Famiglia

Ex Urss: 15 milioni di bambini vivono in orfanotrofio

Gli sconvolgenti dati di un rapporto dell'Unicef

di Gabriella Meroni

Dieci anni dopo l’avvio del processo di riforma nei Paesi dell’est e del centro Europa la situazione dei bambini e dei giovanissimi e’ sempre piu’ drammatica. E’ quanto rileva il Rapporto Unicef diffuso oggi ”Un decennio di transizione”, pubblicato dal Centro di Ricerca Innocenti di Firenze dell’organizzaione delle Nazioni Unite. Alla fine degli anni Novanta – annota l’Unicef – c’erano 1,5 milioni di bambini affidati agli istituti, circa 150.000 in piu’ rispetto all’inizio del decennio. L’aumento ha interessato la maggior parte della regione (fanno eccezione il Caucaso e la ex Jugoslavia), con gli incrementi piu’ alti negli Stati baltici. Anche l’Europa centrale ha tassi elevati, in netto contrasto con l’andamento di altri indicatori sociali in base ai quali questa parte della regione ottiene spesso i migliori risultati. L’aumento del numero di bambini affidati all’assistenza pubblica si verifica nonostante il fatto che a partire dal 1989 sia diminuito di oltre un terzo il numero di bambini piccoli. L’aumento del numero di bambini istituzionalizzati – denunciail Rapporto -rispecchia i sempre maggiori rischi cui sono soggetti i bambini: indebolimento dei legami familiari, riduzione del reddito delle famiglie, diminuzione delle possibilita’ di accesso ai servizi della sanita’ e dell’istruzione, aumento del tasso di mortalita’ degli adulti. Il Rapporto Unicef nota che, contrariamente alla previsione che l’adozione avrebbe contribuito a ridurre i bambini negli istituti, l’aumento delle adozioni e delle istituzionalizzazioni sono andati di pari passo. Per esempio, in Bielorussia il tasso di adozione e’ aumentato del 160 per cento nel periodo dal 1989 al 1999, ma e’ aumentata del 170 per cento anche la proporzione di bambini di eta’ tra 0 e 3 anni internati negli orfanotrofi. In alcuni paesi, ed in maniera spettacolare in Russia, l’aumento delle adozioni internazionali ha avuto un andamento parallelo alla diminuzione delle adozioni nazionali. Il rapporto afferma che la necessita’ di riforme radicali dei sistemi di protezione dell’infanzia nella regione non e’ meno urgente oggi di quanto non fosse dieci anni fa, e invoca politiche di prevenzione piu’ decise e maggiormente mirate a far rimanere i bambini nelle loro famiglie. ”E’ necessario un controllo regolare ed indipendente della qualita’ dell’assistenza istituzionale – scrive l’Unicef – nonche’ il rafforzamento del ruolo dello Stato come regolatore e garante della qualita’ invece che come principale fornitore di istituti di accoglienza. E’ necessario rafforzare i servizi di sostegno alle famiglie, incoraggiando le soluzioni assistenziali fondate sulla famiglia”. ”Anche l’introduzione o l’aumento delle rette degli istituti – consiglia l’organizzazione – contribuirebbe a ridurre la domanda”.


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