Economia
«Fake Onlus? Gravissimo. Ma anche la politica ha enormi responsabilità»
A parlare è Valeria Negrini, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Lombardia e portavoce del Forum del Terzo Settore Lombardia, «le realtà indagate dalla Procura di Milano non le conosciamo, non fanno parte del nostro mondo. È un fatto inaccettabile. La causa? La gestione emergenziale fa prestare il fianco a chi vuole approfittarsene»
Associazione per delinquere, truffa allo Stato e autoriciclaggio. Arrestate 11 persone riconducibili tutte a 4 onlus finite nel mirino della Procura di Milano. È questa l'inchiesta Fake Onlus. Durissime le accuse anche perché sembrerebbe che le realtà sociali indagate sarebbero infiltrate dalla 'ndrangheta. «Una notizia terribile, un fatto gravissimo e inaccettabile», così commenta la notizia la presidente di Confcooperative Federsolidarietà Lombardia e portavoce del Forum del Terzo Settore Lombardia, Valeria Negrini che è alla guida di una galassia di 2.519 realtà cooperative.
Presidente conosce Volontari senza frontiere, Milano Solidale, Amici di Madre Teresa e Area solidale, le quattro realtà coinvolte?
No non fanno parte delle nostre reti. Mi permetta però di dire una cosa…
Prego…
Ci tengo a ringraziare a fare i complimenti agli inquirenti che sono riusciti a scovare e smascherare queste realtà che lucravano sulla vita dei migranti. Una cosa gravissima. È importantissimo che questi delinquenti vengano fermati.
Un caso che oltre ad essere grave rappresenta un duro colpo all'immagine del terzo settore…
È vero. Per questo da tempo, non solo rispetto ai migranti, sollecitiamo il mondo politico perché approvi la legge contro le false cooperative che esistono nell'accoglienza dei migranti ma anche in altri settori.
In mancanza di questa legge come si fa ad evitare casi come questo?
Noi, grazie alla Carta della Buona Accoglienza sottoscritta anche con Anci Lombardia nel 2015, cerchiamo di attuare un autocontrollo. Qualcosa che nessuno ci ha chiesto ma che per noi è fondamentale
In cosa consiste?
Le cooperative che aderiscono a questa carta devono rispettare una serie di criteri gestionali che individuano dei nodi vincolanti. Penso alle figure professionali da impiegare nell'accoglienza, le ore minime per le attività che devono essere garantite, come ad esempio i corsi di lingue e la mediazione linguistica. Tra queste c'è anche l'applicazione corretta del contratto nazionale della cooperazione sociale e soprattutto le finalità, che devono essere inclusione e integrazione. Questo continuiamo a farlo nonostante la stretta economica degli ultimi bandi.
Un filtro ulteriore rispetto ai controlli pubblici…
Si ci sono tantissimi passaggi, dall'antimafia fino alla rendicontazione dell'ultimo degli scontrini, cui siamo sempre sottoposti.
E come si spiega che questi controlli hanno fatto acqua?
Non saprei proprio. La mia impressione è che più un fenomeno come questo viene gestito in maniera emergenziale più si apre il fianco a questo tipo di fenomeni delinquenziali. Serve programmazione strategica dell'arrivo dei migranti, con un sistema che li accolga e integri attraverso il lavoro con strutture come gli Sprar. In questa condizione è evidente come possa capitare, quando c'è l'ondata di arrivi, che la fase di controllo faccia cilecca. Teniamo presente che tutte queste realtà hanno partecipato ai bandi ricevendo luce verde dalla prefettura.
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