Economia

Euro: alle famiglie europee costa il doppio che alle aziende

Differenze notevoli di trattamento tra privati e imprese quando si tratta di ottenere mutui o prestiti. Lo rivela la Bce

di Gabriella Meroni

Le famiglie europee pagano il denaro, in media, piu’ del doppio delle aziende. Il dato emerge da uno studio pubblicato oggi dalla Bce sui tassi di interessi di Eurolandia che, per la prima volta, mette a disposizione cifre omogenee e armonizzate raccolte presso circa 1.800 istituti di credito. Nel dettaglio, la banca centrale osserva che per le aziende i prestiti a tasso variabile superiori a 1 milione di euro, con durata fino a 1 anno, hanno un tasso medio di ingresso del 3,11%. Se a chiedere un finanziamento per acquisti generici (cioe’ non un mutuo), invece, e’ una famiglia, il tasso di ingresso e’ piu’ che doppio, cioe’ del 7,37%. Nel caso di finanziamento per gli immobili, tuttavia, il tasso di ingresso si abbassa e, per un mutuo di durata tra 1 e 5 anni, e’ pari al 4,10%. Differenze notevoli, nel trattamento di aziende e privati, emergono anche analizzando l’andamento dei tassi di interesse tra gennaio e settembre 2003. Il costo dei prestiti alle aziende e’ diminuito, in tale periodo, dello 0,60% per lo scoperto di conto corrente e dello 0,75% per i finanziamenti superiori a 1 milione di euro, mentre il costo dello scoperto di conto corrente per le famiglie e’ sceso dello 0,13%. I tassi di interessi dei finanziamenti ai privati per acquisti generici di durata fino a un anno, per contro, sono aumentati dello 0,15%. Il costo del denaro nel lungo termine, tuttavia, e’ diminuito piu’ vistosamente per le famiglie che per le aziende. Tra gennaio e settembre, infatti, i tassi di interesse sui muti con una durata tra cinque e dieci anni sono calati, in media, dello 0,60%, a fronte di una diminuzione dello 0,35% dei costi di un prestito superiore a 1 milione di euro per un’azienda.


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