Formazione

Europa, incidenti d’auto, una strage da quasi 21mila vittime

Nel 2022 si sono verificati 20.679 decessi sulle strade del continente. Rispetto al 2021, le vittime sono aumentate del 4%. Sono i preoccupanti dati dell’ultimo rapporto dell’European transport safety council. In 19 stati sui 27 dell’Unione i morti sono in aumento. Polonia la più virtuosa. In Italia, 3.170 decessi in un anno

di Nicola Varcasia

Nella mente di tutti, in questi giorni, c’è Manuel, il bimbo di cinque anni morto in seguito al tragico scontro con il bolide guidato dagli influencer del gruppo The borderline. Ma questo triste e insensato fatto di cronaca non è, come noto, un caso isolato. Accanto agli eventi che, giustamente, fanno notizia anche a causa delle circostanze che li hanno causati, c’è una quotidianità fatta di tante – inevitabile pensare che siano troppe – tragedie che hanno come teatro le nostre strade e non solo. Destano infatti molta impressione i dati dell’ultimo rapporto presentato dall’European transport safety council, di cui fondazione Unipolis è membro italiano, sugli incidenti mortali verificatisi nel 2022: parliamo di 20.679 decessi sulle strade europee.

Il rapporto presenta un raffronto con il periodo precedente, per comprendere se c’è qualche nazione che riesce ad invertire la tendenza. Pur con qualche miglioramento, le notizie non sono positive. Rispetto al 2021, dei trenadue Paesi monitorati dall’Etsc road safety performance index (Pin), strumento di policy che aiuta gli stati membri dell’Unione europea a migliorare la sicurezza stradale, solo tredici hanno registrato una diminuzione delle vittime della strada nel 2022. Fra i Paesi più virtuosi, la Slovenia si è classificata al primo posto con una riduzione del 25%, seguita da Lettonia con il 23% e Lituania e Cipro con il 18%. In tutti gli altri 19 Paesi, le vittime della strada sono aumentate.

Quest’anno, il premio PIN (Road Safety Performance Index) 2023 è stato assegnato alla Polonia: tra il 2012 e il 2022 le vittime della strada sono diminuite del 47%, un tasso superato solo dalla Lituania, vincitrice del premio lo scorso anno. La ricerca ha fatto emergere come, nel caso della Polonia, la mortalità stradale ovvero il numero di morti sulle strade per abitante, si è attestata a cinquanta persone ogni milione di abitanti nel 2022, in calo rispetto ai novantatré per milione del 2012.

Quanto al all’Italia, nel 2022, sono state registrate 3.170 vittime della strada. Le vittime sono aumentate del 10.3% rispetto al 2021. Nel rapporto si legge che nel nostro Paese i livelli di mobilità sono quasi tornati ai livelli pre-pandemia, con il 70% di tutti gli spostamenti registrati nelle strade urbane. Il mezzo di trasporto più comune è l'auto, utilizzata per il 65% di tutti gli spostamenti (+1,5% rispetto al 2019). L'uso dell'auto è aumentato soprattutto nel sud del Paese, nelle piccole città e nelle aree suburbane. Allo stesso tempo, gli spostamenti a piedi sono diminuiti di 1,8 punti percentuali rispetto al 2019. Anche l'uso del trasporto pubblico è diminuito e ora rappresenta solo il 7,6% degli spostamenti (nel 2019 si attestava al 10,8%). Gli spostamenti a piedi, in bicicletta e con i mezzi pubblici rappresentano solo il 31,4% di tutta la mobilità, sebbene l’uso della bicicletta sia cresciuto passando dal 3,3% del 2019 al 4,7% del 2022 (dati Isfort).

«Purtroppo, i dati italiani ci pongono in una traiettoria molto lontana da quella dello sviluppo sostenibile al 2030 – afferma Marisa Parmigiani, direttrice di Fondazione Unipolis -. È preoccupante sia la scelta per i mezzi a motore che la mancata scelta dei mezzi pubblici. Come Paese abbiamo bisogno di lavorare contestualmente su entrambe le dimensioni: migliorare l’offerta ma allo stesso tempo lavorare su consapevolezza ed informazione dei cittadini, a partire dai più giovani. Il progetto MOB, che ha appena concluso la sua prima fase coinvolgendo 2mila e cinquecento persone, si pone proprio l’obiettivo di accrescere consapevolezza trasformando al contempo i comportamenti in direzione di una mobilità più sostenibile».

L’obiettivo fissato dall’Unione europea e dalle Nazione unite è quello di dimezzare il numero di vittime della strada entro il 2030. Per raggiungerlo, è necessaria una diminuzione media annua del 6,1% ciò implica che si sarebbe dovuta registrare una diminuzione del 17,2%. Nei ventisette Paesi Ue, il livello complessivo di mortalità stradale è di quarantasei decessi per milione di abitanti nel 2022 rispetto ai cinquantaquattro del 2012. La mortalità più elevata si registra in Romania e Serbia, rispettivamente con ottantasei e ottantatre decessi per milione di abitanti. In due Paesi – Malta e Paesi Bassi – la mortalità stradale è più alta nel 2022 rispetto al 2012.

«Per l'Europa nel suo insieme è necessario più lavoro, a livello sia comunitario sia nazionale, il pacchetto sulla sicurezza stradale, annunciato dalla Commissione europea a marzo, apporta alcune modifiche positive alle patenti di guida e potrebbe migliorare la loro applicazione oltre i confini nazionali. Anche la nuova iniziativa per consentire il riconoscimento transfrontaliero dei divieti di circolazione è da accogliere positivamente. Spetta ora agli stati membri e al Parlamento europeo garantire che gli elementi che potrebbero avere un impatto negativo sulla sicurezza stradale vengano rimossi e che i potenziali benefici per la sicurezza stradale del pacchetto non vengano annacquati sulla strada spesso insidiosa per diventare legge», afferma Antonio Avenoso, direttore dell’European transport safety council. «A livello nazionale spetta ai governi di tutta Europa impegnarsi con tutti i mezzi a loro disposizione per riprendere la loro riduzione annuale del numero di morti e feriti gravi in ​​linea con gli obiettivi dell'UE e delle Nazioni Unite per il 2030», conclude Avenoso.

Foto di Erik Mclean su Unsplash

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