Economia
Fabbrica per eccellenza presenta un nuovo Social Impact Index
Presentato oggi a Firenze un nuovo indicatore elaborato da Fabbrica per l’Eccellenza in collaborazione con l'Università Ca' Foscari per misurare – in una scala da zero a 100 - le aziende che scommettono sulla sostenibilità per aumentare i posti di lavoro e generare valore per sé ma anche per il terzo settore. Il SII sarà presentato al Ministro dell’Economia, alle istituzioni bancarie e ai governi regionali per poi essere discusso anche nel corso dell’evento Economy of Francesco di marzo 2020 ad Assisi, la “tre giorni” voluta dal Papa per una nuova economia
di Redazione
Gli investimenti in responsabilità sociale non saranno più definiti come un semplice esercizio di filantropia ma sarà possibile misurare in modo oggettivo quanto l’impatto sociale di un’azienda possa guidare la trasformazione del suo business model, far crescere i suoi profitti e modificare il suo assetto organizzativo a favore dei lavoratori e del territorio in cui opera.
L’innovazione sociale può diventare un fattore competitivo per le aziende italiane, non solo quelle di grandi dimensioni ma anche quelle di medie dimensioni che già esprimono un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale?
Partendo da questa domanda il centro studi di Cdo – in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia all’interno di Fabbrica per l’Eccellenza, la learning community della media impresa italiana promossa da Compagnia delle Opere – è arrivato a definire il Social Impact Index: oggi la business community italiana ha a disposizione un indicatore che può misurare il virtuosismo delle imprese sulle politiche aziendali strategiche in ambito ESG (Enviromental, Social, Governance).
L’indice, presentato durante il 3° Forum Annuale Media Impresa Italiana (Firenze, 22 novembre 2019), sintetizza quanto la strategia di una singola impresa sia orientata all’innovazione e al progresso sociale, attribuendole un punteggio da zero a 100, in funzione di una serie di KPI quantitativo-monetari e qualitativi.
Il social impact index è l’indicatore che analizza fornitori, risorse interne ed esterne all’azienda, processi, prodotti e clienti per valutare quanto dialoghino quotidianamente con il territorio generando più o meno valore sociale. È quindi la strategia d’impresa a rendere l’impresa stessa generatrice di effetti positivi sul tessuto sociale, moltiplicandolo altresì a tempo indeterminato.
Il social impact index è un termometro che Fabbrica per l’Eccellenza mette a disposizione di tutte le aziende e dei decisori politici per rendere oggettivo quanto ogni elemento della filiera stia generando valore sociale.
“Porteremo i risultati dello studio al Ministro Gualtieri, per sottolineare come gli investimenti (o la minor pressione fiscale) a favore delle imprese sono investimenti che hanno ricadute positive sulle famiglie dei lavoratori ma anche sul territorio in cui queste aziende operano. Si parla molto di open innovation: mettiamo a disposizione di tutti il social impact index perché siamo convinti che la contaminazione delle buone pratiche sia essa stessa una forma di innovazione sociale” – ha sottolineato Gigi Gianola, direttore generale di Compagnia delle Opere.
Il social impact index nasce da una ricerca dell’Università Ca’ Foscari su un campione di medie aziende che aderiscono al network di Fabbrica per l’Eccellenza. “Dall’analisi – ha aggiunto il professor Carlo Bagnoli, ordinario di innovazione strategica dell’Università Ca’ Foscari Venezia – è emerso quanto esista in Italia un patrimonio di valore sociale derivante da un tessuto imprenditoriale significante. Le interviste e l’elaborazione dei dati raccolti hanno mostrato un quadro di aziende sparse per tutta la penisola che ogni giorno producono valore e si preoccupano di distribuirlo sul territorio: l’impatto sociale è generato dalla ridefinizione del modello di business, delle strategie economico-finanziarie e di quelle organizzative in chiave di innovazione strategica sociale. Sono emersi esempi virtuosi, tuttavia c’è molto ancora da fare per spiegare alle imprese l’importanza di far sì che la responsabilità sociale non sia solo un tema di buona cittadinanza, ma sia invece una grande opportunità strategica”.
“Ci siamo mossi – conclude Gianola – ispirandoci da un lato alla Laudato Si’ di Papa Francesco, ma anche al concetto di shared value elaborato dall’economista Michael Porter. Un lavoro che ha come radice culturale la visione cristiana dell’economia, così come è stata esplicitata nella dottrina sociale della Chiesa. Leggendo i report delle singole aziende partecipanti allo studio, ci rendiamo conto di quanto esistano già esempi virtuosi di responsabilità sociale: dobbiamo avere il coraggio di raccontarli e soprattutto dobbiamo essere orgogliosi che i nostri figli possano andare a lavorare in aziende capaci di coniugare l’attenzione al business con la cura di tutta la comunità”.
Tornando al campione analizzato da Ca’ Foscari, emerge come siano soprattutto 3 aspetti del business model a generare valore sociale sul territorio: la gestione delle risorse interne (ad esempio le politiche di approvvigionamento e gestione del capitale umano), il costo delle materie prime e della manodopera, fortemente rilevanti nella generazione di valore sociale e la grande attenzione ai sistemi di reclutamento, prima ancora che al livello salariale medio.
Accanto alle luci sono emerse anche alcune ombre: poca attenzione all’impatto sociale generato dai canali di comunicazione e dai canali di distribuzione; scarsa incidenza del parametro sociale sulle politiche di pricing, sulle quantità di prodotti, di servizi venduti o erogati; poco ricorso a incentivi fiscali per sostenere iniziative di impatto sociale e scarsa proceduralizzazione della responsabilità sociale.
Il report di sintesi con i risultati della misurazione dell’impatto sociale sul campione di aziende di Fabbrica per l’Eccellenza nelle prossime settimane verrà consegnate agli stakeholder istituzionali, bancari e finanziari. In contemporanea verrà condiviso e messo a disposizione dei partecipanti all’evento Economy of Francesco, promosso a marzo 2020 dal Pontefice nella città di Assisi per riflettere e proporre nuovi modelli di costruzione del capitale sociale ed economico.
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