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Fact-checking: Lifeline è davvero fuorilegge?

L’imbarcazione dell’Ong tedesca naviga verso nord con 234 naufraghi a bordo, ancora in attesa di un porto sicuro. E mentre il Ministro Salvini accusa la nave di essere “fuorilegge” e minaccia il sequestro, i volontari mostrano le carte di registrazione: niente sembra fuori posto

di Ottavia Spaggiari

La nave Lifeline, gestita dall’omonima Ong, composta da volontari, continua lentamente a navigare verso nord ancora in attesa dell’assegnazione di un porto sicuro in cui sbarcare le 234 persone salvate dall’acqua, tra cui diverse donne e bambini. Via Twitter ieri sera, la nave dell’Ong ha reso noto di essersi nuovamente fermata per aiutare il mercantile Alexander Maersk, non equipaggiato per i soccorsi in mare, Lifeline ha raccontato che, per accedere al mercantile, i naufraghi hanno dovuto arrampicarsi su una scala alta cinque metri.

Nelle stesse ore il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini via Twitter aveva dichiarato che «La nave Fuorilegge #Lifeline è ora in acque di Malta, col suo carico di 239 immigrati. Per sicurezza di equipaggio e passeggeri abbiamo chiesto che Malta apra i porti. Chiaro che poi quella nave dovrà essere sequestrata, ed il suo equipaggio fermato. Mai più in mare a trafficare», un’affermazione che si riferiva ad un altro Tweet, quello del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, che proprio ieri aveva annunciato di “aver avviato un’indagine di bandiera”, poiché “l’Olanda nega la nazionalità dell’imbarcazione”, arrivando a definire l’imbarcazione apolide. In risposta alle accuse dei due ministri, l’Ong ha pubblicato su Twitter i documenti di registrazione dell’imbarcazione, che riportano in realtà, come bandiera, proprio l’Olanda.

«L’imbarcazione naviga sotto l’IMO 6825842 e sulla pagina dell’International Maritime Organization (IMO), lo stato di bandiera può essere controllato, non c’è bisogno che il governo italiano sequestri la nave per delle indagini, come era stato minacciato ieri», ha dichiarato Axel Steier, fondatore di Mission Lifeline.
Anche Vita.it si è registrata sul sito dell’IMO e ha potuto verificare che le informazioni registrate nell’archivio online dell’International Maritime Organization sono effettivamente quelle rese note dall'Ong.
Il giornalista di Radio Radicale, Sergio Scandura, ha ricostruito via Twitter la biografia della breve vita di Lifeline, partita con la prima missione a ottobre dello scorso anno. «Dopo un paio di mesi di attività, il 16 dicembre 2018 la #ONG viene speronata da una nave da pesca libica in manovra mentre stava ormeggiata a Malta, dove l'organizzazione fa base (e dove resterà bloccata)», scrive Scandura, aggiungendo che «Dopo 549 persone salvate (e un parto a bordo) a gennaio la nave va in 'secca' al cantiere navale di Licata per le riparazioni dovute 'all'incidente' di Malta. Rimane 6 mesi ferma, #ONG piccola, fondi pure». Se dunque la registrazione dell’imbarcazione avesse effettivamente riportato delle anomalie sia a Malta, che a Licata, questo sarebbe probabilmente emerso.

Proprio nella giornata di ieri, Unhcr ha riportato un naufragio in cui sono morte annegate 220 persone, secondo Lifeline «Una conseguenza dell’attuale riduzione nei soccorsi in mare che una volta venivano portati avanti dalle Ong e da soggetti dello stato».

Hermine Poschmann / MISSION LIFELINE

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