Salute

Eurobarometro: la salute mentale è un problema socio-economico

Le persone con disturbi mentali sono ancora vittime di tabù e paure: è questo il dato più inquietante che emerge dal rapporto della Commissione Europea sulla salute mentale

di Matteo Manzonetto

Le persone con disturbi mentali sono ancora vittime di tabù e paure: è forse questo il dato più inquietante che emerge dal rapporto Eurobarometro della Commissione Europea sulla salute mentale nel Vecchio continente.

Per il 63% dei cittadini intervistati, chi soffre di disturbi psicologici o emotivi viene visto come «imprevedibile», mentre il 37% delle persone crede che «costituisca un pericolo per gli altri». In molti però hanno fatto appello all?Europa perché definisca una strategia comune per la salute mentale, che aiuti a superare lo stigma e l?esclusione sociale. Infatti solo un quinto delle persone con disturbi mentali trovano un lavoro, comparati al 65% delle persone con handicap fisico.

Venendo invece alle cifre di chi ha o ha avuto problemi mentali nell?ultimo anno, di questi il 13% ha fatto ricorso a forme di sostegno psicologico non farmacologico, mentre chi preso medicine per alleviare il dolore rappresenta il 3%. L?1% invece ha avuto ricoveri ospedalieri. Tra le categorie più esposte ai problemi di natura mentale troviamo donne, anziani, immigrati (di cui 7% ha assunto psicofarmaci), casalinghe e pensionati.

Per il commissario europeo alla Sanità, Markos Kyprianou, «bisogna riconoscere meglio l?importanza della sanità mentale della popolazione, anche perché questa ha degli effetti importanti sulla vita professionale e le relazioni sociali». Si stima che i problemi di salute mentale causino una perdita del 3-4% del prodotto interno lordo europeo. Per quanto riguarda gli italiani, questi sono i più inclini a rivolgersi a uno specialista (56% contro la media Ue del 50), facendo altrimenti ricorso alla famiglia (48%) e in misura limitata agli amici (12%).

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.