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Europee: Veronica, Emanuele Filiberto e gli altri

La moglie di Berlusconi entra con decisione nella polemica sulle veline nelle liste per Strasburgo. L'erede Savoia in corsa con l'Udc

di Franco Bomprezzi

Veronica Lario si conferma spina nel fianco del marito premier Silvio Berlusconi. Basta una sua e-mail all’Ansa per infiammare la polemica sulle liste ormai quasi definite per le imminenti elezioni europee. Il ciarpame delle veline candidate è il tema sviluppato con dovizia di particolari dai giornali di oggi.

La rassegna stampa oggi si occupa anche di:

 

 

“Veronica attacca Berlusconi: «veline candidate, è ciarpame»”. È il primo titolo per LA REPUBBLICA (l’altro, più in rilievo, è ancora sulla febbre suina e la paura in America). Ancora una volta le vicende private del premier vanno in prima pagina e ancora una volta il merito è della moglie Veronica: «Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell’imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere». Non usa mezzi termini la signora Lario: questo modo di “selezionare” la classe dirigente non le piace. Come pure non le è piaciuta – scrive Silvio Buzzanca riferendo della mail che la signora Berlusconi ha inviato all’Ansa rispondendo a una richiesta di intervista –  la recente apparizione del marito alla festa di compleanno di una ragazza napoletana. «Che cosa ne penso? La cosa ha sorpreso anche me perché non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato… Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire». Il retroscena è affidato a Dario Cesto-Dina: “Lo strappo politico della first lady «Mio marito come Napoleone». Lucida la signora Lario: «Mio marito insegue lo spirito di Napoleone, non quello del dittatore. Il vero pericolo è che in questo paese la dittatura arrivi dopo di lui, se muore la politica come temo stia succedendo». Francesco Bei torna invece sulle elezioni: “Il principe, la velista, le show girl liste europee al rush finale”. Stasera alle venti cala il sipario sullo spettacolino delle candidature e l’unico sicuro di avercela fatta è Clemente Mastella, che va con Berlusconi. Escluso Paolo Cirino Pomicino che dice: «la ragione vera della mia esclusione è che io sono un politico mentre nelle istituzioni Berlusconi mette soltanto gente usa a “obbedir tacendo”». Escluse (ma più dignitose) anche Angela Sozio (Grande fratello), Camilla Vittoria Ferranti (Incantesimo), Eleonora Gaggioli (Elisa di Vallombrosa). Nelle file Udc è invece Emanuele di Savoia, nella circoscrizione Nord Ovest. È il secondo tentativo di Casini (dopo Alessandra Borghese, che non fu eletta alle politiche). Il principe non si accorge dell’umorismo involontario quando dice di sé: «sono un giovane cittadino della Repubblica che rispetta la Costituzione, ha dietro di sé una storia e la rispetta, ma sa guardare avanti… Non sarò né il primo né l’ultimo ad aver bucato lo schermo (con Ballando sotto le stelle)… Guardate Obama…».

“Veronica e le veline in lista «Ciarpame senza pudore»”, titola in prima pagina il CORRIERE DELLA SERA. La moglie del premier mette per iscritto le sue idee sulle candidature al femminile del pdl per le Europee. Negli ultimi giorni si sono fatti i nomi di annunciatrici e concorrenti del Grande Fratello. «Ciarpame senza pudore. Una cosa contro le donne», dice Veronica Lario. Che aggiunge: «Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime di questa situazione che ci fa soffrire». Il pezzo di Paola Di Caro segue a pag 15: a indignare Veronica «è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere». La signora parte dalla considerazione che «per fortuna è da tempo che c’è un futuro al femminile sia nell’imprenditoria che nella politica e questa è una realtà globale». Prosegue la Lario: «quello che emerge che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile e che è ancora più grave, è la sfrontatezza e la mancanza di rispetto del potere che offende la credibilità di tutte». La Lario poi arriva alle questioni personali. Domenica notte il premier ha partecipato a una festa per i 18 anni di una ragazza napoletana: «Cosa ne penso? La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato». La pietra dello scandalo è la neodiciottenne Noemi, napoletana, alta, bionda e col viso da bambina. E a Berlusconi quando l’ha visto alla sua festa ha detto: «un regalo più bello, papi non poteva farmelo. Quando l’ho visto non riuscivo a crederci, sono stata troppo felice». Intanto l’Udc annuncia la candidatura a Strasburgo di Emanuele Filiberto: “«Conosco l’Europa che conta»”. E ancora: «Ho scelto l’Udc perché è moderata. Parlo cinque lingue, conosco la metà dei capi di Stato europei e dell’altra metà sono parente».

IL GIORNALE  non si sottrae alla lettera della signora Veronica Lario a partire dalla copertina e poi a pag.11 dove riporta alcune frasi della email in cui «Ha deciso di mettere  per iscritto – in risposta a alcune domande  sul dibattito aperto  dalla Fondazione Farefuturo – il suo stato d’animo di fronte a ciò che hanno scritto i giornali sulle possibili candidate del PdL alle europee».  Le risposte alla email  «Ciarpame senza pudore», «Siamo vittime e non complici di questa situazione», «Oggi le donne possono essere più belle. Ciò che emerge  oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte e soprattutto di quelle che sono sempre state in prima linea» sono  di spalla alla pagina interni dedicata alle “Mosse del cavaliere” che dice «Voterò sì al referendum, non sono masochista». Delle candidature si torna a parlare a pag. 13: “ll principe prova a ballare in Europa”, il titolo si riferisce alla candidatura di Emanuele Filiberto per l’Udc. Una pagina con la rassegna di altri candidati: Margherita Hack per i Comunisti, Gianni Vattimo  per l’Idv come Maruska Piredda  e Alessandra Sensini per il Pd.  Intervista a Paolo Costa, ex sindaco di Venezia,  che IL GIORNALE definisce cavallo di razza che in 10 anni di mandato a Bruxelles  ha lavorato bene, «ma che ora per il Pd è buono solo per la pensione». Costa considera: «Il Pd manda giocatori di ping pong a fare i sub». Spalla sulla diaspora da Casini: 50 dirigenti lasciano l’Udc e vanno al PdL, il regista del manovrone è Guido Podestà, candidato alla Provincia  di Milano.  

“Liste avanti Savoia” ironizza IL MANIFESTO  a pag 4. Il quotidiano comunista fa la lista della spesa. Pdl: escluso Paolo Cirino Pomicino, dentro Clemente Mastella. Confermati Iva Zanicchi e Gabriele Albertini. Certi anche i nomi dell’annunciatrice Rai Barbara Matera, Cristina Ravot, la cantante di Sassari che ha animato più di una festa nella villa sarda di Silvio Berlusconi, Susanna Petrone, valletta della trasmissione Mediaset Guida al campionato. All’ultimo si potrebbe anche aggiungere la figlia del responsabile della protezione civile Guido Bertolaso. Lega Nord: annuncia il senatore Stiffoni: «In lista non ci sono personaggi dello spettacolo, da noi niente nani e ballerine». Niente candidatura nemmeno per Fabrizio Corona, in corsa fino a ieri per la Fiamma Tricolore Destra Sociale. Pd: ci sono il giornalista Rai David Sassoli e l’olimpionica azzurra Alessandra Sensini e probabilmente anche Andrea Cozzolino, assessore alle attività produttive campano a cui recentemente è stato recapitato un avviso di garanzia. Indagato anche Angelo Montemarano, ex assessore regionale alla Sanità.

Manderò al Parlamento europeo una latteronza, una scienziata nata nel 1922, una concorrente del Grande Fratello o una femminista che tra non molto compirà un secolo? E’ la domanda ironica che si fa Massimo Gramellini sulla LA STAMPA. «Il rappresentante del popolo», scrive Gramellini, «ha perso qualsiasi autonomia, per non parlare dell’utilità pratica. Gli onorevoli sono degradati al ruolo di pigia-pulsanti, chiamati a ratificare decisioni prese altrove e costretti a far dipendere la propria sopravvivenza non dalla volontà del cittadino che li vota, ma da quella del capo-partito che li mette in lista». Dopo le considerazioni serie, arrivano anche le risposte ironiche: “Ieri mattina, ho intercettato in un caffè lo sfogo al telefonino di un giovane elettore. «Ma ci toccano di nuovo le elezioni? Che palle. L’altra settimana ho già votato per X Factor, il Grande Fratello e un sondaggio del telegiornale»”. Per lui, il televoto ha ampiamente sostituito la cabina elettorale come luogo della cittadinanza. Chi ha innescato questa polemica? Secondo  LA STAMPA, Farefuturo webmagazine il quotidiano online della Fondazione di Fini FARE FUTURO, è responsabile del caso Veronica. Il titolo del pezzo: “La centrale Operativa del dissenso a Silvio” è più che eloquente. E’ stato il direttore di Farefuturo webmagazine, Filippo Rossi, che due giorni fa ha messo in rete il corsivo “Donne in politica, il velinismo non serve” che qualche fastidio ha procurato a palazzo Chigi e che ha indotto lo stesso Fini ad una presa di distanza, chiara ma cortese. Quell’articolo, sostiene LA STAMPA, e’ l’ultimo di una serie di corsivi corsari che finora si sono rilevati una delle armi più efficaci del “nuovo” Fini, quello che da presidente della Camera si sta aprendo uno spazio tutto suo, quello di una destra non populista, laica, distinta e distante da quella incarnata da Silvio Berlusconi.



E inoltre sui giornali di oggi:

 

PANDEMIA

CORRIERE DELLA SERA – “L’OMS rassicura: la pandemia si può evitare”. Il quotidiano milanese continua a seguire con toni molto cauti il diffondersi della febbre suina. Secondo l’Oms infatti sono solo sette i casi mortali accertati. Adriana Bazzi sempre dalla prima firma un pezzo intitolato “perché il panico è infondato”, mentre battendo sempre sullo stesso chiodo il CORRIERE  a pag 6 intervista Robert Gallo, lo scienziato che scoprì l’hiv: “Presto tutto potrebbe sgonfiarsi”. Infine il governo che dice: finora 11 test negativi, “«In Italia nessun pericolo per la febbre suina»”.

LA REPUBBLICA – “Febbre suina, la paura contagia gli Usa l’Oms: pandemia ancora evitabile”. Obama chiede al Congresso 1,5 miliardi per far fronte all’emergenza. In California si teme che molte persone abbiano contratto il virus. Da noi Fazio, sottosegretario alla Salute, ripete che la situazione è sotto controllo. Non dobbiamo creare allarmismi, ribatte giustamente il ministro Sacconi. L’Oms fornisce i dati sul contagio: 79 malati e 3 decessi contro i 1300 e i 152 forniti dal Messico. «Una pandemia non è ancora inevitabile, ma tutti i governi devono prepararsi al peggio, specie nelle nazioni più povere».



CRISI

LA REPUBBLICA – “Enti locali, scatta l’allarme derivati inchieste dei pm da Milano a Taranto”. Doppia pagina per riferire delle inchieste sui comuni che hanno sottoscritto, spesso al buio, investimenti difficili da comprendere e da gestire. Sono 600 i sindaci che l’hanno fatto. Si stima che si tratti nel complesso di 35 miliardi di euro.

 

MIGRANTI

IL MANIFESTO – “La squadraccia” titola in prima il giornale. Nella foto i leghisti Castelli, Maroni, Bossi e Calderoli. Sul ddl sicurezza infatti la Lega punta i piedi e impone al Pdl il voto a favore delle ronde e del prolungamento della detenzione fino a sei mesi dei clandestini nei Cie. Maroni: «Altrimenti chiediamo la fiducia». Intanto dal provvedimento saltano fuori altri orrori, come il divieto d’iscrizione a scuola per i figli degli irregolari. Domani il testo in aula alla Camera. Oggi la protesta delle associazioni a Montecitorio.

 

ABRUZZO

SOLE4ORE – Pagina del SOLE dedicata ai provvedimenti del governo per la ricostruzione in Abruzzo. Mentre un articolo di Carlo Mazzini conferma la piena deducibilità per le donazioni di aziende, a patto però che venga pubblicato un decreto prefettizio che indichi i beneficiari che danno diritto a beneficio fiscale, i conti della manovra sono presto fatti: per la ricostruzione vera e propria di case e aziende ci sono 3,1 miliardi, da suddividere tra ricostruzione e adeguamento alle norme antisismiche. Gli 8 miliardi annunciati dal governo sono da intendersi in vent’anni. Altra novità di rilievo sono le pene severe (fino a 4 anni) introdotte per chi lucrasse sulle donazioni ai terremotati.

IL GIORNALE – A pag. 6 la cronaca della visita del Papa sui luoghi terremotati e il testo della preghiera che il pontefice ha scritto per l’occasione. «Anche il Papa aveva l’abito infangato», è il titolo ma anche il passo più significativo di un’intervista a un ragazzo che incontrato il Santo Padre.

AVVENIRE – Apertura  e 6 pagine interne dedicata alla visita di Benedetto XVI in Abruzzo. Si sottolineano le parole dei speranza del papa ma anche i moniti a essere solidali con le popolazioni colpite e a ricostruire in omaggio ai morti, «non limitandosi all’emergenza iniziale». Nel discorso pronunciato all’Aquila inoltre Ratzinger ha richiamato tutti a fare «un esame di coscienza sulle responsabilità di ciascuno».

IL GIORNALE/2 – In copertina sbuca una proposta per l’Abruzzo: “Il permesso di soggiorno ai clandestini che aiutano” titola un intervento di Livio Caputo che prosegue nella rubrica lettere, pag. 38 (con errore del titolo).  Caputo  premette 3 punti: 1) in Italia sono presenti da mezzo milione a un milione di immigrati irregolari, una parte considerevole di questi  lavora in nero nell’edilizia e sono manodopera fondamentale; 2) all’Aquila si apriranno contemporaneamente molti cantieri di conseguenza servirà molta manodopera che certamente non sarà possibile reperire solo sul posto; 3) con una grande richiesta di manodopera e una  offerta relativamente scarsa c’è il rischio che i costi della ricostruzione lievitino, stile Belice e Irpinia. Premesso tutto ciò ecco la proposta «Offriamo ai clandestini che abbiano le competenze necessarie la regolarizzazione della loro posizione  in cambio  dell’impegno a lavorare alla ricostruzione dell’Abruzzo. Il progetto presenta rischi: quello di trasformare L’Aquila  nella provincia con il più alto tasso di residenti stranieri perchè molti  che accettano l’offerta di lavoro  potrebbero decidere di rimanerci ad abitare. Ma il progetto ha due  vantaggi:  regolarizzare senza  le complesse  procedure della Bossi-Fini clandestini che hanno voglia di lavorare e dall’altro  garantirsi  la presenza di un numero  sufficiente di braccia per un’opera che deve essere terminata presto. Possiamo  richiamare l’esempio degli Stati Uniti  che offrono oltre alla carta verde l’ accesso rapido alla cittadinanza a chi accetti di arruolarsi nella Forze armate. Ai soliti bastian contrari che denunceranno il patto  come ricatto al povero migrante o come moderna servitù della gleba potremo rispondere che noi i nostri clandestini li destiniamo all’Aquila e non a Bagdad».


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