Afferma il professor Marco Vitale nell?intervista che pubblichiamo in terza pagina che «l?etica è una ricerca che passa attraverso un travaglio serio, generale, comune e profondo».
Volendo spiegare in sintesi perché, da questo numero, l?inserto Etica & Finanza raddoppia le pagine, passando da 8 a 16, diventa un dorso autonomo del settimanale Vita e offre l?opportunità ai lettori di abbonarsi anche solo al supplemento, non troveremmo motivazione più efficace: l?etica è una ricerca, non una ricetta.
Mentre una ricetta prevede sempre gli stessi ingredienti, un loro dosaggio sempre uguale, lasciando ben poco spazio a variazioni sul tema, la ricerca è un fatto dinamico, mutevole, in continuo divenire, aperto al cambiamento.
Ce ne siamo accorti molto da vicino negli ultimi due anni e mezzo, da quando nell?estate del 2001 lanciammo E&F: già allora la finanza etica aveva dismesso gli abiti di sorella ?povera? (e antagonista) del sistema finanziario, per indossare se non quelli di protagonista, perlomeno quelli di soggetto integrato in esso.
Oggi non solo la domanda di etica in finanza è aumentata, ma è opinione sempre più diffusa che la finanza o è etica, oppure non è.
Non ci sono vie di mezzo: la trasparenza, il rispetto delle regole, la funzione di sostegno e non di sostituzione all?economia reale sono condizione essenziale per la stessa sopravvivenza del sistema finanziario.
Dovremmo, quindi, ritenerci soddisfatti dei risultati raggiunti, incensarci per aver avuto la vista lunga e dormire sugli allori? Assolutamente no. Ci mancherebbe.
C?è, piuttosto, la consapevolezza di aver assunto un ruolo sempre più importante per tutti coloro che in questo magazine ripongono fiducia per comprendere meglio quale cittadinanza ha il denaro nella vita civile, sociale ed economica.
Una bella responsabilità che ci onora. Ma anche una sfida affascinante che ci stimola a fare sempre meglio, a portare avanti con sempre maggior impegno, liberi da qualsiasi condizionamento, la ricerca di cui parla, appunto, Marco Vitale.
Ma a questo punto del cammino, per proseguire ci volevano almeno 16 pagine. Le nostre.
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