Mondo
FAME. Ong, nessun accordo significativo al vertice di Madrid
«Discussioni sugli investimenti ma non sulle politiche», dichiara il Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare
Si è concluso il vertice di Alto Livello di Madrid sulla Sicurezza Alimentare (26-27 gennaio), presieduto dal Primo Ministro spagnolo Zapatero e dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon. L’appuntamento aveva come obiettivo quello di dare continuità alla Dichiarazione del vertice Fao di Roma dello scorso giugno 2008, nella quale si legge l’intenzione di creare una Global Partnership per affrontare e combattere la crisi alimentare mondiale.
Il Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare, in condivisione con molte altre organizzazioni della società civile e i movimenti dei piccoli agricoltori di tutto il mondo, aveva già espresso perplessità sul vertice di Madrid e in particolare nei confronti di questo processo avviato dalla Task Force delle Nazioni Unite. Infatti, la sfida di mettere insieme i maggiori stakeholders per far fronte alla crisi alimentare globale necessita di un reale coinvolgimento delle voci dei piccoli produttori, che forniscono la maggior quantità di cibo al mondo. Ancora una volta il Vertice di Alto Livello è stato una discussione tra i grandi donatori su come e quanto investire, piuttosto che un confronto su come realmente risolvere questa drammatica crisi alimentare che tutto il mondo sta affrontando. Ciò spiega anche perché a Madrid si è parlato ancora di aumentare l’utilizzo di fertilizzanti, di sementi ibride anche nella produzione di piccola scala, mentre questo approccio ha già mostrato in passato quali danni porta con sé: l’aumento del numero di persone che soffrono la fame, danni ambientali e climatici.
Le aspettative dei maggiori protagonisti del vertice non sono state completamente soddisfatte, perché non si è raggiunto un accordo che possa costituire la base di future azioni globali, né si sono delineate future azioni comuni concrete. Questo mancato consenso di Madrid è dipeso da diversi fattori: molti governi dei Paesi del Sud del mondo hanno rifiutato di aderire ad un progetto nel quale non sono stati consultati, la FAO ha espresso con decisione la volontà di mantenere su Roma e sulle Agenzie del Polo Alimentare delle Nazioni Unite (FAO, IFAD e WFP) la centralità di qualsiasi azione globale in tema di Agricoltura e Sicurezza Alimentare. Inoltre, la presenza di diversi rappresentanti della società civile internazionale al Summit ha sicuramente aiutato a ricordare alle delegazioni che non ci può essere un approccio di successo nell’affrontare la crisi alimentare se non si tiene conto delle alternative sviluppate sulla base delle esperienze quotidiane dei milioni di piccoli produttori di cibo di tutto il mondo.
Il Presidente del Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare, Sergio Marelli, conferma che «la soluzione alla crisi esiste ed è stata già sperimentata in diverse comunità ed il principio della Sovranità Alimentare: un approccio basato principalmente sull’esperienza dei contadini di piccola scala e dei pescatori artigianali, che privilegia i mercati locali e i metodi di produzione sostenibile, un approccio basato sul diritto al cibo e sul diritto di ogni comunità di stabilire le proprie politiche agricole».
Il Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare ribadisce che c’è bisogno di un unico spazio all’interno del Sistema delle Nazioni Unite che agisca in totale indipendenza dalle istituzioni finanziarie e commerciali internazionali, con un chiaro mandato dai governi, un’incisiva partecipazione dei rappresentanti delle organizzazioni dei produttori di piccola scala e con un processo decisionale democratico e trasparente. Il coinvolgimento nella costruzione della Global Partnership dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale e di altre istituzioni internazionali dovrebbe essere il presupposto per una presa di coscienza da parte di queste organizzazioni che si sta lavorando nella ricerca di soluzioni ad una crisi, provocata principalmente dalle politiche commerciali da quest’ultime decise ed attuate. Ci auspichiamo inoltre che questo coinvolgimento globale veda realizzarsi un ruolo più significativo della società civile e dei governi dei Paesi del Sud del mondo nei processi decisionali.
Certamente il vertice di Madrid ha fatto emergere queste perplessità, ma occorre un rinnovato impegno di tutte le organizzazioni, i movimenti e le associazioni della Società Civile al fine di continuare a lavorare per la promozione del Principio della Sovranità Alimentare come unica soluzione alla lotta contro al fame e per un coinvolgimento diretto dei piccoli produttori nei processi decisionali volti a mettere fine a questa crisi alimentare mondiale.
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