Non profit
Fame: un mese per convincere i governi a vincerla
270 organizzazioni, associazioni, Ong, movimenti ecologisti e sindacati lanciano un mese di mobilitazione per la lotta alla fame.
Oltre 270 organizzazioni, associazioni, Ong, movimenti ecologisti e sindacati (che rappresentano oltre 10 milioni italiani, un 1/5 della società civile italiana) si sono riunite nel Comitato italiano per la sovranità alimentare, per lanciare un mese di mobilitazione al fine di obbligare i governi a cambiare di politica con lo slogan “Vincere la fame si deve”.
Dal 2 al 4 novembre, in occasione del 32° Comitato per la sicurezza alimentare della Fao, l’Italia ospiterà a Roma alcuni capi di stato e di governo provenienti da tutto il mondo. Per valutare le loro politiche si sta svolgendo in questi giorni, all?interno della Fao, uno Special forum in cui le delegazioni governative si confrontano con la società civile ed i movimenti, per discutere le azioni intraprese e proporre politiche più efficaci.
Le 270 realtà non profit si riuniranno anche il 3 e 4 novembre a Roma (Unicef Italia, via Palestro 68) per un seminario internazionale. “Dopo il fallimento delle politiche attuate dai governi in questi ultimi 10 anni, sarà l’occasione per proporreil punto di vista di chi l’agricoltura la fa dal basso, chi si impegna direttamente per il diritto al cibo e per la salvaguardia dell’ambiente? spiega Sergio Marelli, presidente del Comitato italiano.
Intanto domani, 1° novembre, oltre 100 contadini parteciperanno con i propri prodotti al “Mercato contadino” che si terrà lungo via dei Cerchi, di fronte alla Fao. L’iniziativa, organizzata da Coldiretti, Aiab, connettivo “Terra Terra”, Centro Internazionale Crocevia, Servizio Civile Internazionale (Sci), La Torre, Casale Podere Rosa, si inserisce all’interno del mese di mobilitazione promosso dal Comitato italiano per la sovranità alimentare. Saranno presenti rappresentanti internazionali dei movimenti dei contadini, dei pescatori, dei popoli indigeni per ribadire il diritto dei popoli a definire le proprie politiche e strategie sostenibili di produzione, distribuzione e consumo di alimenti (fonte: Sir).
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