Economia

Eurocooperative, la rivoluzione del 2006

Grandi cambiamenti in vista per il mondo cooperativo del Vecchio continente. Social job vi racconta scadenze, protagonisti, nuove tendenze e i casi più interessanti

di Giuseppe Frangi

Saranno mesi decisivi quelli che attendono il mondo cooperativo in Europa. Saranno mesi che ridisegneranno profondamente il ruolo e la rappresentatività a livello continentale. Il primo appuntamento è quello del prossimo 18 agosto: quel giorno scadranno i tre anni previsti dalla direttiva del 2003 e i paesi che avranno provveduto a recepire la nuova normativa armonizzandola con la propria legislazione saranno i primi a poter varare le attese cooperative europee: per ora Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Danimarca e Belgio sono già pronte a partire. La nascita delle cooperative europee sarà un grande passo in avanti, perché oltre ad aprire gli orizzonti dal punto di vista imprenditoriale, metterà in concorrenza i vari sistemi nazionali, che dovranno adattarsi e migliorarsi per attirare le nuove società. L?Italia sta lavorando per farsi trovare pronta all?appuntamento: al ministero delle Attività produttive è stato costituito un gruppo di lavoro (di cui fanno parte, per conto di Federsolidarietà, Ermanno Belli e Tamara De Filippis). A novembre, invece, a Manchester ci sarà la presentazione e l?approvazione da parte dell?assemblea, del nuovo statuto di Cooperatives Europe. Si tratta della nuova piattaforma di rappresentanza che raccoglie quasi tutto il mondo cooperativo del Vecchio continente. Una grande sfida, perché sino ad oggi la rappresentatività a Bruxelles era stata garantita da organismi settoriali, dalla cooperazione bancaria a quella agricola, da quella di consumo a quella sociale e di lavoro. Invece Cooperatives Europe nasce da un grande sforzo unitario che deve rinforzare la visibilità e il peso specifico del mondo cooperativo in particolare a Bruxelles, presso le istituzioni comunitarie. Il cammino verso gli obiettivi di Lisbona non può non avere il modello cooperativo come protagonista, perché l?unico che sa coniugare competizione e coesione sociale. Infine c?è il capitolo Bilancio europeo: sbloccato a dicembre 2005, al summit dei ministri europei grazie all?iniziativa di Angela Merkel, e approvato settimana scorsa, prevede al suo interno strumenti nuovi che potranno avere molte ricadute interessanti per l?economia sociale: il cosiddetto Cip – Competitiveness and Innovation Program promette strumenti finanziari per migliorare l?accesso al credito; la nuova normativa sugli aiuti di Stato introduce una nuova soglia per il ?de minimis?: non vengono ritenuti distorsivi della concorrenza gli aiuti sotto i 150mila euro, mentre sino ad ora il livello ammesso era di 100mila euro. Una misura che quindi agevola l?economia su piccola scala e che dovrebbe entrare in vigore il prossimo gennaio.


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