Welfare

Fallisce tentativo Usa bloccare trattato anti-tortura

La Convenzione anti-tortura è stata approvata, con 35 voti favorevoli ed otto contrari, la scorsa notte dal Consiglio economico e sociale dell'Onu

di Paolo Manzo

Gli Stati Uniti hanno riportato una sconfitta nel nuovo braccio di ferro con le Nazioni Unite: è infatti fallito il loro tentativo di bloccare il voto del protocollo di applicazione della Convenzione anti-tortura che è stata approvato, con 35 voti favorevoli ed otto contrari, la scorsa notte dal Consiglio economico e sociale dell’Onu che ha bocciato invece la proposta americana di avviare nuovi negoziati sul documento, adottato, dopo faticose mediazioni, lo scorso aprile a Ginevra. Il protocollo stabilisce un sistema di ispezioni a sorpresa nelle prigioni e nei centri di detenzione. Ed è proprio a queste ispezioni che Washington si oppone, definendole una violazione della sovranità dei suoi 50 stati. E soprattutto si rifiuta di aprire agli ispettori dell’Onu i cancelli di ”Camp X ray” il campo di detenzione dei prigionieri afghani a Guantanamo al centro di polemiche ed accuse da parte delle organizzazioni per i diritti umani. Hanno votato in favore del protocollo i paesi della Ue, la maggioranza dei paesi latinoamericani ed africani. Si sono schierati con gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, Cuba, Egitto, Pakistan e la Libia. In maggioranza paesi con cui, per i loro discutibile curriculum in materia di diritti umani, ”gli Stati Uniti certo non amano vedersi accumunati”, ha commentato un diplomatico. Ora il protocollo passerà al voto dell’Assemblea generale per l’approvazione finale. Gli Stati Uniti, che hanno firmato la convenzione anti-tortura del 1989, comunque, non sono tenuti alla firma e quindi all’applicazione del protocollo. Il tentativo americano di bloccarlo è stato quindi interpretato come una nuova sfida ideologica a trattati multilaterali considerati un’intrusione nella propria sovranità. Questo a pochi giorni dal compromesso che ha sbloccato il pericoloso braccio di ferro iniziato alla fine di giugno sul Tribunale penale internazionale, fumo negli occhi per Washington che, dopo aver posto il veto al rinnovo della missione di peacekeeping Onu in Bosnia e minacciato di bloccare le altre, ha ottenuto un anno d’immunità per i suoi soldati impegnati all’estero.


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