Leggi

Extracomunitari, 170mila nuovi ingressi per il 2006

Lavoro. E' già stata definita l’entità del “decreto flussi” per l’anno 2006

di Benedetta Verrini

E’ già stata definita l?entità del ?decreto flussi? per l?anno 2006. Lo ha reso noto lo stesso ministero del Welfare, dopo una riunione interministeriale che si è svolta il 14 dicembre. Il numero massimo di cittadini extracomunitari che potranno entrare in Italia nel 2006 è di 170mila unità.

La quota, che risulta incrementata di oltre 10mila persone rispetto all?anno scorso, è stata ripartita secondo questo criterio: 50mila saranno lavoratori stagionali, 45mila badanti e il restante 75mila è formato da cittadini extracomunitari in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, come stabilito dalla legge Bossi-Fini.

Per quanto riguarda i lavoratori stagionali, saranno privilegiati quelli provenienti dai Balcani, Romania e Bulgaria e dei paesi con cui sono stati sottoscritti accordi specifici (Tunisia, Albania, Marocco, Moldavia, Egitto). Il ministero ricorda che le associazioni di categoria coinvolte (in particolare quelle del settore agroalimentare e turistico) dovranno impegnarsi affinché, una volta scaduto il contratto, il lavoratore rientri nel proprio Paese.

Il nuovo decreto flussi dovrebbe riguardare solo i lavoratori extracomunitari, e non anche quelli neocomunitari come è stato per il 2005.

Dal giorno successivo alla pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale, che è prevista entro i primissimi mesi del 2006, i datori di lavoro dovranno spedire, a mezzo di raccomandata, le domande di assunzione allo sportello unico sull?immigrazione presso ogni prefettura.

Le domande di assunzione dovranno essere compilate utilizzando la modulistica allegata alla circolare del ministero dell?Interno del 30 maggio 2005.

Info: www.welfare.gov.it; www.interno.it

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.