Formazione

Esteri. Berlusconi lascia l’interim, arriva Frattini

Oggi l'annuncio e il giuramento: il ministro della Funzione pubblica nuovo titolare del ministero della Farnesina. Nessun rimpasto in vista nel governo

di Ettore Colombo

La designazione ufficiale di Franco Frattini al ministero degli Esteri e di Luigi Mazzella alla Funzione pubblica è avvenuta oggi pomeriggio, durante il consiglio dei ministri. “Ti consegno il frutto del mio lavoro, sicuro che farai bene”, ha detto il premier a Frattini, sollecitando un applauso – che è stato scrociante, dicono testimoni – “per il ministro uscente” e per “quello entrante”. E alle 17,45 i nuovi inquilini di Farnesina e Palazzo Vidoni hanno giurato nelle mani del Presidente della Repubblica. L’interim del premier è quindi finito, dopo mesi di annunci e sostituzioni annunciate, dopo rimpasti ventilati e rapidamente smentiti. Mazzella non troverà però ad attenderlo la delega sui servizi segreti che, sempre il Consiglio dei ministri, ha deciso resterà nelle mani di Berlusconi. Quando, durante la conferenza degli ambasciatori, il presidente del Consiglio aveva detto di non poter ancora nominare il ministro che lo avrebbe “liberato” dall’interim agli Esteri, motivò la cosa col fatto di essere a capo di un governo di coalizione, e che proprio i rapporti interni all’alleanza gli impedivano di sciogliere il nodo. Oggi quei problemi sono stati superati, e i nomi di Franco Frattini alla Farnesina e di Luigi Mazzella alla Funzione pubblica “sono stati scelti – annuncia il premier – con il pieno accordo della Casa delle libertà”. Intervistato da Ideazione, il bimestrale di cultura politica che uscirà lunedì, Berlusconi ha voluto anche tracciare i punti salienti che lui, da ministro degli Esteri a interim, ha perseguito negli ultimi mesi: “L’Italia ha vissuto negli anni della Prima Repubblica una sorta di diarchia tra politica interna e politica estera. La prima restava sotto l’egida del capo del governo, la seconda veniva appaltata al partito alleato, o alla corrente interna più forte. Oggi le esigenze sono diverse anche perché sono cambiate le competenze e molte questioni che prima erano considerate di politica estera investono direttamente la linea e la responsabilità del governo”. Il rimpasto insomma può attendere. E gli stessi centristi che ne avevano fatto una questione di principio sembrano essersi tranquillizzati. Mario Tassone, a cui sembrava fosse necessario trovare un nuovo dicastero per lo scontro ormai rovente col titolare delle Infrastrutture Lunardi, ha visto riconfermati oggi incarico e delega dal Consiglio dei ministri. Politicamente, ora, ha le spalle assai più coperte. E lo stesso Buttiglione dice che, in fondo, cambiare due ministri è quanto di più simile ci sia “a un piccolo rimpasto”. “Si chiude un interim che credo sia stato positivo per il Paese e a questo posto va una persona che ha grandi capacità”, dice il leader del Cdu. “L’avvocato Mazzella è un tecnico di grande valore, che è considerato con grande stima da parte del nostro partito così come dagli altri partiti”, ha aggiunto calcando la mano su quel “tecnico” che è l’escamotage trovato per evitare che il cambio della guardia alla Farnesina si caricasse di eccessivi toni politici.


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