Mondo

Europa – Ong, prova di tregua

Vita mette a confronto Franco Frattini con i rappresentanti del non profit. Questione: la bozza di Raccomandazione Ue che chiede alle organizzazioni non profit di dotarsi di un codice di condotta

di Francesco Agresti

«Esclusivo. Europa, guerra al non profit». Così recitava lo strillo di copertina di Vita in edicola il 2 settembre scorso. Cosa avevamo scoperto di clamoroso? Semplicemente il fatto che la Commissione europea aveva, zitta zitta, pubblicato sul suo sito una bozza di Raccomandazione in merito alla vulnerabilità del non profit al finanziamento del terrorismo. Una Raccomandazione che da una parte gettava un?ombra di sospetto su almeno un milione di organizzazioni della società civile europea, e dall?altra rischiava di passare in giudicato giacché la consultazione via internet era davvero del tutto virtuale (che vizio a Bruxelles!), anche perché fatta nel pieno delle vacanze estive. Sul numero successivo di Vita, prontamente, era lo stesso commissario Frattini, con un?intervista, a dare rassicurazioni al non profit aprendo ufficialmente il confronto che è continuato sulle nostre pagine, sul nostro sito e nelle sedi istituzionali nelle settimane successive. Il primo atto del confronto, ufficialmente aperto, un forum promosso proprio dal nostro settimanale che si è tenuto lunedì 26 settembre a Roma nella sede della Commissione Ue, anzi, esattamente nell?ufficio del suo vicepresidente. Presenti, oltre a Franco Frattini, una delegazione del Comitato editoriale di Vita (tra gli altri, Roberto Salvan, direttore generale dell?Unicef; Nino Sergi, segretario generale di Intersos; Maurizio Carrara, presidente del Cesvi; Carlotta Sami, presente per Save The Children e Cini; Mauro Ponzi, presidente del Consorzio Oscar Romero); Sergio Marelli in rappresentanza delle ong italiane e del Forum del terzo settore; il delegato europeo dell?Associazione ong italiane, Guido Barbera. A coordinare il confronto, Riccardo Bonacina, direttore editoriale di Vita, che ha ricordato in apertura i contenuti del documento che il non profit italiano ha inviato alla Commissione. Un documento in cui si chiede che ogni misura messa in campo per contrastare il terrorismo sia calibrata e decisa in un percorso condiviso da tutti i soggetti del non profit. Quello che segue è il rendiconto del forum. Franco Frattini: La Raccomandazione a cui stiamo lavorando nasce dalla richiesta del Consiglio europeo di avere la massima trasparenza sui movimenti finanziari. Ho ritenuto opportuno iniziare dai settori bancari e finanziari, per poi passare alle imprese. Ora, dopo che le raccomandazioni per questi settori sono già state diramate e, in qualche caso, addirittura già recepite dal parlamento, si tratta di completare il quadro con un contributo che riguarda il settore non profit. Voglio, quindi, sgombrare il campo da ogni dubbio: non vi è alcuna posizione prevenuta nei confronti del vostro mondo, la raccomandazione risponde all?esigenza di garantire uniformità di trattamento su un tema delicato quale quello della trasparenza. Iniziative di questo genere non credo debbano essere condotte con un approccio unilaterale, è per questo che vi incontro con piacere. Il forum online sul sito della Commissione è stato solo un modo per cominciare a raccogliere qualche idea. Su un tema così sensibile a soluzioni precostituite, preferisco il dialogo. Il Consiglio europeo ha fissato entro la fine del 2005 il termine per la presentazione della raccomandazione. Chiedo a tutti voi un contributo e se il confronto sarà fruttuoso, potremmo accompagnare la proposta di raccomandazione con adeguato programma comunicativo. Sergio Marelli: Prima osservazione. Quando abbiamo visto sul sito della Commissione le date – pubblicazione il 26 luglio, 29 agosto termine entro cui presentare rilievi – c?è sembrato si trattasse di un passaggio formale senza un?effettiva volontà di confrontarsi con il terzo settore. Ora prendiamo atto che da parte sua vi è la richiesta di una fattiva collaborazione e di un confronto aperto. La proposta di raccomandazione prevede l?adozione di un codice volontario: se tale deve essere, ci vuole una grande consultazione, l?unico modo per far aderire a una autoregolamentazione è che vi sia la più ampia partecipazione dei soggetti che devono assumerla. Il far parte del non profit non è un vaccino, noi però crediamo che questo sia un mondo sano al 99%: se poi ci sono organizzazioni che commettono illeciti, è compito delle istituzioni scovarli. Non si possono però lanciare messaggi allarmanti che gettano ombra sull?intero settore. Frattini: Quello delle date consideriamolo un incidente di percorso da me già chiuso. Sono d?accordo con voi quando dite che il 99% del vostro mondo è sano, ma è pericoloso affermare che del restante 1% deve occuparsene l?intelligence. Voi dovete metterci nelle condizioni di usare meno l?intelligence e le forze di polizia e avere dall?interno del vostro settore una serie di filtri e codici che permettono di individuare quell?1%. Vi dico questo perché l?intelligence per individuare quell?1% di organizzazioni disoneste deve mettere sotto controllo il 50% delle vostre organizzazioni e non penso sia questo il vostro obiettivo; di certo non è il mio. Io vorrei ridurre i controlli ad ampio raggio che già vi procurano tanti disagi, ed è per questo che chiedo a voi delle proposte concrete. Guido Barbera: Vicepresidente, per lavorare insieme è necessario capire che tipo di relazione intende avere la Commissione europea con il mondo del non profit. Negli ultimi tempi la Commissione sta imponendo diverse scelte senza cercare il dialogo con la società civile. Un dialogo che oggi iniziamo grazie a Vita ma che dovrà proseguire in ambiti istituzionali. Per fare un esempio di non dialogo, le cito la comunicazione che è stata trasmessa al Consiglio due settimane fa sull?applicazione delle linee guida per i progetti di cofinanziamento alle ong nel 2006. Nonostante il parere contrario di 20 Stati membri, nonostante due anni di discussione e due seminari internazionali, la Commissione ha dichiarato di tener conto dei pareri contrari ma ha deciso di andare avanti per la sua strada. Frattini: Condivido con voi l?idea che ci sia troppa burocrazia e troppi controlli, per questo stiamo cercando di riformare l?Olaf (la polizia anti frode dell?Ue, ndr) che esegue controlli talvolta lunghi la cui resa in termini di spesa non è soddisfacente. Uno degli obiettivi del codice di condotta è quello non di precludere a chi non l?ha sottoscritto l?accesso ai finanziamenti, ma di ridurre il peso dei controlli della burocrazia a chi entra in un circuito di autoregolamentazione per la trasparenza. Se su questo punto apriamo un confronto di merito, e non solo di principi, credo si possano fare notevoli passi avanti. Carlotta Sami: Apprezziamo la richiesta di un confronto nel merito e a tal proposito vorrei ricordarle che le organizzazioni non governative hanno un coordinamento europeo, Concord, che rappresenta 1.500 ong con cui è possibile avere un dialogo coordinato e coerente. Occorrerebbe creare un?occasione per discutere la questione. Nino Sergi: Contro il terrorismo siamo alleati delle istituzioni, però il nostro lavoro non può essere intralciato a ogni passo dalla burocrazia, anche perché spesso si svolge in condizione di estrema emergenza. Se non cambierà l?approccio che finora è stato seguito per la redazione della proposta della Raccomandazione, il testo rimarrà lettera morta. La burocrazia sta assumendo decisioni politiche che spesso contrastano con l?orientamento della politica stessa, un orientamento che può essere contrastato solo con il dialogo tra le organizzazioni sociali e la politica. Il codice di condotta deve essere volontario e autonomo. Inoltre non credo sia pensabile avere un codice di condotta per tutto il settore non profit. Frattini: Una cosa vorrei vi fosse chiara: io sono obbligato a proporre soluzioni per aumentare la trasparenza di un sistema in un?ottica di prevenzione del terrorismo, lo vuole la Commissione europea e il parlamento. Per arrivare a questo risultato chiedo a voi che conoscete questo settore quali sono gli strumenti che, tradotti in un codice di condotta, mi permettono di isolare, senza il bisogno di fare un controllo a tappeto, quelle organizzazioni che commettono illeciti. Io non ho alcuna obiezione affinché siate voi a dare le linee di quella che può essere una autoregolamentazione del settore, però un?autoregolamentazione ci deve essere altrimenti sotto lo slogan della trasparenza la Commissione raddoppierà i controlli. Vorrei eliminare il controllo occhiuto delle polizie e dei servizi, però devo avere degli strumenti di autocontrollo. Marelli: Presidente, le ong hanno sempre sostenuto di volere tutti i controlli necessari a garantire trasparenza, ma i controlli devono essere più efficienti e meno burocratici. Noi abbiamo organismi di rappresentanza democraticamente eletti, ma negli ultimi anni questi organi di rappresentanza stanno godendo di un minor sostegno da parte delle istituzioni. Crediamo invece che la loro valorizzazione possa essere utile per fornire informazioni sull?intero settore. Riccardo Bonacina: Mi sembra che questo incontro sia servito a dipanare qualche pregiudiziale sul metodo. Un metodo di confronto che non può più essere delegato a un forum su Internet, un metodo sul quale tutti concordate: un confronto e un dialogo permanente. Ma nel merito, che rassicurazioni ulteriori può dare sul percorso della Raccomandazione? Frattini: Se nei prossimi appuntamenti mi indicherete delle linee guida su cui costruire un percorso comune, riuscirò a trasformare la Raccomandazione da atto imperativo a comunicazione di proposte e, in secondo luogo, potrò chiedere al Consiglio europeo una proroga di 3-4 mesi per definire i dettagli. Se il dialogo dovesse fallire per mancanza di proposte, il Consiglio europeo deciderà, credo, di andare avanti. Purtroppo. Da qui, il mio invito pressante. Per saperne di più Tutto su vita.it «Ultime da Bruxelles, ong uguale terrorismo»: si intitolava così il primo lancio sulla nostra agenzia online (www.vita.it) lo scorso 30 agosto, a firma di Paolo Manzo. Pochi giorni dopo, il 3 settembre, vita metteva online l?intero testo della Bozza di Raccomandazione con questo titolo: «Esclusiva: la Raccomandazione UE che mette le ong sul banco degli imputati». Il 12 settembre sempre su Vita.it la raccolta delle reazioni del non profit, da quella di Edo Patriarca, portavoce del Forum del terzo settore, a quelle di Alberto Piatti, amministratore delegato Avsi; Raffaele Salinari, presidente di Terre des hommes e portavoce del Cini; Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid International. Ancora sul nostro sito, il 7 settembre l?intervista a Frattini che apriva al dialogo. Vi ricordiamo che molta di questa documentazione è riservata ai soli abbonati.


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