Sostenibilità

Eticard: un anno con il segno più per l’ambiente

30mila cartucce esauste recuperate per oltre 50 tonnellate di rifiuti sottratte alla discarica. Ma lo Stato italiano non vuole le cartucce per stampanti rigenerate

di Redazione

30mila cartucce esauste recuperate per oltre 50 tonnellate di rifiuti sottratte alla discarica. E? il bilancio del progetto Ri.Ca.Ri.Ca. e del primo anno di Eticart che ha permesso la creazione di 15 nuovi posti di lavoro per soggetti svantaggiati. In Italia, nel 2002, sono state vendute oltre 40 milioni di cartucce per stampanti. Questo prodotto è considerato, dal decreto Ronchi del ’97, un rifiuto speciale non pericoloso che non può essere smaltito attraverso il servizio pubblico di raccolta dei rifiuti urbani. La legge sostiene che la riduzione dello smaltimento di rifiuti come le cartucce per stampanti debba avvenire attraverso il recupero e il riciclo dei pezzi esausti al fine di ottenerne prodotti rigenerati. Inoltre, un?altra prescrizione del decreto Ronchi prevede che il trasporto e il recupero di questo tipo di rifiuti debba essere affidato solo a soggetti che ne abbiano le specifiche autorizzazioni richieste dalla legge. E? la discarica, invece, l?approdo per almeno la metà delle cartucce esauste e solo il cinque per cento di queste è avviato al recupero e a un trattamento compatibile con l?ambiente. Il progetto Ri.Ca.Ri.Ca., (Ritiro Cartucce Rigenera Cambiamento) promosso dal Consorzio Farsi Prossimo della Caritas Ambrosiana, ha avviato, da tre anni, un servizio di raccolta e di selezione delle cartucce esauste nel quale vengono impegnati soggetti provenienti dalle diverse aree del disagio sociale. Sono 5mila gli eco-box installati in oltre 4mila aziende che hanno aderito al progetto. Nel 2002 sono stati recuperati 25mila pezzi laser e Ink Jet mentre nei primi cinque mesi del 2003 si è già arrivati a quota 15mila. Dal gennaio al maggio del 2003, quindi, sono stati sottratti alla discarica circa 25 mila chili di rifiuti pari ai kg raccolti e sottratti alla discarica nei dodici mesi precedenti. Attualmente le cooperative e le associazioni attive nella fase di raccolta sono otto e operano in varie province della Lombardia. Il progetto Ri.Ca.Ri.Ca. ha permesso di creare 15 nuovi posti di lavoro per soggetti provenienti dalle categorie del disagio sociale. Dal giugno dello scorso anno, le cartucce recuperate nell?ambito del progetto Ri.Ca.Ri.Ca. sono consegnate alla Sapi, la più grande azienda italiana produttrice di cartucce laser, che le ricicla e le commercializza con il marchio Eticart. Il ricavato della vendita delle cartucce con questo marchio è destinato a finanziare progetti di utilità sociale ed ecologica. Eticart rappresenta, quindi, un modo nuovo di fare impresa che coniuga tutela dell?ambiente, solidarietà e consumo eco-sostenibile. Il progetto Eticart è in linea con quanto stabilito dal decreto Ronchi in materia di smaltimento e recupero dei rifiuti. Non si può dire altrettanto dello Stato italiano che, a volte, non dimostra un?adeguata sensibilità verso le tematiche ambientali. Le istituzioni pubbliche, che dovrebbero dare l?esempio in materia ecologica utilizzando prodotti riciclati o rigenerati, tendono, invece, ad acquistarne di nuovi. Per esempio, una recente decisione della Consip, la spa del ministero del Tesoro che ha il compito di indire i bandi e le gare d?appalto per tutti gli acquisti delle pubbliche amministrazioni, ha stabilito che le cartucce e serbatoi a getto d?inchiostro per stampanti e le cartucce di toner per stampanti laser non comprendenti drum, devono essere ?nuove di fabbrica, intendendosi con ciò che non dovranno essere riutilizzate parti di cartucce usate?. Anche il ministero dell?ambiente attraverso l?agenzia Arpa aveva inizialmente predisposto, in uno dei suoi bandi d?acquisto, che solo le cartucce per stampanti nuove e originali potevano partecipare alle gare d?appalto. Queste disposizioni contraddicono non solo il decreto Ronchi (che prevede, per i rifiuti speciali non pericolosi, l?incentivazione del recupero e del riutilizzo dei materiali), ma anche le più elementari norme di rispetto e tutela dell?ambiente. Sono proprio le istituzioni pubbliche che dovrebbero dimostrare una maggiore sensibilità verso le questioni ecologiche e dispiace constatare che non sempre ciò avviene.


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