Volontariato
Europee. Emmaus ai candidati: “non dimenticate le povertà”
L'associazione Emmaus Internazionale ha presentato, per le elezioni, un documento-appello "per un Europa solidale". Sulle povertà e non solo
Renzo Fior, presidente di Emmaus Internazionale, nel presentare il documento per le prossime elezione europee di Emmaus Internazionale (fatto proprio da Emmaus Italia) ha dichiarato: ?Per un’Europa solidale non escludiamo gli esclusi. Queste elezioni sono un?occasione per ricordare ai parlamentari europei non tanto i desideri dei più ricchi, quanto i bisogni ed i diritti dei più poveri?.
Si legge nel documento: “Gli Stati membri dell?Unione Europea (a 15) contano nel loro insieme 379 milioni d?abitanti con 57 milioni di poveri, 2,7 milioni di senza-tetto, circa 13,5 milioni di disoccupati e 13 milioni d?immigrati in situazione di miseria. Di fronte a questa realtà, il Movimento Emmaus che conta oggi 300 gruppi sparsi nei quattro continenti in oltre 30 paesi, vuole presentare la sua visione politica dell?Europa e ricordare come si può e si deve costruire un?Europa di solidarietà e di pace. L?Europa ? continua – non deve mai dimenticare la sua storia. Nonostante alcune difficoltà e gravi responsabilità, la sua vocazione è stata quella di essere un collegamento, un ponte con l?Oriente. Per questo motivo, è assolutamente necessario che l?Europa ponga come priorità della sua azione la giustizia e la solidarietà, al proprio interno come nelle relazioni con gli altri Popoli?.
Continua il documento: ?Non bisogna che l?Europa dimentichi che, in passato, molte nazioni europee hanno colonizzato i Paesi del Sud del pianeta. Oggi è arrivato il momento perché l?Europa si impegni veramente per diventare un soggetto serio e credibile della realizzazione di giuste relazioni tra Nord e Sud, in particolare per una radicale revisione dell?attuale politica delle sovvenzioni agricole e del protezionismo del mercato europeo.
Il Parlamento Europeo deve impegnarsi per porre fine al conflitto Israele-Palestina, anche facendo rispettare le diverse risoluzioni dell?Onu. In questa ottica è importante lavorare a livello politico per una soluzione dei conflitti ripudiando l?uso delle armi, della violenza. Questo significa anche prendere le distanze dallo sbando attuale del governo americano che vede nel riarmo la sola ed unica soluzione per porre fine ai conflitti armati.
Anche per questo noi diciamo NO! Ad un ennesimo nuovo esercito dell?Unione Europea. Occorre poi lavorare e promuovere una reale riforma dell?Onu affinché tutti i Paesi siano democraticamente coinvolti nelle decisioni, per evitare che siano presi in considerazione gli interessi particolari di qualche grande potenza. Noi siamo per un ruolo forte e centrale dell?ONU nello scenario internazionale, e perché vi sia una maggiore democrazia, chiediamo un impegno dell?Europa per l?abolizione del diritto di veto. Spetta quindi all?Europa farsi carico di questo lavoro!?.
?In questo spirito ? si afferma -, impegnarsi politicamente significa anche destinare dei fondi per favorire azioni nonviolente allo scopo di porre fine ai conflitti e sostenere azioni che rinforzino e costruiscano la pace appoggiando le associazioni che fanno della nonviolenza attiva la loro metodologia e strategia di azione.
Noi esigiamo dunque da parte dei candidati, eletti al Parlamento Europeo, il più grande impegno nei settori seguenti. Società civile: istituire un diritto comunitario europeo che preveda il ?visto umanitario? e favorisca la partecipazione dei rappresentanti delle diverse associazioni a tutti i processi decisionali; Diritto d?accoglienza e d?asilo: istituire una ?rendita d?esistenza? affinché ogni persona sia riconosciuta per il fatto che ?esiste? e possa avere accesso, in ogni paese della UE, al minimo vitale (alloggio, reddito, cure sanitarie). Rafforzare la politica di protezione delle persone, specie coloro che sono vittima di traffici, e domandare la ratifica in tutti i Paesi dell?UE della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei lavoratori migranti; Casa: mettere il problema dell?alloggio sociale come servizio di interesse generale. Stabilire un codice europeo che abbia norme minime di abitabilità, fissare un obiettivo comune attraverso piani nazionali come quelli che esistono per l?occupazione e l?integrazione sociale, prevedendo per questo un accesso privilegiato ai fondi strutturali; Programma Sociale: integrare la lotta all?esclusione sociale in tutte le politiche comunitarie, considerando seriamente tutti gli aspetti multidimensionali dell?esclusione stessa. In particolare favorire l?accesso per tutti ai diritti fondamentali e tra questi, principalmente un reddito sufficiente per vivere in dignità; Commercio delle armi: rafforzare il codice di condotta europeo in materia di commercio delle armi. L?Europa deve chiedere su questo punto, una moratoria in ogni paese del mondo e dotarsi di una legislazione severa in materia di traffico di armi; La salute, diritto fondamentale della Persona: sviluppare politiche commerciali e di cooperazione internazionale per garantire l?accesso ai farmaci per tutti ?specialmente in Africa- sostenendo misure di tutela e salvaguardia della salute pubblica in materia di proprietà intellettuale, di ricerca medica, di trasferimento delle tecnologie nei Paesi del Sud, della promozione dei farmaci generici di buona qualità a basso costo. Insieme, agire, denunciare, proporre?.
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