Formazione

Fabio Gnecco: trasparenza dove sei?

Intervista a Fabio Gnecco sui costi nell' industria dei fondi comuni

di Ida Cappiello

L?industria dei fondi comuni, anche se regolata da norme severe, è ancora costellata di zone d?ombra. Una delle aree più critiche è quella dei costi. Ne parliamo con Fabio Gnecco, responsabile asset management di Banca Profilo (non colloca fondi propri, ma li seleziona per i clienti). E&F: Parliamo di costi… Fabio Gnecco: I costi espliciti, che tutti conosciamo, sono le commissioni di entrata e di uscita, che di solito vanno a remunerare l?attività di distribuzione commerciale del prodotto. Meno chiara per il piccolo risparmiatore è la commissione di gestione, variabile perché calcolata giornalmente come percentuale del valore del fondo, che viene detratta dal rendimento e quindi non è percepita dal cliente. E&F: Ma queste cose saranno pur scritte da qualche parte… Gnecco: Nel contratto di sottoscrizione sono citate ma non sono quantificate. Non è ancora finita: il rendimento del fondo viene decurtato anche di altri costi, ad esempio le commissioni di negoziazione pagate al broker, intermediario che compra e vende i titoli per conto della sgr. Il broker dev?essere indipendente per legge, ma è difficile controllare l?esistenza di collegamenti che in qualche modo fanno rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta, di nuovo a spese del cliente. E&F: Come uscirne? Gnecco: In America alcune società specializzate nelle analisi dei fondi hanno elaborato un indice innovativo, chiamato Ter (Total expense ratio), che sintetizza tutti i costi di cui abbiamo parlato. In Italia c?è ancora poco in questo senso, ma credo che seguiremo gli Usa: nell?attuale crisi la domanda di trasparenza sale drammaticamente.


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