Il semestre di presidenza e’ cominciato. Renzi ha fatto il suo debutto a Strasburgo con un discorso che non e’ piaciuto a molti… tra i burocrati e i cortigiani. In realta’ in poche parole ha espresso il sentimento dei giovani europei – la generazione Telemaco – che di questa Europa stanca, lenta e invecchiata sono stufi.
E’ ora di reinventare questa Europa che rappresenta il nostro futuro nel mondo globalizzato del XXI secolo. Come procedere? Sicuramente la prossima mossa fondamentale e’ la scelta del Commissario italiano e la definizione del programma della prossima Commissione. Il semestre e’ un’opportunita’ immancabile.
Qui pero’ salta fuori la sfiducia in se stessi che ogni giorno gli italiani scontano. Se fai un confronto con i Britannici il problema salta agli occhi.
Trovatemi un Britannico che in pubblico non tessa le lodi dell’operato della Baronessa Ashton, Alto Rappresentante dell’Unione Europea per la Sicurezza e gli Affari Iinternazionali uscente che e’ stata criticata da tutti per gli scarsi risultati del suo mandato. Pero’ tra i Britannici la parola d’ordine e’ difendere i propri connazionali nell’arena internazionale nonstante le opinioni personali… proprio come se fossero i mondiali.
Gli italiani invece fanno esattamente il contrario. Provate a chidere a un italiano il suo giudizio sul Commissario Tajani. E’ anche vero pero’ che i Britannici sono abituati alla selezione del merito.
In ogni caso e’ ora di superare questo complesso d’inferiorita’ e farsi sentire con gli altri partner europei. Percio’ bisogna puntare i piedi se necessario, ambire a uno dei ‘top job’ e indirizzare il lavoro della prossima Commissione per favorire la visione dell’Italia in Europa.
Sono due i risultati che l’Italia dovrebe portare a casa nei prossimi sei mesi. Il pimo la nomina di Federica Mogherina ad Alto Rappresentate dell’Unione. E’ l’equivalente del Ministro degli Esteri dell’Unione e uno dei tre incarichi piu’ importanti dell’Unione.
Alcuni italiani vorrebbero un portofaglio differente, magari un dicastero economico, o l’Agricoltura. Come al solito i critici nostrani vogliono dimostrazione la propria ignoranza negli affari europei.
Quello dell’Alto Rappresentante e’ un nuovo incarico, appena definito da Baroness Ashton che non ne ha saputo utilizzare tutto il potenziale, come mi ha confermato un alto funzionario europeo. Federica Mogherini potrebbe trasfomare il ruol in uno dei piu’ prestigiosi. Potrebbe influenzare tanto le politiche commerciali internazionali dell’Unione, quanto quelle dell’immagrazione nel Mediterraneo e della sicurezza nell’Est e nei Paesi Arabi.
Potrebbe finalmente trasformare il budget di piu’ di 60 miliardi di euro di EuropeAid in risorse per il co-sviluppo estendendo le politiche per l’innovazione, l’imprenditorialita’ e gli investimenti sociali alle politiche estere dell’Unione. Soltanto Hillary Clinton ha provato ad avventurarsi su questo terreno. Che altro di piu’ potrebbe volere l’Italia?
Il secondo risultato dovrebbe essere quello di rilanciare l’iniziativa per l’imprenditorialita’ sociale del Commissario Barnier per transformarla in una vera e propria agenda per un nuovo Mercato Unioco che risponde ai bisogni e alle aspirazioni dei cittadini dell’Unione. Sarebbe un Civil Market Economy che dovrebbe riunire sotto un’unico cappello tutte le politiche all’innovazione sociale, agenda digitale, servizi di interesse pubblico, investimenti sociali etc.
Questo potrenbbe diventare un vero volano di crescita che attiva la partecipazione delle imprese e dei cittadini in un nuovo modo di intendere la produzione economica generando lavoro e crescita sostenibile. Vi daro’ indicazioni piu’ precise nel prossimo blog. Ci stiamo ancora lavorando, ma i feedback sono promettenti.
Il Programma di presidenza fa cenno a queste idee, ma manca la visione complessiva. Siamo ancora imprigionati nell’Europa di Anchise. Ma non per molto!
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.