivale un modello che ha il merito di colmare il principale gap delle pratiche di conciliazione.

Camminare insieme
Gap costituito dalla difficoltà delle organizzazioni, sia private che pubbliche, di elaborare programmi in grado di far camminare insieme l’organizzazione del lavoro e le esigenze delle famiglie. Il Family Audit, in sintesi, è un processo di analisi sistematica che permette alle imprese, grazie a un’indagine partecipata e condivisa, di individuare le iniziative di conciliazione più opportune e di fregiarsi infine di un marchio ad hoc.
La formula trentina ruota intorno a due figure: il consulente e il valutatore. Sono gli strateghi del processo. Il consulente è il professionista accreditato che accompagna l’impresa moderando le attività del gruppo aziendale di lavoro, fornendo supporto nella compilazione della modulistica e, soprattutto, proponendo le azioni di miglioramento. Il valutatore, anch’egli accreditato, interviene invece in una fase successiva per valutare se l’organizzazione ha attuato il progetto secondo le disposizioni fissate dalle apposite linee guida.

Certificazione finale
La valutazione, in particolare, si attua in due momenti e dà luogo a due attestazioni. Il certificato di base premia, nella fase immediatamente successiva alla stesura del piano delle attività, l’individuazione degli obiettivi e delle azioni di conciliazione e ha una durata di tre anni. Quello finale riconosce che l’organizzazione ha mantenuto fede agli impegni presi e ha attuato un’efficace politica organizzativa e gestionale dei processi lavorativi centrata sui bisogni e le attese del proprio personale.
Entrambi i certificati sono rilasciati dal Consiglio dell’Audit, il comitato per la tutela della qualità del processo istituito dalla Provincia autonoma di Trento composto da rappresentanti del mondo istituzionale, della realtà accademica ed economica e delle associazioni preposte alla tutela di interessi collettivi e dell’associazionismo familiare.

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