Non profit
«Falsa la notizia sul villaggio cristiano devastato dall’acqua»
Secondo Ejaz Ahmad l'allagamento di Khokharabad è illogica e impossibile
«La notizia del villaggio cristiano di Khokharabad inondato e distrutto dalle acque deviate deliberatamente da un politico locale pakistano per salvaguardare le proprietà di un notabile locale è falsa. E’ una cosa illogica e impossibile» Lo ha detto a Vita Ejaz Ahmad, il rappresentante della comunità pakistana in Italia e membro del Consiglio per l’Islam italiano del Viminale.
La notizia era stata lanciata dall’Agenzia Fides due giorni fa e ripresa in prima pagina ieri dal quotidiano “L’Avvenire”. Oggi, Fides, non solo conferma la notizia, ma porta anche varie testimonianze, tra cui quella di Abdullah Hussain Haroon, l’ambasciatore del Pakistan alle Nazioni Unite. Secondo Fides, l’ambasciatore Harron «ha confermato alla BBC che vi sono prove che i proprietari terrieri hanno fatto costruire barriere e che le acque vengono deviate verso villaggi indifesi, di poveri agricoltori. Il diplomatico ha chiesto un’ indagine ufficiale del governo sull’accaduto».
Per cui terreno, non religione. «I veri problemi in Pakistan vengono dalle caste basse» sostiene Ejaz Ahmed. «C’è in corso una guerra tra caste e tra proprietari terrieri. Non sono i politici che comandano, bensì i posseditori di terre. Alcuni posseggono troppo ed altri di meno. E si permettono di fare quello che gli pare. Ecco perché il problema non è interreligioso ma tra classi e tra caste. Le vittime non sono i cristiani. Le vittime sono i poveri pakistani di ogni fede e appartenenti alle minoranze».
Ejaz Ahmed, 48 anni, in Italia da 20, è scappato dal Pakistan perché di sinistra. «In Pakistan se eri comunista significava che non credevi in Dio e questo era sufficiente per meritare la pena di morte». Originario della provincia del Punjab, ( dove c’è il villaggio di Khokharabad), ha detto a Vita di essere il primo a criticare quello che succede in Pakistan. «E’ vero, ci sono discriminazioni contro le minoranze,ci sono tante tensioni. Io sono il primo ad ammettere che si sono discriminazioni razziali e quelle a carattere religioso. Ma la notizia dell’onda anomala è falsa, e logisticamente impossibile. Non si può distruggere un villaggio cosiddetto di cristiani perché non ci sono confini delineati. I cristiani vivono in mezzo ai musulmani. Non ci sono villaggi esclusivi. Quella evidenziata da L’Avvenire non è una notizia ma un’ipotesi. Chi conosce il Pakistan sa che un giorno si lamentano i cristiani,e il giorno dopo sono sciiti che dicono di essere discriminati e perseguitati. La verità è che sono solo i poveretti quelli che pagano. Con la diffusione di questa notizia falsa invece, saranno i pakistani a pagare le conseguenze. Proprio quando il Pakistan ha bisogno della solidarietà internazionale, qualcuno ha messo in giro queste assurdità. Già sono stati raccolti pochi fondi paragonato a quello che la comunità internazionale ha dato ad Haiti. Ora, le prospettive di un aumento dei fondi dall’estero sono comprimesse. Chiunque abbia messo in giro queste notizie, è stato capace di diminuire la percezione della gravità della tragedia».
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