Welfare

Fallimenti immobiliari, la legge c’è ma non si vede

7 costruttori su 10 non danno le garanzie obbligatorie

di Daniele Biella

Non è solo l’ennesimo scandalo dell’Italia dei ‘furbi’ che riescono a prendere in giro lo Stato ignorandone una legge istituita cinque anni fa. È anche un’azione volutamente scorretta di alcuni cittadini (molti fra i costruttori di case e le agenzie immobiliari) verso altri cittadini (gli acquirenti di un immobile). Stiamo parlando di quello che sta succedendo sempre più di frequente negli ultimi tempi a chi decide di comprare casa, e che tutte le associazioni dei consumatori hanno deciso di denunciare con una lettera aperta alle massime autorità italiane: la mancanza assoluta di tutela degli acquirenti di un’abitazione che poi non verrà mai ultimata a causa del fallimento dell’azienda costruttrice. Ovvero, decine di migliaia di famiglie che si trovano a perdere l’acconto già versato (spesso cifre a cinque zeri) per la loro casa futura senza alcun rimborso.

La legge? Non si rispetta
E pensare che le leggi che tutelano queste persone sono state scritte di recente: sono la Legge n. 210 del 2 agosto 2004 e il Decreto legislativo del 20 giugno 2005. Esse prevedono, tra l’altro, una fidejussione sugli acconti versati, una garanzia decennale sui difetti di costruzione, l’istituzione di un Fondo di solidarietà per le vittime dei fallimenti immobiliari. “Le associazioni intendono richiamare l’attenzione sullo stato di disapplicazione della normativa e sulle gravissime conseguenze che ne derivano”, spiegano gli enti firmatari della lettera, datata 21 giugno 2010: Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Assocond-Conafi, Assoutenti, Casa del consumatore, Cittadinanzattiva, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega dei consumatori, Movimento consumatori, Unione nazionale consumatori e Utc.

Evasori a quota 70%
Nel documento (in allegato in alto a sinistra) si elencano, attraverso le rilevazioni del Consap (Concessionaria servizi pubblici assicurativi spa, l’ente che gestisce il Fondo di garanzia per le vittime), tutti gli elementi che provano l’effettiva disapplicazione delle leggi in vigore: “per quanto riguarda il rilascio delle garanzie fidejussorie, la normativa è rispettata soltanto nel 30% dei casi di nuove costruzioni”, è il pesante verdetto, che significa che sette costruttori su dieci ‘eludono’ i propri doveri. In particolare, “la percentuale è del 45% al Nord, 15% al Centro, 5% al Sud”, dove, a conti fatti, solo un imprenditore su 20 concede all’acquirente la fidejussione obbligatoria. “In tali comportamenti gioca un ruolo di assoluto rilievo il fenomeno dell’evasione fiscale”, spiegano gli autori della lettera, “e la causa è la mancata previsione normativa di un sistema sanzionatorio che costituisca un deterrente”. Chi viola deliberatamente la legge, quindi, sa di farla franca.

Indennizzi irrisori
Le conseguenze del mancato rilascio della fidejussione sono gravi: “la maggior parte dei cittadini che ha versato acconti e che si imbatteranno nelle numerose procedure fallimentari delle imprese (in aumento a causa della crisi del settore, ndr) sarà totalmente priva di tutela e perderà senza rimedio tutti i risparmi investiti: ci avviamo ad assistere a un fenomeno che piomberà nell’indigenza migliaia di famiglie”, avverte la missiva. Comprese le 12.701 famiglie che dall’emanazione della legge in poi hanno richiesto l’indennizzo al Fondo di garanzia: “sono stati chiesti in tutto 778.730.939 euro, ma il fondo (che dovrebbe essere alimentato da un contributo obbligatorio da parte di tutti i costruttori, ndr) alla data del 31 marzo 2010 ne dispone di 35.832.486”. Tradotto, una media di 2.821 euro per famiglia. Briciole.

Nessuna garanzia sui danni gravi
Ma non è finita qui: un’altra norma violata dalla stragrande maggioranza degli imprenditori del mattone italiani e, in questo caso, dalle compagnie di assicurazione è “l’obbligo che ha il venditore di dare all’acquirente una polizza assicurativa che lo garantisca nei dieci anni successivi alla vendita per i difetti per i quali lo stesso codice civile impone la garanzia del costruttore, come infiltrazioni, distacchi di coperture, impianti non funzionanti”. L’accusa dei firmatari della lettera è diretta e dura: “Il sistema assicurativo ha immesso sul mercato polizze del tutto difformi ai contenuti inequivocabili della legge”. E ancora: “Le polizze attualmente poste sul mercato sono prive di reale copertura, limitandosi a garantire l’intervento solo nei casi di rovina o pericolo di rovina”. Un’ulteriore conseguenza di tali comportamenti scorretti è che chi , la minoranza, applica la legge, si trova poi in una situazione di deficit perché ‘costretto’ a pagare cifre più alte e quindi ad avere i propri prezzi meno accattivanti rispetto a chi fa il furbo.

Le richieste delle associazioni
I destinatari della lettera delle associazioni dei consumatori sono vari, a ognuno dei quali si chiede un intervento immediato: al Parlamento viene richiesto di “realizzare le modifiche legislative necessarie, introducendo un adeguato sistema sanzionatorio”. Al ministro ad interim dello Sviluppo economico, il premier Silvio Berlusconi, si chiede di “intervenire affinché la normativa trovi piena applicazione anche nelle cooperative edilizie”. Consap, invece, viene esortata a “realizzare con la massima solerzia una diffusa campagna informativa” sull’istituzione del Fondo di solidarietà. Il numero di 12.701 famiglie che ne hanno richiesto l’intervento sono una quota minima del totale: il resto non sa dell’esistenza di tale strumento di rimborso, a oggi però ancora ‘virtuale’ in quanto nessuno finora ne ha beneficiato. Gli ultimi due enti a cui verrà recapitata la missiva sono l’Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici), a cui si chiede di “favorire la diffusione tra gli associati di pratiche assicurative conformi alla legge”, e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che dovrebbe effettuare “le indagini del caso, riguardanti pratiche commerciali del tutto scorrette”.

Guide utili:

Case in costruzione: comprare sicuri
Decalogo dell’edilizia sostenibile


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