Mondo

Europa e Africa si incontrano a Firenze

Oggi si apre la prima conferenza internazionale sulla cooperazione decentrata fra "aree europe" e "aree africane"

di Emanuela Citterio

Si apre oggi a Firenze la prima conferenza delle Assemblee regionali europee e africane, organizzata dal consiglio regionale della Toscana, dal titolo ?Il decentramento: la nuova dimensione della democrazia, della pace e dello sviluppo?. Tra i promotori anche Desa (l?agenzia dell?Onu per il decentramento) e il Calre (Confrenza delle assemblee legislative delle regioni europee). A incontrarsi sono 150 rappresentanti delle Regioni dell?Unione Europea e delle Autorità sub-statali di 30 paesi dell?Africa, ?per gettare le basi di un modello di decentramento politico, amministrativo e fiscale, che permetta ai diversi enti territoriali di collaborare per la creazione di una cooperazione ?dal basso??. La conferenza si basa su un’idea nuova di cooperazione con l’Africa, che è stata approfondita anche da un’equipe dell’Istituto Sant’Annda di Pisa: “A partire dagli anni Novanta numerosi Stati africani hanno avviato un processo di riforme istituzionali per dare vita ad organismi di potere locale (dai municipi, alle province, alle regioni o dipartimenti ecc..) da coniugare con l?organizzazione tradizionale di famiglie, tribù e clan. Il processo è ancora debole in molte nazioni (anche perché l?organizzazione statale è centralizzata sui modelli coloniali lasciati da Francia e Gran Bretagna), ma rappresenta una delle maggiori novità politiche dell?Africa post-indipendenza, come dimostrano le realtà del Sud Africa, Uganda, Kenia, Ghana, Rwanda, Mozambico e Botswana”. ?Il sostegno al processo di decentramento in Africa ?spiega Riccardo Nencini, presidente della Conferenza delle Assemblee Legislative delle Regioni Europee (Calre)- è una condizione necessaria per il rafforzamento del buon governo, della democrazia e quindi della pace e dello sviluppo economico locale?. A Firenze, per la prima volta, assieme ai responsabili delle diverse Agenzie della Nazioni Unite, si riuniranno (nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio) sia i vertici delle Regioni dei 25 paesi dell?Unione Europea con quelli di circa 60 realtà amministrative sub-statali di una trentina di paesi africani, sia esponenti governativi (esempio: Protais Musoni, ministro rwandese incaricato del ?buon governo?), sia intellettuali, studiosi e rappresentanti della società civile africana impegnati nei progetti concreti di cooperazione legata al decentramento politico-amministrativo. E? in caso dell?ugandese Yash Tandon (oppositore del dittatore Idi Amin e fondatore dell?International South Group Network, che organizza centri in Sud Africa, Zimbabwe, Burkina Faso ecc..). All?incontro, promosso da Calre, Agenzia Desa (responsabile del settore per le Nazioni Unite) e Consiglio regionale della Toscana, partecipano anche Guido Bertucci (direttore della Divisione di pubblica amministrazione e gestione dello sviluppo locale dell?Onu), Paul Smoke (coordinatore per il Masaschussetts Institut of Technology del programma di ricerca comparata sul decentramento finanziato dal ?Programma della Nazioni Unite per lo Sviluppo?), Kadmiel Wekwete (direttore dell?unità sul governo locale per l?UNCDF dell?Onu). ?La Toscana era la sede naturale per candidarsi ad ospitare la prima Conferenza delle Assemblee regionali europee e africane sul tema ?Decentramento: la nuova dimensione della democrazia, della pace e dello sviluppo? ?ha affermato Enrico Cecchetti, vice-presidente del Consiglio regionale e responsabile dell?iniziativa-, perché il suo tessuto socio-istituzionale è ad alto tasso di cooperazione internazionale. Per settembre sarà pronta la mappatura degli enti, degli organismi del terzo settore e di quelli religiosi che già operano nel continente africano: credo che supereranno le 400 unità?. In Italia, secondo gli ultimi dati dell?Osservatorio interregionale per la cooperazione allo sviluppo, la cooperazione decentrata muove 50 milioni di euro all?anno. “È un mondo nuovo, che dimostra una grande vitalità” commenta Mario Gay, che dopo essere stato per anni presidente delle ong del Cocis da un anno dirige il settore della cooperazione decentrata presso l?Osservatorio. “Le iniziative si sono moltiplicate dalla fine degli anni Novanta, da quando le regioni hanno ottenuto la delega per la cooperazione internazionale. Non è tutto rose e fiori, tuttavia, il decentramento incontra ancora delle difficoltà, è frenato a livello centrale”. “Solo nella nostra regione abbiamo censito più di 500 realtà che hanno rapporti di cooperazione con l?Africa, tra comuni, parrocchie, associazioni” dice il vicepresidente regionale della Toscana Enrico Cecchetti. “A partire da queste esperienze e dalla loro straordinaria rete di rapporti abbiamo deciso di provare a creare un percorso nuovo di cooperazione. E a sviluppare un modello che in Africa punta sul rapporto con gli amministratori locali”. In Toscana sono nati tavoli comuni dove si trovano le realtà che fanno cooperazione nello stesso Paese o nella stessa regione africana. Le istituzioni regionali e provinciali hanno fatto da quadro di riferimento e hanno avviato rapporti con enti sub-statuali africani.


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