Welfare

Eutanasia ai bambini: i Centri di Bioetica chiedono l’intervento della Ue

Contro l'autorizzazione olandese ben trentacinque Centri e Istituti di Bioetica presenti e operanti in diversi Paesi nei cinque continenti

di Benedetta Verrini

“Non è soltanto il senso religioso, e in specie quello cristiano, che porta a denunciare questo aggravamento della negatività della legge, ma sono la stessa ragione naturale e il senso di umanità”: così la Federazione internazionale dei Centri di Bioetica personalista (Fibip) ha espresso la sua condanna in un documento ufficiale all’autorizzazione olandese all’eutanasia per i bambini e richiede l’intervento della UE. Ecco il testo: La Federazione Internazionale dei Centri di Bioetica Personalista, che rappresenta trentacinque Centri e Istituti di Bioetica presenti e operanti in diversi Paesi nei cinque continenti, si fa interprete e portavoce di un giudizio negativo e assoluto sulle ultime estensioni della legalizzazione dell’eutanasia in Olanda consentita anche per i bambini e neonati con la connivenza di medici clinici e rappresentanti della giustizia. Il giudizio negativo è valido già per legalizzazione dell’eutanasia e del suicidio assistito concernente gli adulti coscienti che ne facciano richiesta secondo le norme previste nella stessa Olanda, dal 2002, perché la vita di ogni uomo non è disponibile ai fini della sua soppressione da parte di chicchessia, neppure da parte del soggetto eventualmente richiedente, trattandosi di un bene fondamentale per l’individuo stesso e per la società e della condizione prima per l’esercizio della autonomia presunta, ed è qualificabile come primario bene della comunità. Nella estensione della legalizzazione ai bambini e ai neonati, ove non è possibile il consenso, si tratta di un aggravio inconcepibile tenendo conto di quanto è prescritto persino nei codici di semplice sperimentazione di un farmaco non finalizzato alla salute dello stesso soggetto minore. Non è soltanto il senso religioso, e in specie quello cristiano, che porta a denunciare questo aggravamento della negatività della legge, ma sono la stessa ragione naturale e il senso di umanità a chiedere un ripensamento su un tale pervertimento delle norme civili e sanitarie. Pensiamo che l’Europa nei suoi organi istituzionali sia legittimata ad intervenire per impedire una tale interpretazione dello spirito e della lettera dei diritti dell’uomo sanciti nella “Convenzione sui diritti dell’uomo e le libertà fondamentali” (Patto di Roma, art.2) dando conforto così al senso di civiltà che ha alimentato la progressiva unità del Continente. Per il Consiglio Direttivo: Prof.ssa M.L. di Pietro Prof. G. Miranda Prof. Mons. Elio Sgreccia Prof. P. Ventura-Juncà


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