Formazione
Europarlamento, per volontariato meno burocrazia ed esenzioni Iva
E' quanto sostiene il Parlamento europeo chiedendo di prendere in considerazione l'introduzione di esenzioni dall'Iva sugli acquisti delle organizzazioni di volontariato destinati allo svolgimento
di Paul Ricard
Le organizzazioni di volontariato dovrebbero accedere a finanziamenti sufficienti e sostenibili senza eccessivi adempimenti burocratici e formalità di documentazione. E’ quanto sostiene il Parlamento europeo chiedendo di prendere in considerazione l’introduzione di esenzioni dall’Iva sugli acquisti delle organizzazioni di volontariato destinati allo svolgimento dei loro compiti e sui beni e servizi ad esse donati. Occorre inoltre accrescere la mobilità dei volontari e promuovere progetti transfrontalieri.
Sono oltre 100 milioni i cittadini dell’UE che svolgono attività di volontariato e il contributo economico degli enti senza scopo di lucro (Npi) è pari, in media, al 5% del Pil e oltre un quarto di tale cifra è dovuto al tempo impiegato in attività di volontariato. Inoltre, un recente studio sulle organizzazioni che si avvalgono di volontari in tutta Europa ha dimostrato che, per ogni euro speso per sostenere l’attività dei volontari, le organizzazioni hanno ricavato, in media, un rendimento compreso tra 3 e 8 euro.
Approvando con 639 voti favorevoli, 23 contrari e 21 astensioni la relazione di Marian Harkin (Alde), il Parlamento incoraggia gli Stati membri e le autorità regionali e locali a riconoscere il valore del volontariato per la “promozione della coesione sociale ed economica”. Li esorta inoltre ad operare in partenariato con le organizzazioni del volontariato e a consultare adeguatamente il settore per sviluppare piani e strategie finalizzati al “riconoscimento, all’apprezzamento, al sostegno, all’agevolazione e all’incoraggiamento del volontariato”. Anche perché, il volontariato “non ha solo un valore economico misurabile, ma può anche consentire risparmi significativi per i servizi pubblici” che, peraltro, non deve andare a sostituire. L’attività di volontariato, inoltre, non deve prendere il posto del lavoro retribuito.
I deputati sollecitano, inoltre, gli Stati membri a creare un quadro stabile e istituzionale per la partecipazione delle organizzazioni non governative (Ong) ai dibattiti pubblici. E’ necessario, però, distinguere in modo più chiaro le organizzazioni di volontariato dalle Ong, le cui attività non sono organizzate sulle stesse basi. Stati membri e autorità regionali e locali dovrebbero inoltre compiere “veri sforzi” per aiutare le organizzazioni del volontariato ad accedere a finanziamenti sufficienti e sostenibili a fini amministrativi e per progetti. Ma, ammoniscono i deputati, “senza eccessivi adempimenti burocratici e formalità di documentazione”, pur mantenendo i necessari controlli sull’esborso di fondi pubblici.
Nella prospettiva della revisione prevista per il 2010 delle disposizioni sull’Iva, il Parlamento invita la Commissione a prendere in considerazione – insieme agli Stati membri – “i validi argomenti sociali” in favore dell’introduzione di esenzioni dall’Iva per le organizzazioni di volontariato, registrate a livello nazionale, su acquisti intesi all’esecuzione dei loro compiti. Dovrebbe inoltre prendere in considerazione gli argomenti a favore dell’esenzione, “in casi specifici”, dal pagamento dell’Iva su beni e servizi donati alle organizzazioni di volontariato.) Inoltre, le imprese e gli altri operatori del settore privato, nell’ambito della loro strategia di responsabilità sociale, dovrebbero sostenere finanziariamente iniziative volte a promuovere e potenziare il volontariato, e ricevere incentivi dagli Stati membri affinché supportino tale settore.
Leggi la relazione di Marian Harkin, clicca qui
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