Siamo i suoi abitatori, ma in fondo lo conosciamo poco! Studiare il nostro corpo in ogni suo elemento, il suo cambiamento e le sensazioni che prova man mano che cresciamo, non fa parte delle attività che eseguiamo normalmente. Se lo facessimo, almeno in parte, la nostra vita sarebbe diversa forse più intensa, sicuramente più consapevole. Per noi sclerotici invece, soprattutto per gli r/r, fare attenzione a viso, braccia, gambe, bacino etc…. diventa nostro malgrado una consuetudine, per capire se è in arrivo una ricaduta e fronteggiarla subito. Tempo fa mi sono infatti, ritrovata a pensare che il lato quasi accettabile della sm è una potenziata consapevolezza del proprio corpo e la possibilità di sperimentare le proprie capacità nel caso di una perdita dell’uso completo di un elemento che lo compone. A questo bisogna aggiungere, che la nostra perfida convivente ci aiuta a modo suo a capire, quali sono i sensi e le membra cui teniamo di più, la cui perdita ci porterebbe alla disperazione, almeno iniziale. Io, ad esempio, ho capito di essere particolarmente affezionata alla mia voce e all’udito.
Secondo me sarebbe utile a tutti noi tenere, fin dalla nascita, quel diario del corpo di cui parla Daniel Pennac nel suo ultimo libro. Chissà si potrebbe pensare di insegnare ai bambini a tenerlo, come si spiegano le altre nozioni. Queste agende corporali potrebbero rappresentare uno strumento utilissimo per i medici, una chiara dimostrazione dell’utilità della medicina narrativa. Del resto lo dice anche Piero Pelù, quanto è importante il corpo che cambia !
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