Famiglia
Falluja: due pesi e due misure
Tesi di non colpevolezza degli Usa e lo sdegno degli scienziati. L'analisi del professor Vito Francesco Polcaro, del Comitato scienziati e scienziate contro la guerra. Dossier su VITA magazine
Erano solo fumogeni, razzi d’illuminazione. E comunque, se anche si sono trasformate in armi eccessivamente offensive, gli Stati Uniti non hanno mai firmato il Protocol III della Convenzione Onu “On Prohibitions Or Restrictions On The Use Of Certain Conventional Weapons Which May Be Deemed To Be Excessively Injurious Or To Have Indiscriminate Effects And Protocols (1980)-CCCW”, quindi non punibili. Le armi usate dagli americani su Falluja hanno aperto un fitto dibattito giuridico-scientifico, teso a sconfessare le tesi di “non colpevolezza” sostenute in queste ore dal Pentagono.
Abbiamo interpellato uno dei massimi esperti in materia di armamenti, il professor Vito Francesco Polcaro, senior scientist dell’Istituto Nazionale di AstroFisica del Cnr di Roma e membro del Comitato scienziati e scienziate contro la guerra (che intanto ha lanciato un appello contro le armi usate a Falluja). Prima di tutto, le armi. ?Il ?Fosforo bianco? è stato usato, fin dalla Prima guerra Mondiale, per le granate fumogene e incendiarie?, spiega il professore. ?Questa sostanza brucia spontaneamente a contatto con l’ossigeno dell’aria, generando anidride fosforica, una sottilissima polvere bianca che reagisce immediatamente con le più piccole tracce di umidità, generando acido fosforico, un acido estremamente potente. Ora, come fumogeno il fosforo bianco è una sostanza ormai obsoleta, oltre che pericolosa, perché per attraversare la cortina i militari sono costretti a mettersi delle protezioni. Anche come munizione incendiaria risulta superata e alquanto pericolosa?.
Perché, allora, gli americani l’hanno utilizzato in Iraq? ?Non certo perché gli servivano fumogeni o munizioni incendiarie di quel tipo?, prosegue Polcaro. ?Alla fine, pur non essendo tale, il fosforo bianco è stato usato come un’arma chimica. Le particolari condizioni climatiche della zona, così arida, hanno fatto sì che buona parte della polvere sottile di anidride solforica generata dalle granate ?fumogene? non si è combinata con il vapore acqueo dell’aria, ma è lentamente ricaduta sul territorio bersagliato, infilandosi negli edifici, sotto gli abiti, nei polmoni e negli occhi di chi ci si trovava. Qui ha reagito con l’acqua dei tessuti organici, trasformandosi in acido solforico, ustionando ed uccidendo le vittime ?dal di dentro?, senza che esse neppure capissero cosa li stava straziando?.
Possibile che gli americani fossero all’oscuro di questo effetto devastante sul territorio iracheno? “Non credo proprio”, dice Polcaro. “Altrimenti non si spiegherebbe il nome dell’operazione, ?Scuoti e cuoci?.
Sul fronte della legalità di questo bombardamento, gli Usa hanno già fatto sapere che nessun trattato internazionale vieta l’uso dei fumogeni al fosforo bianco e che il III Protocollo di Ginevra di proibizione e uso delle armi incendiarie – che vieta l’impiego di tali armi contro truppe poste in vicinanza di popolazioni civili – non si applica ai fumogeni. Inoltre, sottolinea Washington, questo protocollo non è mai stato firmato dagli Stati Uniti… “Gli USA ritengono di non essere vincolati dal Protocol III perche’ loro non lo hanno firmato. Ma questa obiezione aggiunge al danno solo la beffa dell’arroganza di chi si ritiene al di sopra delle regole che gli altri devono, invece, rispettare”, fanno notare i membri dell’Unione degli Scienziati Per Il Disarmo (USPID), l’altra associazione italiana di scienziati pacifisti. “Non si tratta di capire se formalmente un trattato sia stato violato, ma si tratta di capire se in realta’ un crimine contro l’umanita’ sia stato perpetrato. Da un punto di vista sostanziale un assassinio resta tale anche se il responsabile dichiara di ritenersi fuori dal sistema giudiziario”.
Resteranno impuniti, dunque? ?Non so se si potrà mai provare, davanti a una qualche sede internazionale, che questo bombardamento abbia violato questo accordo o, eventualmente, il più generale trattato sul divieto di impiego di armi chimiche che, questo sì, è stato firmato dagli USA”, conclude il professor Polcaro. “Di certo, se ciò non accadrà, diverrà un’assurdità chiedere a qualsiasi nazione di rispettare il divieto di impiego delle armi chimiche?.
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