Famiglia

Etiopia, 200 vittime nello scontro etnico

Sarebbero quasi duecento le vittime degli attacchi a sfondo etnico avvenuti alla fine di gennaio nella zona della miniera d’oro di Dima.

di Redazione

Sarebbero quasi duecento ? secondo un comunicato diffuso oggi dal ministero degli affari federali di Addis Abeba – le vittime degli attacchi a sfondo etnico avvenuti alla fine di gennaio nella zona della miniera d?oro di Dima, nel distretto di Gambella, una zona remota dell?Etiopia occidentale al confine con il Sudan. ?Il 30 gennaio ? si legge nel documento ? 196 persone sono state uccise; di queste 172 erano minatori tradizionali provenienti dallo Stato ?Southern Nations, nationalities and pepole? (in Etiopia del Sud, ndr)?. Ieri il primo bilancio parlava di alcune decine di vittime, tra le 50 e le 70 secondo testimonianze riferite da operatori umanitari delle Nazioni Unite. Al momento non è chiara la provenienza etnica delle vittime; resta difficile anche stabilire l?esatta dinamica di un fatto che ? per ora ? non è possibile verificare con fonti indipendenti, vista la distanza dalla capitale Addis Abeba e le difficoltà di collegamento telefonico con l?area di Gambella. In base alle prime ricostruzioni, sembra che il giorno successivo all?attacco alla miniera, le famiglie delle vittime si sarebbero vendicate contro gli Anuak, un gruppo che, stando a un censimento di dieci anni fa, rappresenta circa il 25 – 27 per cento del composito puzzle etnico della zona di Gambella. Questa località a dicembre dell?anno scorso è stata teatro di scontri che hanno coinvolto le comunità etniche degli Anuak e dei Nuer, protagoniste in precedenza di violenze per il controllo della terra che due mesi fa hanno provocato alcune centinaia di morti. Secondo un?organizzazione locale per i diritti umani, l?Ethiopian Human Rights Council (Ehrc), le vittime in quell?occasione furono oltre 300. In seguito a questi episodi l?Alto Commissariato per i rifugiati dell?Onu (Acnur) e il Programma alimentare mondiale (Pam) avevano ritirato il proprio personale. L?Acnur, per il momento, ha precisato che il campo profughi di Dima non è stato coinvolto negli incidenti dei giorni scorsi. Nessun commento invece, per ora, è giunto dalle autorità di Addis Abeba.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA