Chi può snidare i falsi invalidi? La Polizia stradale, ad esempio. Come è avvenuto poco fa a Rende, in provincia di Cosenza. Una operazione di polizia giudiziaria esemplare per severità, chiarezza, trasparenza, efficacia. Tredici medici agli arresti, fra questi un sindaco Pd e un esponente del Pdl, insomma un’inchiesta pure bipartisan. Irregolarità nei contrassegni riscontrate dalla Polstrada, e poi su a risalire lungo la filiera degli accertamenti e delle certificazioni delle Asl. Di qui la scoperta di un sistema ben oliato di malaffare, che non si limitava a fabbricare certificazioni false e compiacenti, ma contemplava anche la pratica diffusa di non lavorare e di far timbrare il cartellino a uno per tutti, solo per citare un classico.
La Procura di Cosenza ha appoggiato e guidato l’operazione «Ippocrate» e i risultati si sono visti. Tutto bene, dunque? No, perché nessuno si è accorto, fra i tanti grandi giornalisti economici innamorati di Tremonti, che questo è il modo corretto e rapido per scovare ed eliminare non solo i falsi invalidi, ma soprattutto i medici truffatori. È una questione da polizia giudiziaria e da magistratura, non da Inps. E invece stiamo assistendo alla più imponente campagna di controlli burocratici mai realizzata in Italia (ne scriviamo ampiamente a pag. 11 e sul web).
Le indagini, infatti, sono efficaci quando si incrociano i dati, quando si confrontano le certificazioni di invalidità con l’utilizzo, ad esempio, di ausilî necessari per quella specifica patologia dichiarata, quando si controlla il numero e la qualità delle prestazioni sanitarie. Quando cioè non ci si limita a spedire una montagna di raccomandate terrorizzanti. Invece ora molte migliaia di persone e di famiglie stanno passando una pessima estate, aggrappandosi alla speranza di non vedersi togliere la pensione, anticamera della povertà. E vi assicuro che questa non è retorica. Basta scendere dal mondo delle nuvole.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.