Cultura

Expo: entro 2015 nessun senza fissa dimora

Auspicato dal Parlamento Europeo per la “ending street homelesness nel 2015”. Lo chiede Caritas Ambrosiana.

di Redazione

«Recentemente, il Parlamento europeo ha invitato gli Stati membri ad attuare strategie per mettere fine al problema dei senza dimora entro il 2015. Quella data coincide anche con l?apertura a Milano dell?Expo, l?esposizione universale. La città colga allora questa occasione storica per porsi alla testa di un movimento europeo per la ?ending street homelesness, cominciando dall?apertura sin d?ora di un tavolo sulla grave emarginazione».
Lo ha detto don Roberto Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana, oggi, durante la conferenza stampa che si è tenuta nella sede dell?ente ecclesiale, in via San Bernardino 4 a Milano, per presentare un articolato documento indirizzato all?Amministrazione comunale.
La proposta nasce dalla consapevolezza che a Milano, nonostante lo sforzo del Comune e del volontariato, si continua ancora a morire di freddo, come è accaduto anche questo inverno a due senza dimora. Da qui la necessità di un intervento più efficace e, soprattutto, capace di superare la logica dell?emergenza. In particolare, il documento firmato dalla Commissione per la grave emarginazione cui aderiscono le principali organizzazioni del terzo settore impegnate con i senza dimora, contiene due richieste:
1) la costituzione di un tavolo sulle povertà estreme e la progettazione degli interventi territoriali.
?Una problematica così complessa e multiforme non può che essere affrontata attraverso una compartecipazione nei processi programmatori, secondo il principio della sussidiarietà tra l?ente pubblico, responsabile primo della definizione delle politiche sociali, e gli enti del privato sociale?, si legge nel documento. In particolare, il tavolo dovrà ?definire un sistema di interventi territoriali capace di cogliere i bisogni, anche più nascosti? (attraverso, ad esempio, il potenziamento e il coordinamento delle unità di strada) e offrire soluzioni che vadano oltre il dormitorio e siano volte ad una vera promozione umana (attraverso, ad esempio, un piano di housing sociale che comprenda anche i più emarginati).
2) la creazione di un Osservatorio Permanente sulla Grave Emarginazione Adulta.
?Risposte adeguate ed interventi efficaci ed efficienti sul piano operativo chiedono però anche appropriati spazi di riflessione e confronto anche in termini di rilevazione e rielaborazione statistica per una lettura più completa ed intelligente del fenomeno. In tale senso sarebbe utile ? continua il documento ? la strutturazione di un Osservatorio Permanente sulla Grave Emarginazione Adulta con la collaborazione, non solo degli enti pubblici e privati che operano sul campo, ma anche di università e della fioPSD (Federazione Italiana degli Organismi per le persone senza dimora)?.
«Milano appare spesso distratta nei confronti della povertà ? ha detto don Roberto Davanzo ? Eppure questa è anche la città in cui le strutture del privato sociale sono in grado di distribuire 6 mila pasti al giorno e di produrre per i senza dimora 10 mila interventi, tra assistenza medicosanitaria, consulenza legale, orientamento ai servizi di assistenza, fornitura di indumenti. Occorre che queste azioni cessino di essere solo delle buone azioni quotidiane ma siano valorizzate da una collaborazione con le istituzioni significativa e rispettosa dei ruoli e delle competenze
specifiche».
«Sulla strada troviamo sempre più spesso soggetti insospettabili ? ha osservato Raffale Gnocchi, responsabile Caritas dell?area Grave Emarginazione ? I ?predestinati? all?emarginazione sociale hanno lasciato il posto ai ?vulnerabili?, persone che cadono in condizione di indigenza per avvenimenti, anche di portata modesta. All?interno di questo scenario, occorre ripensare l?intervento sociale. Il punto è mettere a sistema le tante, sparse, risorse private e pubbliche per garantire ai senza dimora un reale accesso ai servizi sociali e sviluppare una strategia che superi davvero l?assistenzialismo».

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