Mondo

Etiopia: Amnesty, brutale repressione di manifestanti

La polizia anti-sommossa etiopica ha ucciso oltre 30 manifestanti e sta conducendo una campagna di arresti sistematici di dirigenti e militanti del principale partito di opposizione

di Chiara Brusini

Dall?inizio del mese la polizia anti-sommossa etiopica ha ucciso oltre 30 manifestanti nella capitale Addis Abeba e ha avviato una campagna di arresti sistematici di dirigenti e militanti del principale partito di opposizione, la Coalizione per l?unita? e la democrazia (Cud), nonche? di giornalisti della stampa privata. La polizia anti-sommossa ha usato munizioni letali contro i manifestanti nella zona del Mercato e in altri quartieri della capitale. Con i primi spari, le proteste inizialmente pacifiche sono degenerate in lanci di pietre e incendi di veicoli. I feriti sarebbero oltre 150. La polizia sostiene che due agenti sono stati uccisi dai manifestanti. Tutti i dirigenti della Cud si trovano attualmente agli arresti nell’Ufficio centrale per le indagini della polizia di Addis Abeba. Tra di loro figurano Hailu Shawel (il presidente della Cud, che e? stato anche brutalmente malmenato), Berhanu Negga (il nuovo sindaco della capitale) e Yakob Hailemariam (ex funzionario dell’Onu e ora in servizio presso la Corte penale internazionale). Il governo ha annunciato l?intenzione di incriminare i dirigenti dell¹Associazione degli insegnanti e dell¹Associazione della libera stampa per ?cospirazione violenta?. Gli arresti sono scattati a seguito di una serie di azioni non violente organizzate dalla Cud, che sta boicottando i lavori del nuovo Parlamento sostenendo che questo e’ il risultato di elezioni fraudolente, vinte dal partito del primo ministro Meles Zenawi, il Fronte democratico rivoluzionario etiopico. Sono stati arrestati persino una trentina di autisti di taxi che suonavano il clacson in segno di protesta. Amnesty International e? particolarmente preoccupata per l?arresto di un noto difensore dei diritti umani, Mesfin Woldemariam, 75 anni, fondatore e presidente per 14 anni del Consiglio etiopico per i diritti umani (Ehrco). Woldemariam si e? recentemente dimesso dall’Ehcro per aderire alla Cud. La sua salute, gia? precaria, rischia di aggravarsi a causa delle dure condizioni detentive: normalmente, i prigionieri dormono su pavimenti di cemento, non possono ricevere cibo o vestiti di ricambio dai familiari e non sono sottoposti a cure mediche. Amnesty International chiede l’immediato e incondizionato rilascio di Mesfin Woldemariam e di tutti i dirigenti e militanti della Cud arrestati in questi giorni. L?organizzazione per i diritti umani li considera prigionieri di coscienza, pretestuosamente accusati dal governo di cospirazione violenta. Amnesty International chiede al governo etiopico di ordinare alle proprie forze dell’ordine di non usare armi letali contro i manifestanti, se non quando vi sia immediato pericolo di morte e sollecita un?inchiesta indipendente sulle uccisioni e i ferimenti dei giorni scorsi. Infine, Amnesty International chiede al Rappresentante speciale dell?Onu per i difensori dei diritti umani e al Relatore speciale sui diritti umani della Commissione africana sui diritti umani e dei popoli di usare tutti i possibili canali per assicurare il rilascio e l?incolumita? di Mesfin Woldemariam.


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