Politica
Falabella: «Subito una norma per la vita indipendente, perché le nostre vite non sono sperimentali»
I temi sono trasversali, abbiamo chiesto alla ministra di fare da pungolo rispetto agli altri dicasteri, dice il presidente della Fish dopo l'incontro con Erika Stefani. Una cosa da portare certamente a termine entro la legislatura? Una norma nazionale sulla vita indipendente, finanziata con un fondo specifico. Le vite delle persone non possono essere sperimentali. C'è una maggioranza abbastanza importante da potersi permettere di passare dai proclami ai fatti»
L’obiettivo da raggiungere entro la fine della legislatura e a cui quindi dare una priorità operativa e concreta è quello di una norma nazionale sulla vita indiependente, finanziata con un fondo specifico. È quanto ha chiesto ieri la Fish alla ministra Erika Stefani.
La delegazione era composta dal presidente nazionale Vincenzo Falabella, Mario Alberto Battaglia (collegato in video-conferenza), Antonio Cotura, Silvia Cutrera e Benedetta De Martis, tutti componenti della giunta della Federazione. La ministra Stefani aveva già incontrato settimana scorsa, quale primo atto ufficiale, i presidenti di Fish e Fand e ieri ha incontrato singolarmente una rappresentanza più nutrita delle due federazioni. «L’approccio iniziale è dei migliori, il confronto è durato più di due ore», dice Vincenzo Falabella. «Si è cercato di capire quale argomento vada attenzionato in via prioritaria per cerare di portare a termine un intervento. La federazione non ha dubbi, occorre lavorare da subito a una norma nazionale sulla vita indipendente, che non sia solo una norma ma sia sostenuta da un fondo dedicato specifico». Quale sarebbe il “salto” rispetto all’oggi? «La discontinuità sta nel riconoscimento giuridico, oggi abbiamo progetti sperimentali ma le vite delle persone non possono svolgersi nel solco della sperimentazione! Devono avere un solco ben definito giuridicamente, di diritti, entro cui progettare e costruire. Perché la vita indipendente è per tutte le persone con disabilità».
Non poteva mancare ovviamente un ulteriore appello sui vaccini: «In generale abbiamo chiesto alla ministra di fare un lavoro di pungolo rispetto agli altri dicasteri, su tanti ambiti. Uno è proprio quello dei vaccini, dal Ministero della Salute occorre più chiarezza, perché nei mesi scorsi dichiarazioni altalenanti, non precise e a volte contrastanti hanno determinato confusione e di fatto la vaccinazione delle persone con disabilità non è ancora partita. Abbiamo regioni che vaccineranno settimana prossima, altre come il Lazio che hanno posticipato a maggio, la Campania ieri ha fatto un passo indietro, molte attendono indicazioni più chiare dal Governo. La nostra posizione è che sui vaccini la priorità sia per tutte le persone con disabilità, come definita dall’articolo 3 comma 3 della legge 104, con una generalizzazione della platea. Non condividiamo l’indicazione dell’ISS di classificare per singole patologie», prosegue Falabella.
Altri temi trasversali sono la parità di genere, la salute (vaccini, Lea, nomenclatore tariffario, superamento gare per ausili e presidi), scuola con l’istituzione di una nuova classe di concorso per gli insegnanti di sostegno, lavoro. «Sono cinque anni che attendiamo che le “Linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità” previste dall’articolo 2 del decreto legislativo n. 151 del 2015, vengano concretamente applicate», sottolinea Falabella. Senza dimenticare il PNRR e una riforma complessiva del nostro sistema di welfare, che deve passare da un welfare di protezione a un welfare di inclusione (tra parentesi, nel pomeriggio Falabella sarà audito in Commissione Affari Sociali della Camera nell’ambito dell’attività conoscitiva sulla proposta di legge D’Arrando ed altri: "Introduzione sperimentale del metodo del budget di salute per la realizzazione di progetti terapeutici riabilitativi individualizzati” – AC 1752). «C'è una maggioranza abbastanza importante da potersi permettere di passare dai proclami ai fatti».
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