Politica

Europa, il ruolo delle tecnologie digitali per il futuro della democrazia

L’Iniziativa dei cittadini europei (Ice), strumento di democrazia partecipativa nell’Ue, è stata al centro della 9a giornata per l’Ice organizzata dal Comitato Economico e Sociale, nella sua sede di Bruxelles. Il dibattito si è focalizzato sul ruolo delle tecnologie digitali nel futuro della democrazia e, in modo particolare, nella Conferenza sul futuro dell’Europa, la cui responsabile Dubravka Šuica, vicepresidente della Commissione europea per la democrazia e la demografia, è intervenuta come speaker all'evento

di Cristina Barbetta

Primo strumento al mondo di democrazia partecipativa sovranazionale, l’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) consente ai cittadini dell’Ue di chiedere alla Commissione di presentare una proposta legislativa su un tema che ricada nell'ambito di competenza comunitario, raccogliendo 1 milione di adesioni.
Introdotta dal Trattato di Lisbona nel 2012, «è al centro della mission del Comitato economico e sociale europeo (Cese) fin dalla sua nascita, e abbiamo assunto un ruolo di primo piano tra le istituzioni nel promuovere questo nuovo strumento partecipativo», spiega Luca Jahier, presidente del Comitato economico e sociale europeo, organo consultivo dell’Ue e voce della società civile. Jahier ha tenuto il welcome speech della giornata dell’Iniziativa dei Cittadini Europei 2020, quest'anno alla sua nona edizione, organizzata fin dal 2012 nella sede del Cese a Bruxelles. Il titolo della giornata: ECI Day 2020: Today and Beyond (Giornata dell’Ice 2020: Oggi e Oltre). Questo innovativo strumento ha avuto tuttavia negli anni un impatto molto limitato sulla legislazione dell'Ue, data l’eccessiva burocrazia e complicazione della procedura. Come hanno spiegato gli attivisti presenti all’evento la prima generazione di organizzatori di Ice è rimasta molto delusa perchè dopo avere promosso un Ice, raccolto e registrato un milione di firme, si è sentita dire che non sarebbe seguita nessuna azione.

Dal 1° gennaio 2020 è entrata in vigore una nuova regolamentazione che ha migliorato e cambiato in maniera sostanziale lo strumento: la Commissione europea nel 2019 ha registrato ben 16 nuove Ice, molte delle quali hanno raccolto le firme durante l’evento. Questo alto numero di Ice è il segno di un grande cambiamento sociale.

«I cittadini e la società civile stanno cogliendo l’opportunità di usare strumenti partecipativi per essere coinvolti nei processi politici, e non sono limitati dal calendario delle elezioni quando si tratta di esprimere il loro punto di vista», spiega una nota del Cese. La giornata dell’Ice è stata anche un forum e una piattaforma importante dove gli organizzatori e stakeholder di Ice registrate e future hanno potuto scambiarsi informazioni e esperienze e presentare le loro Ice e attività al pubblico.

Il ruolo delle tecnologie digitali per il futuro della democrazia, e in modo particolare per quanto riguarda la Conferenza sul futuro dell’Europa hanno stimolato un dibattito appassionato nel corso della giornata. La Conferenza sul futuro dell’Europa, un progetto annunciato dal Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nelle sue Political Guidelines, consentirà ai cittadini europei di far sentire la propria voce sull’operato dell’Unione europea.

«Anche con le migliori intenzioni, coloro che governano le persone senza coinvolgerle governano solo in un senso limitato”, dice Luca Jahier citando lo scrittore e storico David Van Reybrouck. «I cittadini devono fare parte del processo decisionale», spiega il presidente del Cese. «La tecnologia rende possibile la partecipazione al di là dei canali politici strutturati, al di fuori dei partiti politici e della società civile organizzata», afferma Jahier. Che precisa: «Non dobbiamo però accettare la nuova era digitale senza essere critici. Siamo consapevoli del pericolo delle fake news, della disinformazione e dei big data, e dell’enorme potere di un numero molto limitato di persone che, attraverso algoritmi, possono manipolarci e controllarci».


Luca Jahier ha aperto la sessione intitolata “Al di là dell’Ice: il futuro della partecipazione dei cittadini dell’Ue nell’era digitale”, moderata da Bruno Kaufmann, corrispondente in Global Democracy per la Società svizzera di radiotelevisione. Sono intervenuti Dubravka Šuica, Vice presidente della Commissione Europea per la democrazia e la demografia, Jamie Susskind, autore del best seller pluripremiato Future Politics: Living Together in a World Transformed by Tech, ed Elisa Lironi, senior manager European democracy, European Citizen Action Service.

Dubravka Šuica, vicepresidente della Commissione europea per la democrazia e la demografia, responsabile per la Conferenza sul futuro dell’Europa, ha sottolineato che «la tecnologia ha il potenziale di migliorare la democrazia. Di renderla più efficiente, più aperta, più responsive, più trasparente e disponibile, sia per i cittadini, sia per i politici». Però, avverte Dubravka Šuica, la tecnologia «può anche essere manipolata e se ne può fare un uso illecito: abbiamo visto come l’uso improprio di dati o dati raccolti in maniera disonesta possano avere un impatto sulla scelta democratica». (…) «Per questo la Commissione deve stare dalla parte di una tecnologia aperta, ma regolata».

La Commissaria ha affermato che la ragion d’essere della Conferenza sul futuro dell’Europa è il fatto che i cittadini vogliono essere molto più coinvolti a livello politico, al di là delle elezioni. «La Conferenza sul Futuro dell’Europa fornisce l’opportunità di guardare la rivoluzione digitale da diverse angolazioni. Dobbiamo usare la tecnologia per raggiungere le persone; per interagire con un audience più ampia e diversa.(…) È importante raggiungere tutti».

Dubravka Šuica ha anche sottolineato l’importanza della metodologia della Conferenza: «Dobbiamo prendere tempo per riflettere sul modo migliore per fare deliberative democracy (democrazia deliberativa) a livello di Ue». (…) «Questo è importante perché ha il potenziale di porre le basi per un nuovo tipo di politica. Per una nuova dinamica tra democrazia rappresentativa e cittadini per le generazioni a venire. Certamente non per sostituire la democrazia rappresentativa, ma per integrarla».

Jamie Susskind, autore del pluripremiato best seller Future Politics: Living Together in a World Transformed by Tech, ha affermato che dal momento che la tecnologia apre una varietà di opzioni politiche per la partecipazione diretta o l’uso di dati per una politica di fine-tuning , dovremmo chiederci: è sempre meglio avere più democrazia?

L’autore britannico sostiene che dovremmo domandarci: «Quali sono le giustificazioni morali o filosofiche dei passi che stiamo facendo? Altrimenti cadremo nella trappola di pensare che è sempre meglio avere più democrazia, e che la democrazia partecipativa è superiore alla democrazia rappresentativa. Questo è un rischio troppo serio perché possiamo ignorarlo. E a meno che non iniziamo quel lavoro intellettuale ora, la tecnologia si muoverà più velocemente delle nostre idee».

Lisa Lironi, senior manager European democracy all’ European Citizen Action Service, ha concluso il dibattito evidenziando i moltissimi esperimenti di successo portati avanti in diversi Paesi europei, con l’aiuto della tecnologia digitale. L’Europa-ha affermato- «deve andare oltre la paura della forza distruttiva e dirompente del mondo digitale, e abbracciare il suo potenziale positivo».

Foto di apertura: Dubravka Šuica, vicepresidente della Commissione europea per la democrazia e la demografia. A destra: Luca Jahier, presidente del Comitato economico e sociale europeo (Cese).
Tutte le foto dell'articolo sono del Comitato economico e sociale europeo (Cese).

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