Bruxelles e noi
Europa, Acli: «Non riarmo ma difesa comune»
Una nota aclista sulla proposta della presidente delle Commissione Ue, von der Leyen, di aumentare le spese di difesa: «Così diventerebbe una corsa al riarmo dei singoli Stati», dice il presidente Emiliano Manfredonia

Le Acli esprimono forte preoccupazione e contrarietà per le recenti dichiarazioni della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sull’ipotesi di destinare fino a 800 miliardi di euro al rafforzamento delle capacità difensive europee. Un simile approccio, spiegano gli aclisti, rischia di alimentare una corsa al riarmo nazionale, allontanandoci dall’originaria vocazione dell’Unione.
«Diciamo no al riarmo dei singoli Stati e a una logica puramente militarista», spiega il presidente nazionale, Emiliano Manfredonia, «l’Europa dispone già, nel suo insieme, di una delle forze armate più grandi al mondo. Piuttosto che aumentare la spesa militare nazionale, è necessario lavorare per costruire una politica estera e di difesa comune, basata sulla cooperazione e su una strategia condivisa».

Gli fa eco Simone Romagnoli, coordinatore dei Giovani delle Acli e delegato ai rapporti con l’Unione Europea: «Le risorse economiche devono essere investite in strumenti di prevenzione dei conflitti, cooperazione internazionale e sviluppo sostenibile», spiega, «la sicurezza non può dipendere da una dissennata corsa al riarmo, ma deve fondarsi su un grande piano di investimenti su educazione, welfare, protezione sociale, lotta alle disuguaglianze e opportunità per le nuove generazioni, come era previsto nel Next Generation Eu».
Le Acli chiedono alle istituzioni europee «di superare la frammentazione e di lavorare per un’Europa più coesa, capace di affrontare le sfide globali attraverso il dialogo e la diplomazia. Le Acli e i popoli europei sognano gli Stati Uniti d’Europa, non gli Stati armati d’Europa. Un’Europa più forte non è quella che affida il suo futuro al riarmo dissennato, ma quella che continua a costruire democraticamente il progetto di pace e coesione per la quale è nata e che tanto può offrire al mondo in guerra».
Nella foto di apertura, di Uli Deck/Dpa/ZumaPress/LaPresse, un’immagine del 2016 quando l’attuale presidente della Commissione era ministro delle Difesa tedesco.
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