Volontariato
Eutanasia: Bush interrompe l’agonia di Terri Schiavo
Il presidente, rientrato apposta dalle ferie, firma una legge che impone di riaprireil caso. Il marito della donna parla di «accanimento terapeutico»
Il presidente americano George Bush ha firmato la legge intesa a prolungare la vita di Terri Schiavo, la donna della Florida in stato vegetativo da 15 anni. Il presidente e’ appositamente tornato a Washington alle prime ore di stamane dal suo week end in Texas. La Camera riunita in sessione d’emergenza ha approvato subito dopo la mezzanotte la legge, passata ieri in Senato.
In base alla nuova legge la vicenda di Terri Schiavo verra’ esaminata da un tribunale federale, invece che dalle corti statali della Florida come e’ accaduto finora. Venerdi’, al termine di una lunga battaglia legale condotta dal marito Michael e per ordine di un giudice statale, sono stati staccati i tubi di alimentazione che tengono in vita Terri, 41 anni, in una casa di cura della Florida. Se questi non verranno riattaccati la donna morira’ entro due settimane.
I genitori, Bob e Mary Schindler, si sono sempre opposti all’interruzione delle cure e a loro fianco si sono schierati attivisti anti eutanasia facendo della vicenda un caso politico. Michael, custode legale di Terri, parla di accanimento terapeutico e afferma che sua moglie aveva detto di non voler vivere in queste condizioni. La donna e’ stato vegetativo dall’eta’ di 26 anni, quando il suo cuore interruppe per alcuni minuti il battito procurandole estesi danni al cervello. ”Il presidente crede che la nostra societa’ debba essere basata su una cultura della vita” -ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca Scott McClellan, commentando la firma di Bush – E in una societa’ basata sulla cultura della vita, dobbiamo proteggere e accogliere la vita a tutti gli stadi, e questo comprende persone disabili”.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.