Welfare

Fallisce progetto di farmaci gratis per Alzheimer

Il ministero della Sanità aveva messo a disposizione due farmaci per malati, ma i pazienti che partecipano al trial sono meno della metà del previsto

di Gabriella Meroni

Sono pochi gli italiani con l’Alzheimer che partecipano al progetto Cronos, lanciato a settembre dal ministero della Sanita’ che prevede due farmaci gratis. Del magro bilancio dell’iniziativa ha parlato oggi a Roma il neuropsicofarmacologo Marco Trabucchi, durante la presentazione di un libro di fotografie di pazienti scattate da Adriano Gallo. ”Sono arrivati al progetto Cronos – ha detto Trabucchi – molti pazienti in meno, circa la meta’, di quanto ci aspettassimo”. Tra le cause, ha ipotizzato lo specialista, uno scarso riconoscimento della malattia da parte dei parenti, che restano la prima sentinella della perdita di memoria di un congiunto, e da parte dei medici di famiglia. ”Cronos e’ nato per permettere il rimborso dei farmaci, dopo lunghe discussioni con il ministero ed i medici” ha poi ricordato Maria Pia Ruffilli, direttore esecutivo Pfizer, una delle due case farmaceutiche coinvolte nell’iniziativa. Ora, ha aggiunto Ruffilli, ”vorremmo sapere a che punto siamo, vediamo luci e ombre nella realta’ italiana. Non tutti i pazienti ottengono una diagnosi precoce e, quindi, l’accesso ai farmaci gratuiti. La Asl principale del paziente – ha infine commentato Ruffilli – sono ancora i parenti”. Annunciato a dicembre del ’99 dall’allora ministro della sanita’ Rosy Bindi, il progetto a dicembre del 2000 e’ stato presentato per un numero ristretto di malati in stadio lieve o moderato di malattia, circa 57-50mila persone, pari al 10% del totale in Italia. Il ministro della Sanita’ Umberto Veronesi, nel presentarlo, aveva parlato di un ”progetto non solo farmacologico”, ma di una ”grande operazione” a livello dei medici di medicina generale. Il medico di famiglia era infatti visto come il perno del programma, la prima tappa per raggiungere gli Uva (le unita’ di valutazione Alzheimer), ovvero 443 centri specializzati in tutta Italia, selezionati dalle regioni: nel Lazio, per esempio, i centri erano 10, in Lombardia 152 e in Sicilia 13.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA