Famiglia

Fa discutere la norma sui nidi-pollaio

La Giunta ritocca i rapporti tra numero di bambini, educatori e metri quadri. E scoppia la polemica

di Benedetta Verrini

Se ne discuteva già da maggio, ma ora la “riclassificazione” dei numeri negli asili nido laziali sembra molto vicina al via libera. Grazie a un emendamento inserito nella legge di assestamento di bilancio, in discussione in questi giorni in Consiglio, viene stabilita la riduzione dello spazio minimo per bambino, in ciascun nido, da 10 a 6 metri quadrati.

Nello stesso articolo di legge viene «rimodulato» anche il rapporto numerico minimo tra educatori e bambini,  che passa da 1 insegnante ogni 6 piccoli a 1 ogni 7. La norma, che appare in aperto contrasto rispetto a quanto stabilito dal consiglio di Stato per le scuole dell’obbligo, sta suscitando polemiche.

Contrario il gruppo Pd e i sindacati di base: già il 26 luglio, Cgil, Cisl e Uil hanno scritto alla presidente Polverini ribadendo che la norma in approvazione «prefigura un forte abbassamento della qualità strutturale dei nidi e, inoltre, il cumularsi della riduzione dei metri quadri con l’aumento del rapporto numerico educatore/bambini configura la possibilità per gestori malaccorti di realizzare servizi sovraffollati, che non possono garantire né adeguate condizioni di sicurezza dei bambini né il loro benessere psicologico né tantomeno un ambiente educativo adeguato».

«Nessun asilo nido viene trasformato in un parcheggio o, peggio ancora in un pollaio», ha ribadito l’assessore alle Politiche sociali e Famiglia della Regione Lazio, Aldo Forte.«La nostra è una risposta immediata e intelligente alla richiesta di più posti avanzata da molte famiglie di Roma e del Lazio, con la quale potremo accudire già da settembre 5.000 bambine e bambini in più. E che allinea il Lazio agli standard delle Regioni virtuose».

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