Responsabilità sociale

Imprese e sostenibilità, l’Europa stoppa la direttiva sui diritti umani

L’allarme è lanciato dal Forum per la finanza sostenibile: le istituzioni Ue stanno mettendo in discussione l’accordo raggiunto a dicembre sulla Corporate sustainability due diligence (Csddd), un passo decisivo per mitigare l’impatto delle aziende su persone e pianeta

di Nicola Varcasia

La sostenibilità è prima di tutto un obiettivo e una visione in cui credere. Riconoscendone la ragionevolezza. Ma, senza regole, non può andare avanti. Per questo è decisivo il dibattito che si sta svolgendo a livello europeo sulle direttive che disciplinano il comportamento delle aziende sui temi Esg – Environmental, social, governance.

Accordi e disaccordi

Una delle più recenti direttive approvate (dopo la Csrd che riguarda l’obbligo di rendicontazione della sostenibilità per le grandi aziende e, via via, nei prossimi anni, anche per le medie) è quella sulla Corporate sustainability due diligence (Csddd o Cs3d), sulla quale il 14 dicembre scorso era stato raggiunto un accordo politico provvisorio tra Parlamento e Consiglio europeo.

Mantenere gli impegni

Il Forum per la Finanza Sostenibile, osservatore autorevole in questo campo, è intervenuto denunciando il rischio che tale accordo sia rimesso in discussione. Il Forum sottolinea in una nota come la Direttiva sia un tassello chiave per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità europei e auspica che gli stati membri dell’Unione europea mantengano il loro impegno a sostenerla durante la riunione del Comitato dei rappresentanti permanenti – Coreper che si svolge in questi giorni.

Impatti

La Cs3d, sottolineano dal Forum, è il primo strumento normativo dell’Ue che reca obblighi di due diligence in materia di diritti umani e ambiente per le imprese che dovranno identificare, prevenire, mitigare, comunicare e porre fine agli impatti negativi sull’ambiente e sui diritti umani causate dalle loro attività economiche e dalla loro catena del valore. La direttiva contribuirebbe a colmare le lacune del quadro normativo dell’Ue, integrando le leggi sulla disclosure di sostenibilità con azioni da intraprendere per gestire meglio i rischi legati alla sostenibilità sul piano ambientale e sociale.

Vantaggi

È perciò molto netto il giudizio del presidente Massimo Giusti: «La direttiva proposta può giocare un ruolo chiave nel garantire la disponibilità di dati affidabili e di qualità per gli operatori finanziari, necessari per orientare gli investimenti verso settori e progetti con un impatto positivo sia sul pianeta, sia sulle persone. Al contempo, la Csddd può contribuire a eliminare la frammentazione degli obblighi di due diligence nel mercato unico, introducendo uno standard elevato a livello globale, e facilitare la valutazione del rischio e l’analisi dell’impatto delle aziende finanziarie e non finanziarie».

Foto di Guillaume Périgois su Unsplash

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