Non profit

Facciamo cooperazione, lo Stato lo riconosca

Sostegno a distanza. Le associazioni muovono 3 mld l’anno.

di Sara De Carli

Si è svolto a Brescia il IX Forum nazionale del sostegno a distanza, dedicato al rapporto tra sostegno a distanza e cooperazione internazionale. Tra le richieste, il riconoscimento, all?interno della riforma della cooperazione, del ruolo delle associazioni che si occupano di Sad e la conseguente partecipazione ai progetti del ministero degli Esteri.

Cambiare la legge sulla cooperazione internazionale e inserirvi, dopo cinquant?anni di attività, il pieno riconoscimento del sostegno a distanza come strumento efficace di aiuto ai Paesi in via di sviluppo. In più, linee guida sul Sad entro il 2008. Sono queste le richieste arrivate da Brescia, dove dal 28 febbraio al primo marzo si è tenuto il IX Forum nazionale del sostegno a distanza, dedicato quest?anno a Solidarietà, sviluppo e cooperazione internazionale. «Chiediamo che la legge prenda atto della realtà», spiega Vincenzo Curatola, portavoce del Forum Sad. «È evidente che il sostegno a distanza è un tassello della cooperazione internazionale, come il microcredito o il commercio equo: le nostre associazioni da sempre fanno cooperazione, solo che la legge italiana, vecchia del 1987, riconosce un solo soggetto, le ong. Questo esclude le nostre realtà dai progetti del Mae, anche se noi, con il sostegno a distanza, muoviamo almeno 3 miliardi di euro l?anno, più di qualsiasi altro intervento: per questo abbiamo chiesto ai politici presenti, da Patrizia Sentinelli a Giorgio Tonini, di impegnarsi perché la modifica della legge non sia abbandonata». Un bel salto, anche perché con l?apertura alla partecipazione ai bandi del Mae dovrebbero arrivare anche regole più severe per la trasparenza e la rendicontazione. Per il variegato mondo del Sad, fatto anche da realtà piccolissime, potrebbe essere un problema: non certo per la malafede, ma per i costi rilevanti – per esempio – del bilancio certificato. «Chi vorrà partecipare ai progetti pubblici dovrà addattarsi alle regole previste dal Mae, ma questo non significa imporre a tutti requisiti costosi come il bilancio certificato. Le piccole associazioni potranno continuare a lavorare come hanno sempre fatto: ricordiamoci che la trasparenza deriva sì dalle regole ma anche dalle buone prassi», precisa Curatola. In arrivo, a questo proposito, un accordo con l?Istituto della donazione e l?albo dei commercialisti. Le linee guida invece le scriverà entro l?anno il Forum Sad insieme all?Agenzia per le onlus: a Brescia è stato presentato un tavolo tecnico operativo da marzo, che dovrebbe stendere delle raccomandazioni a 360 gradi sul Sad. Due novità ci sono anche sul fronte dei numeri dell?universo Sad, da sempre un po? incerti. La Gabbianella, uno dei coordinamenti delle associazioni, ha promosso una ricerca curata da Enrico Ciavolino, docente di Statistica sociale all?università di Lecce: un?indagine su 500 associazioni, che sarà pronta entro la primavera e che scandaglierà i comportamenti degli italiani sul Sad, a cominciare dalla continuità del loro impegno, la questione che oggi il sistema avverte come più problematica.

Per saperne di più:
<a href=”http://www.forumsad.it” target=”_blank”>Forum Sad</a>


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