Sostenibilità
Expo, la macchina dell’Energia
Inaugurato oggi il percorso multimediale. Al centro l'opera dall’artista tedesco Wolf Vostell, pioniere della video-arte a cui l’anno scorso è stato assegnato (postumo) il premio internazionale per la difesa dei diritti umani.
di Redazione
Un po’ di Energia per un Expo “che vuole ricordare la parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci, perché noi pensiamo che per nutrire il pianeta non vi sia altra strada che quella della condivisione, la sola divisione che non diminuisce, ma moltiplica le risorse e le energie. Da qui il titolo che abbiamo scelto come segno distintivo della nostra presenza sul sito espositivo: Dividere per moltiplicare, spezzare il pane” per usare le parole del vicedirettore della Caritas Ambrosiana con delega all’Expo Luciano Gualzetti che questa mattina ha inaugurato l’Edicola della Caritas (fra i primi padiglioni sulla sinistra del Decumano, arrivando dall’entrata Ovest).
L’Edicola, realizzata dallo studio Piuarch, si presenta come un cubo spezzato che declina anche archittettonicamente l’idea della condivisione come ricchezza. Al centro del percorso multimediale c’è appunto Energia, l’istallazione inaugurata oggi alla presenza del commissario Sala e del sindaco milanese Pisapia, realizzata nel 1973 dall’artista tedesco Wolf Vostell, poniere della video-arte a cui l’anno scorso è stato assegnato (postumo) il premio internazionale per la difesa dei diritti umani, assegnato Henry Kissinger. L’opera, che arriva dal museo spagnolo di Malpartida, è costituita da un’automobile Cadillac, cinta da forme di pane.
“Vostell”, spiega il critico d’arte Gianluca Ranzi, “aveva trovato questa macchina a Roma abbandonata in via Nomentana subito dopo la guerra. Dentro, come si vede c’erano ancora le armi: l’ha voluta rimettere a posto e circondare con una corona di pane. Energia vuole dare il senso del riutilizzo in termini positivi di qualcosa che era stato il simbolo di guerra. In questo quadro il pane assume il significato dell’unicità, ma anche della molteplicità e quindi della condivisione di qualcosa che guarda al futuro”.
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