Politica

Falsi invalidi, poveri “Italians”

di Franco Bomprezzi

Ringrazio Beppe Severgnini, giornalista assai noto, e persona amabile, una conoscenza sicura, professionale, piacevole. Con lui condivido due cose, la passione per l’Inter e il desiderio di dialogare con i lettori sui temi dei quali scriviamo. La terza è l’ironia, ma lui in questo campo è più bravo. Ovviamente Beppe ha un pubblico assai più vasto del mio, con quel forum “Italians” su corriere.it, che ogni giorno è letto e commentato da migliaia di visitatori, non solo in Italia. Oggi, 30 agosto, Beppe ha avuto voglia di pubblicare una mia mail, inviata il 10 agosto, sul tema dei falsi invalidi e della campagna dell’Inps per verificare le certificazioni di invalidità. Lo ringrazio per questa cortesia, ormai pensavo che il tema fosse superato, ma invece, rileggendo quanto gli ho scritto, noto un’attualità intatta. Questo è il testo del mio post, che ha pubblicato integralmente, senza una sua ulteriore risposta:

“Caro Beppe, ti segnalo lo stato di ansia, di paura, che si sta giustamente diffondendo in migliaia di case, dove vivono persone disabili “vere”, cioè non falsi invalidi, tanto per capirci subito. A queste famiglie stanno arrivando le raccomandate dell’Inps, per i famosi controlli annunciati dal ministro Tremonti, a margine della manovra. Entro quindici giorni devono inviare documentazione che attesti inoppugnabilmente la gravità dell’handicap, e se non hanno le carte pronte, saranno chiamati a visita, quando non si sa. Siamo a fine luglio, anche i disabili, nel loro piccolo, si inc… e comunque provano ad andare in ferie, se hanno ancora qualche soldo. L’Inps, che sa di non avere neppure le forze per fare i controlli, sta cercando medici a termine, veri “contractors”, per partecipare alla grande retata (vedi bando appena pubblicato). C’è qualcosa che non quadra. Ne ho scritto nel mio blog su Vita.it, FrancaMente, a questo indirizzo: http://blog.vita.it/francamente/. Ebbene, sono arrivati commenti che fanno star male, te lo assicuro. Non si fa così, in un paese civile, neppure per una causa sicuramente giusta e condivisa da tutti: del resto, a stanare i falsi invalidi, mi pare siano impegnati con un certo successo magistrati, carabinieri e polizia, stando alle cronache. Perché stiamo parlando di truffatori. Ma secondo te un falso invalido si fa trovare impreparato? Un “vero” falso invalido, ci puoi giurare, ha già pronte le carte false o scritte da un medico amico da mandare per fax all’Inps, quando gli arriva (se gli arriva) la raccomandata. E poi continua a fare il furbo. Non ci vuole un genio per capirlo. Ma nel frattempo chi ripagherà le famiglie dei disabili veri da questo danno, anche morale? E quanti medici zelanti si daranno da fare per tagliare pensioni o indennità sacrosante, magari per fare carriera? In che Paese stiamo vivendo? Non mi sento a mio agio. Davvero”.

Ebbene, in calce al mio post c’era il mio indirizzo di posta elettronica personale: mi sono arrivate due lettere, entrambe curiosamente provenienti dall’estero. La prima dall’Inghilterra, la seconda dalla Germania. Eccole (ometto l’identità dei mittenti, non perché siano anonime, ma per rispetto della loro privacy, dal momento che mi hanno scritto in privato).

Scrive Paola: “Sig. Franco , ho appena letto la sua indignata lettera in merito ai  controlli dei disabili .Perche` indignarsi tanto? Qui in UK , per farle un esempio, non si e` mai scandalizzato nessuno per il fatto che il dipartimento pensioni esegue da sempre   i dovuti controlli sui falsi o veri disabili, e ci riesce con successo senza andare a disturbare magistratura e forze dell’ordine che,come  sapra`, hanno problemi molto piu` gravi da risolvere. E come ci riesce? Semplice: documentazione periodica sullo stato di salute inviata al dipartimento dal cittadino e dal medico curante che, oltre a quello,  ha l’obbligo d’ inviare anche la documentazione dettagliata su tutta la  storia  clinica  del paziente +  visita di un medico  indipendente( contractor) legato allo stesso   dipartimento.Mi creda, con questo sistema  il medico “amico” e il falso disabile  non hanno vita facile qui proprio  perche` sanno  che la loro  parola verra`sempre  verificata da una squadra di medici indipendenti accanitissimi.Percio` se una persona e` veramente disabile  non dovrebbe temere nulla dai controlli tanto meno vivere  nell’ansia e nella paura per l’arrivo della raccomandata Inps.  Se poi lei da` per scontato che anche i  medici contractors proveranno  a fare  i furbi  c’e` sempre la magistraura a disposizione…o no?  se poi  anche quella e` fasulla be` allora caro signore perdoni l’ironia ….non vi rimane che un pellegrinaggio di  massa a Lourdes”.

Fernando, dalla Germania, mi scrive: “Caro Franco, Penso che lo stato di ansia e di paura sia nelle famiglie che la pensione di invalidità se la sono comprata, organizzata, rubata, in una famiglia dove l’invalido è un invalido, perchè dovrebbero aver paura, essere in ansia ecc:? I medici zelanti che vogliono tagliare le pensioni ci sono, sono i soliti cretini, e si trovano in tutte le posizioni, in tutte le salse, ma non saranno mai  come i medici disonesti, che accertano malattie inesistenti, e di questi l’Italia ne è piena. Se Lei non si sente a suo agio, mi spiace, ma dire: ” in che paese siamo”, dove in certe zone la proporzione fra i neonati e gli invalidi sono di uno a quaranta, dovrebbe indurla a farci un pensiero. Immagino che secondo Lei, una pensione data ai ciechi vedenti, e a chi viaggia in motorino sebbene abbia l’accompagnatore, siano sacrosante, ma non è così, cominciando da chi ci ha dato la vita, e poi un giorno ( e magari non abbiamo neanche cominciato a vivere) ce la toglie.  Ci rifletta”.

Ho riportato queste due lettere, sicuramente educate ma dure nei confronti del mio pensiero, perché mi sembra siano sintomatiche di una enorme difficoltà di dialogo fra mondi diversi. I due lettori probabilmente vedono l’Italia da lontano, e risentono di molti luoghi comuni, di semplificazioni operate dai media italiani e stranieri. ma hanno il dono della sincerità. Penso cioè che, al di là di una evidente forzatura del mio pensiero (non mi sono mai sognato di ritenere sacrosante le pensioni date ai falsi invalidi, ci mancherebbe anche questa), la retorica nazionalpopolare gestita con grande efficacia da Tremonti, dall’Inps e in buona misura dalla Lega, grazie anche alla compiacenza dei giornalisti economici dei grandi quotidiani (quasi tutti assolutamente ignoranti, nel senso letterale del termine, rispetto alla disabilità), ha spianato la strada ad una operazione della quale ancora adesso si stenta a definire la dimensione quantitativa e qualitativa, perché solo a settembre si comincerà davvero a capire quali tagli, come e dove sono stati effettuati.

I segnali che arrivano dalle associazioni e dalle famiglie non sono confortanti, e la sensazione è che sicuramente ci siano stati come minimo “danni collaterali”, ovvero vittime innocenti di una campagna di per sé ineccepibile contro i falsi invalidi. Credo che sia nostro compito non venire meno, neppure constatando una evidente impopolarità, al compito anche giornalistico di raccontare la verità, andandola a cercare giorno per giorno.

Ma sarebbe anche importante colmare questo gap, questo divario così evidente tra i diversi livelli di comunicazione. Basta andare a rileggere i commenti in questo blog al post che ho citato nella mail a Severgnini, per rendersene conto. Affido a voi lettori queste mie riflessioni, convinto che il dialogo sia quanto mai necessario per cambiare in meglio questo Paese.


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