Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, votando all’unanimità la risoluzione 1827, ha deciso ieri di sciogliere, a partire dal 31 luglio 2008, la missione delle Nazioni Unite che aveva il compito di controllare il “cessate-il-fuoco” lungo la linea di confine tra Etiopia ed Eritrea. Ancora una volta, triste doverlo ammettere, la Comunità internazionale è pressoché impotente di fronte all’arroganza di certi “signori della guerra”. Basti pensare che nelle scorse settimane la missione Onu era stata costretta a lasciare l’Eritrea perché il governo di Asmara si rifiutava di collaborare con i Caschi Blu, ai quali mancavano risorse basilari come la benzina per i mezzi di trasporto. Personalmente, lo scrivo davvero senza peli sulla lingua, trovo davvero patetica la raccomandazione dei Quindici i quali, nel documento di cui sopra, chiedono ai due Paesi africani di “rispettare pienamente gli accordi di Algeri del 2000” (che posero fine agli scontri) e di “evitare qualunque tipo di minaccia o uso della forza”. E poi ancora chiedono ai due governi di “normalizzare le loro relazioni, promuovere la stabilità regionale, gettare le fondamenta per una pace comprensiva e duratura” e soprattutto di “accettare i buoni uffici del segretario generale” dell’Onu Ban Ki-moon. Insomma, parafrasando san Filippo Neri, è come se il Consiglio di Sicurezza avesse perso la pazienza limitandosi a dire: “Eh state boni se potete!”.
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