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Euro, euforia e paura

Il piano dei Governi salva la moneta, ma la crisi rimane

di Franco Bomprezzi

L’euforia dura un giorno, e stamani le Borse tornano in sofferenza, ma il segnale lanciato ieri dall’Unione Europea resta forte e importante: un piano di salvataggio dell’Euro che in ogni caso ha bloccato tempestivamente la speculazione selvaggia sui titoli di Stato. Ecco le analisi dei giornali in edicola oggi.

“Piano salva-euro, Borse record” titola il CORRIERE DELLA SERA che – come gli altri quotidiani – ha chiuso ieri sera senza poter prevedere il rimbalzo negativo delle borse di oggi. I servizi all’interno vanno dalla pagina 2 alla 6. Fra i commenti grande rilievo è riservato all’intervista dell’economista Alberto Quadrio Curzio che fin dal titolo si domanda “E se tassassimo gli speculatori?”, mentre a pag 3 il veterano della Fed Edwin Truman, che ha gestito le emergenze di Messico e Russia sul debito, intervistato da Federico Fubini giudica così il vertice di Bruxelles: «Non del tutto convincente, ma positivo. Toccherà al mercato decidere se le decisioni e gli impegni presi sono davvero convincenti». Giancarlo Radice spiega invece come verranno spesi i 750 miliardi per il salvataggio: «Nell’ambito di quello che è stato definito «Meccanismo europeo di stabilizzazione», i paesi di Eurolandia (più Svezia e Polonia su base volontaria) erogheranno crediti (al 5% d’interesse, come ha precisato il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn) e garanzie sui prestiti per un totale di 440 miliardi di euro nell’arco del triennio, destinati ai Paesi che dovessero trovarsi in difficoltà tanto da non riuscire a finanziarsi sul mercato. I primi nomi a rischio di contagio greco sono Portogallo, Irlanda, Spagna. Altri 60 miliardi di euro saranno messi a disposizione dalla Commissione Ue, che per questo ha aumentato da 60 a 110 miliardi le disponibilità del programma utilizzato nel 2008 per aiutare Lituania, Ungheria e Romania, e potrà disporre di 141 miliardi di euro del proprio bilancio annuale come collaterale. Infine, dall’Fmi arriveranno 250 miliardi di euro di linee di credito, a un tasso attorno al 3%». A pag 6 infine largo spazio alla ricetta del presidente della Bocconi Mario Monti per il rilancio del mercato unico. Un piano basato su quattro fondamentali: un mercato unico dell’energia; coordinamento fiscale; una carta di libera circolazione europea e mercato unico digitale e agevolazioni al commercio elettronico.

 L’apertura de LA REPUBBLICA è sulla finanza: “Il piano Ue fa volare le Borse”. Molte pagine per raccontare la reazione dei mercati all’iniziativa di salvataggio dell’euro. Da segnalare in particolare l’intervista a Josè Manuel Barroso, presidente Commissione Ue: “Abbiamo salvato l’euro adesso niente esitazioni servono nuove regole”. «L’accordo trovato l’altra notte è basato sulle proposte della Commissione. Per la prima volta l’Unione monetaria si è dotata di un meccanismo di stabilizzazione finanziaria che ha la garanzia degli stati membri». «Non si tratta solo di un meccanismo ma anche di un patto di consolidamento della governance economica. E in questo senso ben vengano gli impegni di quei paesi come Spagna e Portogallo che hanno già annunciato ulteriori sforzi di bilancio». Ribadisce l’impegno a riformare il Patto di stabilità e aggiunge: «La Commissione non ha mai demonizzato il mercato. Non abbiamo mai parlato di un complotto. Non voglio neppure dire che ci fosse un attacco preordinato contro l’euro. Ma contro il debito di alcuni stati membri, quello sì». «A volte ci vuole una crisi per far avanzare l’Europa. E ringraziamo il cielo che sia andata come è andate perché, di fronte a una crisi come questa, invece di andare avanti i capi di governo avrebbero anche potuto decidere di fare marcia indietro». Nel dossier, raccolte molte voci di economisti e osservatori: si comincia da Sarcinelli, presidente Dexia-Crediop (bene l’acquisto dei titoli del debito pubblico da parte della Bce) per proseguire con Fitoussi (amareggiato per il ritardo: si poteva fare prima e meglio non fosse stato per la retrosia della Germania) per concludere con il rettore della Bocconi, Tabellini (l’Italia e la Spagna condannate a una crescita modesta, ma comunque è stata una vittoria della volontà politica) e Guiso, docente di economia a Firenze (fiducioso nella Spagna e nelle sue possibilità, meno nella Grecia). Commento di Massimo Giannini: “Le conseguenze dello scudo”. Al di là dell’euforia, i problemi restano, sottolinea. «resta la “zoppìa” di un’Europa che continua a poggiare su pilastri istituzionali squilibrati. Resta l’anomalia di una moneta senza Stato, di un euro orfano di un governo». Dalla crisi si può trarre però qualche insegnamento: il vero scudo nasce con la decisione della Bce che ha scelto di violare un tabù (l’acquisto dei titoli pubblici); la Germania è la vera incognita dell’Ue (bisognerà vedere come l’opinione pubblica tedesca prenderà le scelte della Merkel che ha detto tanti no ma ha alla fine accettato di salvare l’euro perché ha capito dati export alla mano che serviva…).

“Pericolo scampato, ora i tagli” è il titolo della copertina del GIORNALE che è cauto e avverte «Respinto l’attacco all’euro ma può ripetersi, quindi è il momento di agire. Il bilancio va adeguato al mercato elevando l’età pensionabile, rivedendo la sanità, sopprimendo davvero gli enti inutili. Altrimenti rischiamo la fine della Grecia». È la sintesi dell’editoriale di Vittorio Feltri che conclude «Serve coraggio e se non lo tira fuori Berlusconi, campa cavallo». IL GIORNALE sottolinea  che “ il ritorno alla politica forte ha sconfitto gli speculatori”  e avverte che «l’Italia rischia» perché il “patto  fra Nord e Sud che non regge più”, come titola il pezzo di Gilberto Oneto che si aggiunge al coro di quanti  in questi giorni mostrano  le due Italie che fanno sempre più fatica a stare insieme. « Finchè il frigorifero era pieno, ma ora che le provviste scarseggiano la magagna salta fuori da tutte le parti. Stupisce che Enrico Letta che con toni inusuali fuori dal prato di Pontida accusa Campania, Sicilia e il Meridione meno virtuoso di impedire al resto d’Italia  di veleggiare sulle creste delle statistiche  europee del benessere». E conclude: « Lo Stato va ricostruito su basi del tutto diverse, partendo dal fallimento del centralismo».

Sopra al simbolo dell’euro a tutta pagina il titolone “Il banco vince”. Così apre in prima IL MANIFESTO. L’abstract sotto la foto recita «In festa banche e borse mondiali, da Milano a Wall Street. Bce, Fmi e Commissione Ue garantiscono i titoli “a rischio” con 720 miliardi di euro. Ma gli stati dovranno “pulire” i bilanci pubblici, tagliando le spese sociali. E in Germania arriva un messaggio non liberista: batosta per la Merkel nel Nordreno-Vestfalia. Ma la sinistra resta divisa». L’editoriale è di Galapagos, “La borsa o la vita”. «Il piano anti-crisi da 750 miliardi deciso dai leader europei dopo una maratona notturna, per molti commentatori ha salvato l’Europa. Ma è proprio così? Le borse ieri hanno emesso un verdetto significativo: a brindare (con aumenti delle quotazioni del 15-20% ma con punte superiori al 30%) sono state esclusivamente le banche. I titoli delle imprese dell’economia reale, invece, sono rimasti praticamente immobili perchè le prospettive non sono affatto buone. A pagina 2 la cronaca e i provvedimenti nel dettaglio nell’articolo di Alberto D’Argenzio “Ok al piano anti-contagio”. In basso un’analisi delle reazioni di Francesco Piccioni “I mercati di nuovo in festa per la gente lacrime e sangue”. «Un giorno di festa grande sui mercati: comprate quel che volete, garantiscono gli stati. Perchè potete anche disprezzare il “pubblico”- lento, macchinoso, burocratico, – ma, quando c’è da fargli aprire il portafoglio, viene sempre benedetto. Solo che in questo caso, visto che i conti pubblici vanno male dappertutto, gli stati europei hanno concordato uno scambio: “garanzie” a volontà per titoli e obbligazioni, un bel giro di vite sulla spesa corrente, a partire da quella sociale».   

IL SOLE 24 ORE apre a sette colonne sull’euro: “Bce compra i bond, borse record”, è il titolo, che preannuncia ben 11 pagine all’interno sul tema. L’editoriale in prima è affidato a Guido Gentili: “Europa, un giorno da leone”: «È stato alzato un muro di difesa finanziaria dagli attacchi della speculazione che dalla Grecia al Portogallo e alla Spagna avrebbero potuto polverizzare il sistema dell’euro, non è nata una nuova Europa che abbia messo al bando le vecchie le bandiere e, soprattutto, i vizi nazionali. Sotto questo profilo la partita politica comincia ora, a partire dalla riscrittura delle regole del Patto di stabilità e di crescita, che per lunghi anni è stato considerato un totem intangibile (…) Il grande lavoro per riconfigurare l’idea stessa dell’Europa è appena partito. E un grandissimo lavoro tocca all’Italia. Ma anche in questo caso la legittima soddisfazione per come si è mosso il governo nelle ore cruciali dell’euro-bufera non deve schermare i problemi. Il paese ha retto bene nella Grande Crisi ed è riuscito a tenere sotto controllo i conti pubblici meglio di altri. Però ha un problema di crescita molto bassa da più di quindici anni e continua a soffrire di un grave dualismo interno». L’altro commento all’interno è di Walter Riolfi “La giusta ricetta contro chi specula”: «Tamponata l’emergenza, non pare tuttavia di cogliere tra gli operatori una grande fiducia per il futuro. La Bce sostiene che i suoi interventi di mercato sono sterilizzati, ossia che non dovrebbero contemplare l’emissione di nuova valuta. La cosa è possibile, per esempio con gli swap su dollari serviti dalla Fed. Ma se il sostegno della banca centrale dovesse protrarsi per un lungo periodo, c’è la convinzione che la sterilizzazione non potrà essere perfetta. E questo è il maggior motivo di preoccupazione»

“Colpo di reni delle Borse Ue” titola in taglio basso di prima pagina ITALIA OGGI. L’euforia secondo alcuni osservatori avrà vita breve, scrive ITALIA OGGI, «perché i mercati si assesteranno». All’intero, a pagina 40, si riprende il concetto: “L’euforia dopo la grande paura”. In un riquadro dal titolo “Contromosse della Consob sul rating selvaggio” si fa il punto sulle agenzie di rating: «Resta alta l’attenzione e il monitoraggio della Consob» si legge. «Il pressing durerà fino a giugno, quando entrerà in regime il regolamento comunitario che, per la prima volta, introduce una vigilanza pubblica sulle agenzie di rating, affidandola ad autorità nazionali come Consob e all’Autorità europea in via di costituzione».

“Europa, euforia e sacrifici”, titola AVVENIRE, che non essendo uscito ieri sintetizza sia il piano di salvataggio da 750 miliardi di euro sia i rialzi record in Borsa che ieri l’hanno seguito: il piano «ha fatto risorgere nel giro di poche ore ogni possibile indice: da quello delle Borse mondiali a quello della fiducia sui mercati». L’editoriale è di Giorgio Ferrari, che fin dal titolo sintetizza la strada da percorrere con un «riforme, rigore e crescita». La «più grande manovra finanziaria della storia europea» si riverbera su ogni comparto del Vecchio continente, da quello finanziario a quello politico, dalla Grecia alla Gran Bretagna. L’Italia ne è uscita «con rinnovato prestigio e di ciò l’opposizione dovrà tener conto, quando si tratterà di varare la manovra di sostegno per cui ci siamo impegnati», tanto da conquistarsi il «fragoroso plauso di Washington». Ma il nostro compito ora è «uno soltanto: il rigore dei conti pubblici, la dritta via delle riforme, la lotta agli sprechi, la crescita sostenibile». Tra le interviste, Giorgio Mascherone (Deusche Bank) saluta con soddisfazione il fatto che «finalmente la Bce si comporta come la Federal Reserve: la vera Europa nasce adesso». 

“Il Maxiplano Ue fa volare le Borse. Milano va a +11” titola LA STAMPA nell’apertura in prima pagina. «Lo scudo da 750 miliardi a protezione dell’euro mette fuori gioco gli speculatori» scrive Francesco Spini a pagina 2. «Ieri sul mercato la parola d’ordine era una soltanto: “ricoprire”, ovvero ricomprare quanto nei giorni scorsi era stato venduto allo scoperto. Con i ribassisti in ritirata, le principali borse europee chiudono con un rialzo record, con percentuali a due cifre». “Per gli speculatori il giorno della stizza: Ci siamo bruciati” titola LA STAMPA a pagina 3. Tra le analisi da segnalare l’intervista a pagina 5 all’esperto di econometria Ken Mayland: lo scudo ha funzionato, dice in sintesi, ora i Paesi dell’eurozona devono agire «con riforme strutturali e politiche fiscali forti». «Questa è la seconda tranche della crisi, la malattia si è spostata dal settore privato a quello pubblico». «Questa volta i Paesi dell’Eurozona dovrebbero avere imparato la lezione» dice. «Ovvero la necessità di lavorare assieme, armonizzare le politiche fiscali e soprattutto avere un approccio più serio ai parametri imposti dalle autorità. Solo in questo modo non si offre ai mercati finanziari la possibilità di diventare oggetto di speculazioni come quelle nei confronti della Grecia e non solo».

E inoltre sui giornali di oggi:

MESSICO-USA
CORRIERE DELLA SERA – Bel reportage di Guido Olimpio che alla frontiera fra Messico e Stati Uniti ha accompagnato i volontari  sul Camino del Diablo seguendo le tracce degli immigrati per lasciare bottiglie d’acqua. Questo l’incipit del pezzo: «Il ragazzo senza nome si è tolto la maglietta e l’ha posata vicino a un arbusto. Poi si è tolto la cintura, bianca e vistosa, dai jeans. Ne ha fatto un cappio, se le è messa al collo e ha provato a impiccarsi a un alberello. Ma il ramo era troppo esile e si è spezzato. Ci ha riprovato. E alla fine ha trovato pace. Il ragazzo senza nome, forse un immigrato clandestino messicano, si è tolto la vita per sfuggire all’inferno. Come centinaia di altri ha attraversato clandestinamente la frontiera tra Messico e Arizona seguendo quello che chiamano il tracciato dell’Amnistia. Un viaggio verso l’ignoto, segnato da trappole. Dove muoiono come mosche: oltre 5 mila dal 1999, quasi 90 negli ultimi mesi.»

MAFIA
LA STAMPA – “Le mani sull’ortofrutta. Mafia e camorra alleate”. Sono 69 le persone arrestate ieri a Napoli nella maxi retata che ha sgominato un cartello criminale in grado di determinare i prezzi del mercato ortofrutticolo di tutto il centro Sud. Un patto che ha permesso ai Casalesi, alla camorra napoletana, alla ‘ndrangheta e alla mafia di imporre tangenti dal produttore al consumatore. I prezzi di frutta e verdura, alla fine, erano gonfiati anche di venti volte.

CRISI
LA REPUBBLICA – L’Ordine dei Commercialisti sta studiando una disciplina dei concordati per aiutare i privati che abbiano superato una certa soglia di indebitamento (per evitare che finiscano in mano all’usura crescente).

ASSOCIAZIONI CHE NASCONO
AVVENIRE– È stata presentata ieri Rete Impresa Italia, che riunisce le 5 associazioni di artigiani e commercianti (Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti, Cna, Casartigiani). Portavoce scelto è da Carlo Sangalli, ha 2,6 milioni di iscritti e una sua Fondazione: punta a diventare il terzo polo della rappresentanza sociale, al pari di Confindustria e sindacati. La Fondazione, che vuole diventare il nuovo polo culturale e formativo della piccola impresa italiana, è presieduta da Giuseppe De Rita. Nel board anche Aldo Bonomi, Stefano Zan e Paolo Feltrin. 

IL GIORNALE – Due pagine dedicate alla nuova organizzazione interconfederale nata per l’iniziativa di Confcommercio, Confartiganato, Cna, Confesercenti, Casartigiani, in una parola il popolo delle Partita Iva. L’organizzazione siederà accanto a Confindustria e ai sindacati ai tavoli di trattativa. Una svolta nella compagine delle rappresentanze delle parti sociali che era invariata dai tempi del dopo guerra su cui riflette Aldo Bonomi che chiosa: «Il capitalismo del territorio finalmente ha la sua voce. Questo momento di crisi è quello ideale per fare coalizione per ottenere prestazioni e per evitare isolamento che ha portato molti piccoli imprenditori per i quali l’impresa era la loro vita, al suicidio».

ASSOCIAZIONI CHE MUOIONO
AVVENIRE – Reportage da Bergamo, dove nel week end si è tenuto l’annuale raduno degli alpini, che ha raccolto 500mila persone. L’associazione è molto attiva, solo nel 2009 i suoi 14mila volontari hanno prestato 2milioni 400mila ore di lavoro gratuito, ma da quando è finita la leva obbligatoria, l’emorragia di soci è costante. 


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