Volontariato

Fabrizio Pregliasco: «L’Anpas entra in una nuova fase»

Eletto il 30 novembre a Firenze dal Consiglio nazionale dell’Associazione, succede a Fausto Casini. Guiderà un Movimento che conta 874 Pubbliche Assistenze, 90.000 volontari, 3.200 dipendenti

di Francesco Mattana

 
Per Anpas è  un momento di passaggio, di cambio della guardia: lo scorso 30 novembre a Firenze il Consiglio nazionale ha eletto Fabrizio Pregliasco (al centro nella foto) nuovo presidente
È una persona che sa unire cordialità e concretezza. Due doti che gli torneranno parecchio utili per gestire una macchina molto impegnativa: 874 Pubbliche Assistenze con 238 sezioni, presenti in tutta Italia; 90.000 volontari; 3.200 dipendenti e 390.000 soci. Il lavoro non sarà facile, insomma, ma le basi di partenza sono buone. Proprio questa mattina, a Milano presso la sede di Borsa Italiana, l'Associazione ha vinto l'Oscar di Bilancio 2013 per le organizzazioni Non Profit. Motivo della scelta: la rendicontazione di ottimo livello, il bilancio di esercizio chiaro e ben dettagliato nella presentazione dei valori di spesa e di ricavo.
 


Succede a Fausto Casini -in carica dal 2004: tra i due c’è un’affinità di vedute sulle questioni di sostanza. Una vita, quella di Pregliasco, spesa per il volontariato: dal 1981 a tutt’oggi presidente della Pubblica Assistenza Rho Soccorso; vicepresidente di Sami (Samaritan International). Nel 2005 l’ingresso ad Anpas, in qualità di vicepresidente. Pochi giorni fa, il salto di grado. Lo abbiamo incontrato per discutere insieme le priorità sul tavolo.
 
Quali sono i tre punti principali in agenda?
«Aumentare l’autorevolezza di un movimento che ha quasi 110 anni, e che –nonostante garantisca presenza sia nel quotidiano sia nell’emergenza di Protezione Civile-  non riesce ad avere una grande visibilità, azione e visione; ribadire come il volontariato sia una forza in termini di cittadinanza attiva e non solo di risparmio: a volte c’è la tentazione di rimanere compressi sotto l’aspetto economico e il rischio è che si faccia male il lavoro; un’azione che vada a migliorare aspetti pratici –in questo senso, stiamo interloquendo col ministero dei Trasporti»
 
Qual è la specificità di Anpas?
«Una tradizione di cittadinanza attiva, con l’obiettivo di rendere migliore la vita delle comunità in cui stiamo. Ci distingue uno spirito laico –quindi una storia diversa rispetto a Misericordie, coi quali intratteniamo un ottimo rapporto.  Inoltre stiamo lavorando per allargarci all’Europa. Sono anche vicepresidente di Samaritan International: è una realtà -che vede associazioni simili alle nostre soprattutto nell’Europa dell’Est, in Germania, in  Austria- attraverso la quale vogliamo creare servizi transfrontalieri»
 
Come hai accolto la richiesta di diventare presidente di Anpas?
«Con una più che legittima paura di non essere adeguato a una realtà così variegata. Mi consola il fatto di succedere a Fausto Casini, il mio lavoro proseguirà sul solco di un bravo predecessore. Bisogna mettersi subito di buzzo buono perché ci aspettano appuntamenti importanti: l’anno prossimo il Congresso Nazionale, prima ancora l’Assemblea precongressuale alla fine di maggio»
 
Sul fronte della Sardegna come procede?
«Le  42 Pubbliche Assistenze associate ad Anpas nell'isola stanno facendo un ottimo lavoro. In particolare la sede di Terralba è diventata un punto di snodo fondamentale. Il merito è anche dei cittadini, che stanno mostrando una capacità di reazione, una forza di volontà incredibili». 
 

 


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