Famiglia
Etiopia: lo spettro della fame
Allarme del Programma alimentare mondiale (Pam): a rischio 3,3 milioni di persone
L’Etiopia rischia di subire la stessa sorte del Niger se nulla verrà fatto per contrastare la carestia che rischia di abbatersi nel Paese entro la fine di quest’anno. A lanciare l’allarme è l’agenzia Onu per la lotta contro la fame, il Programma alimentare mondiale (Pam), che ha interpellato la comunità internazionale a non abbandonare al proprio destino l’Etiopia, dove oltre tre milioni di persone soffrono una fame endemica e necessitano di aiuti alimentari nella seconda meta’ dell’anno.
“Nei centri nutrizionali creati e gestiti dal governo nel sud dell’Etiopia si vede il lato peggiore della fame che rimane una realta’ tristemente familiare”, ha detto Mohamed Diab, direttore del Pam in Etiopia. “Anche se l’attuale situazione non e’ cosi’ grave come nel 2003, quando gli scarsi raccolti ridussero alla fame molte persone, il Pam e i suoi partner stanno monitorando attentamente, nel paese, una quarantina di zone a rischio di fame, per evitare che la situazione peggiori”.
Un nuovo rapporto basato su una missione di verifica condotta dal governo in tutto il paese a meta’ dell’anno ha confermato che sino a 3,3 milioni di persone avranno bisogno di aiuto alimentare d’emergenza nella seconda meta’ del 2005. A questi, vanno aggiunti altri 2,5 milioni di etiopi. Dalle ricerche compiute risulta che l’insicurezza alimentare persiste in molte aree del Paese. Piogge occasionali e un’estesa siccita’ nella prima meta’ dell’anno hanno interessato vaste zone degli altipiani e delle terre a pascolo. Secondo le conclusioni raggiunte dallo studio, è stato rivelato che per gran parte della popolazione rurale i risultati del raccolto e della pastorizia sono stati molto scarsi.
“In appena due decenni, l’Etiopia ha avuto cinque grandi siccita’ che hanno causato morte, sofferenza e condizioni di vita difficili”, ha sottolineato il responsabile del Pam in Etiopia. “Molte famiglie non hanno avuto neppure il tempo di risollevarsi da una calamita’ prima di subirne un’altra che ha distrutto raccolti, bestiame e i pochi beni racimolati”. Il numero di persone che riceve aiuti alimentari in Etiopia varia di mese in mese, seguendo l’andamento agricolo stagionale.
Si stima che il numero di beneficiari in agosto salga sino a 3,3 milioni per poi decrescere al di sotto di un milione a dicembre dopo il raccolto principale. Il numero di beneficiari ha raggiunto il picco di 3,8 milioni di persone a giugno, al culmine del periodo di maggiore carestia quando molte famiglie hanno gia’ consumato le loro riserve alimentari. La missione di verifica ha inoltre stimato che saranno necessarie 225mila tonnellate di cereali, legumi, olio e cibo arricchito per sostenere la popolazione vulnerabile sino alla fine di dicembre; di queste, 165.000 tonnellate non erano incluse nell’appello umanitario fatto a dicembre 2004 e maggio 2005. Questo quantitativo ulteriore porta gli aiuti alimentari d’emergenza per l’Etiopia, nel 2005, a oltre 600.000 tonnellate.
Forte delle esperienze passate, i donatori non hanno perso tempo e si sono subito attivati ai primi segnali di allarme piuttosto che aspettare i risultati finali della missione di verifica. Questi contributi dovrebbero permettere di coprire i bisogni degli aiuti alimentari d’emergenza del paese fino alla fine del 2005. Tuttavia il Pam ha sollecitato i donatori a intensificare il loro sostegno per via del fatto che la risposta umanitaria, per essere efficace, deve taggiungere il giusto equilibrio tra interventi alimentari e non alimentari.
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