Formazione

Estate ragazzi: il momento di partire è adesso

Servono risposte veloci, perché l’estate è domani. Lo dice anche il monitoraggio del Bando EduCare, che ha visto l'88% dei progetti ammessi fare riferimento al Terzo settore. Non è questione di chi si intesterà fette più o meno larghe di risorse ma della progettazione educativa dell'estate dei nostri ragazzi. Per essere efficaci servono tempi più rapidi, coordinamento tre le varie iniziative, attenzione alle aree più fragili (e quindi meno pronte a rispondere ai bandi). E vaccini per i giovani operatori

di Sara De Carli

Risposte serie, veloci, perché l’estate è domani. Non è questione di chi si intesterà fette più o meno larghe di risorse, né di una presunta (ma sarà davvero così?) concorrenza fra Ministero dell’Istruzione e Dipartimento per le Politiche della Famiglia. Si tratta di un progetto educativo per l’estate di bambini e ragazzi che al momento non si vede perché tutti sono fermi, sospesi, in attesa. Ancora una volta in stand by. Educativo, non solo centrato sugli apprendimenti da recuperare né solo sull'animazione.

Un anno fa, di questi tempi eravamo ancora nel primo, duro lockdown. Di bambini si iniziò a parlare solo a metà aprile e l’ok ai centri estivi arrivò a metà maggio. La macchina si mise in moto soltanto allora e l’entusiasmo e la competenza di tantissimi soggetti di Terzo settore ha fatto sì che l’estate scorsa per tanti bambini e ragazzi sia stata al di sopra delle aspettative, con ampi sprazzi di normalità che hanno fatto da "magazzino di riserva" per affrontare un anno scolastico oggettivamente complicato ed emotivamente più faticoso di quello precedente. Oggi c’è senza dubbio una consapevolezza differente rispetto alle tante e grandi esigenze di “ristori educativi” che i bambini, gli adolescenti, i ragazzi e i giovani hanno. Molta progettazione è stata fatta in questi mesi e tante reti territoriali attendono soltanto il “la” per attivarsi, dando il loro contributo all’estate dei ragazzi: pensiamo ad esempio al bando "Educare in Comune" da 15 milioni di euro, pubblicato il 1° dicembre 2020 con scadenza il 1° marzo 2021 e a "Educare Insieme", da 10 milioni di euro, pubblicato il 30 dicembre 2020 e scadenza 30 aprile 2021. Per questo secondo avviso è stato pubblicato un primo elenco di progetti ammessi, una ventina, finanziati con risorse che ammontano a circa 3,5 milioni di euro sui 10 disponibili. E rispetto al bando EduCare, alcuni progetti già selezionati non sono ancora riusciti a partire, le prossime settimane potrebbero vederli finalmente all'opera.

«Il tempo è una variabile cruciale. La Pubblica Amministrazione ha tempi lunghi, ma in questa situazione il tempo è fondamentale. La cittadinanza attiva ha un punto importante nella contemporaneità, altrimenti stiamo facendo progetti sui massimi sistemi. Dobbiamo essere più veloci per poter essere più aderenti alla realtà e rispondere meglio ai bisogni, perché in sei settimane – in questa situazione – succedono cambiamenti inenarrabili», dice Dafne Guida, presidente e direttore generale della Cooperativa Sociale Stripes. «C’è bisogno di uno sforzo per ridurre il delta temporale tra il momento in cui si progetta e il momento in cui si fanno le cose. Le famiglie hanno bisogno di vedere una conseguenzialità tra il momento in cui si rendono protagonisti nell’esplicitare I bisogni e il momento in cui quei bisogno diventano risposte, servizi, progetti». L’appello che dal “campo” sale al Governo è proprio questo: fare in modo che chi ha progettato conosca in tempi più rapidi l’esito della valutazione, perché progettare ha un costo e soprattutto perché «non puoi progettare insieme a determinati bambini e famiglie e poi fare il progetto con altri». Il tempo è cruciale anche per ragioni squisitamente organizzative, a cominciare dalla programmazione dei vaccini per gli educatori e gli operatori che accompagneranno i nostri figli nei centri e nelle attività estive: visto che bambini e ragazzi non possono essere vaccinati, vaccinare educatori e animatori – per quanto giovani e quindi personalmente a basso rischio – significa tutelare tutte le famiglie.

Un secondo tema di attenzione è il rischio della sperequazione territoriale: dove ci sono scuole e enti locali avvezzi alla progettazione, dove c’è un Terzo settore di qualità, dove le reti di welfare comunitario territoriale e le comunità educanti esistono già, sarà facile avere una risposta significativa che saprà fare buon uso delle risorse che ci sono e delle altre che auspicabilmente si aggiungeranno, ma in altri territori no. «E probabilmente proprio quei territori sono quelli che hanno maggior bisogno e da cui sarebbe opportuno partire. Occorrerebbe infatti favorire la partecipazione al bando proprio da parte delle scuole e territori a maggior rischio di povertà educativa, ad esempio dalle 1000 scuole che in base alla rilevazione del Ministero dell’Istruzione sono più a rischio di dispersione e povertà», evidenzia Arianna Saulini, portavoce del Gruppo CRC. Anche per Francesca Gennai, «la pianificazione educativa dell’estate dei ragazzi non può essere determinata dall’abilità progettale di Comuni, scuole e Terzo settore. Forse è il momento di uscire dalla logica dei bandi rispetto alle attività educative socializzanti, perché è naturale che i bandi siano vinti da chi è più abile nella progettazione».

Un terzo punto è l’auspicio (e la necessità) di un coordinamento fra tutte le iniziative che ci sono e ci saranno, fra le risorse e le progettazioni che verranno attivate a valere sui fondi afferenti a Ministero dell’Istruzione, Dipartimento della Famiglia, Ministero per il Sud e la Coesione sociale. Perché non è così scontato che la scuola sia già inserita in un tessuto di welfare comunitario territoriale, anche laddove esso esiste. Per evitare di ricominciare ogni volta come se tutto fosse da inventare da zero. Per valorizzare quel modello educativo integrato pubblico-privato che sta alla base dei famosi (e promettenti) patti educativi di comunità: «Un laboratorio di coprogrammazione non per dare soluzioni di emergenza ma per creare alleanze stabili, per cui Ministero dell’Istruzione e Forum del Terzo settore hanno siglato un protocollo d’intesa», sottolinea Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo settore. «L’auspicio di Con i Bambini è che l’uso di tutti i fondi possa essere teso a creare comunità educanti e patti di comunità», ribadisce fiducioso Marco Rossi Doria, presidente dell’impresa sociale Con i Bambini. Intanto però la Provincia di Trento ha deciso che le scuole dell’infanzia – che solitamente chiudono il 30 giugno – staranno aperte tutto luglio e pare sia impossibile ad oggi immaginare una doppia gestione fra scuola e privato sociale negli stessi spazi, in momenti diversi della giornata.

Monitoraggio di EduCare: cosa imparare dall’estate 2020

L’estate scorsa, protagonisti assoluti dell’estate dal punto di vista delle risorse erano stati i 185 milioni di euro messi a disposizione dalla Ministra Elena Bonetti per i centri estivi, 150 milioni agli enti locali più il bando EduCare. Su questo bando, in particolare, il Dipartimento per le Politiche della Famiglia ha realizzato un monitoraggio molto interessante, con l’esplicita finalità di individuare anche i punti di forza e di debolezza nella prospettiva di una riproposizione dell’iniziativa. L’avviso pubblico è stato presentato il 10 giugno, i soggetti proponenti potevano essere enti locali, scuole pubbliche e parificate di ogni ordine e grado, servizi per l’infanzia e scuole dell’infanzia statali e paritarie, organizzazioni senza scopo di lucro, imprese sociali, enti ecclesiastici e di culto. Sono stati valutati 615 progetti, di cui 328 finanziati. Tutte le risorse stanziate sono state assorbite. La valutazione dei progetti si è chiusa a metà novembre, cinque mesi dopo la pubblicazione dal bando. Il maggior numero di progetti è stato presentato da regioni del Sud, Sicilia in testa, ma il 32% delle risorse è andato nelle regioni del Nord, seguito da quelle del Sud (25%).

Ben 289 progetti sui 328 ammessi sono stati presentati da soggetti del Terzo settore (l’88%) per un ammontare di spesa di 30,651 milioni di euro. Tra i progetti ammessi a finanziamento, infatti, 25 sono stati presentati dagli enti locali, solo 13 dalle scuole e uno soltanto dai servizi educativi. I destinatari a cui i progetti si sono rivolti sono stati in primis i ragazzi fra i 6 e i 12 anni (55%) seguiti dagli adolescenti (41% dei progetti ammessi): ai piccolissimi della fascia 0-6 anni invece erano dedicati solo il 4% dei progetti finanziati. Il filone di azioni più gettonato è l’inclusione e la lotta alla povertà educativa (35%), seguito dalla cittadinanza attiva (27%). I progetti sono stati presentati per lo più in forma singola, con solo il 32% del totale degli ammessi che aveva optato per Associazioni Temporanee di Scopo.

La Commissione di Valutazione e Monitoraggio ha poi analizzato i progetti migliori dal punto di vista della qualità delle idee, del modello organizzativo e della capacità di concentrazione delle risorse finanziarie: i progetti migliori assorbono complessivamente 2,6 milioni sui 35 dell’Avviso, con ricadute territoriali che sono per il 54% nel Nord, per il 27% al Centro e per il 19% al Sud. Nettissima la concentrazione dei progetti migliori fra gli enti di Terzo settore: sono il 91%.

Le esplicite conclusioni del report dicono che la consapevolezza di quali siano i punti di attenzione c’è. A cominciare dalla questione cruciale del tempo. Si legge nel documento di monitoraggio che «per determinare effetti tempestivi» c’è bisogno di «un complessivo ripensamento delle procedure di valutazione degli Avvisi pubblici, che vadano nella direzione di promuovere processi snelli e in grado di accelerare i tempi di attuazione dei progetti», con l'indicazione di otto suggerimenti tecnici per i prossimi strumenti finanziari.

«Intendo non solo riproporre ma rafforzare l'esperienza dello scorso anno, e questo avrà anche l'effetto di alleggerire il peso che oggi grava sui genitori. Le famiglie devono sapere che per l'estate che sta arrivando possono contare su attività educative per i loro figli», ha ribadito in più interviste la ministra Elena Bonetti, che sul tema estate ha già incontrato Anci, Unione delle province, città metropolitane e Regioni. «Coinvolgeremo il ministero dell'Istruzione, che già sta lavorando sulle scuole, ma anche quello della Cultura con la rete museale, la musica e lo spettacolo, quello delle Politiche giovanili e il dipartimento per lo Sport. Protagonista di tutto questo sarà anche quest’anno il mondo del Terzo settore che in Italia svolge un ruolo fondamentale».

Insomma, tutti sono pronti a fare la propria parte. Partiamo. I ragazzi non vedono l’ora. E anche noi famiglie: non per parcheggiarli, ma perché sappiamo quanto ne hanno bisogno.

Photo by Artem Kniaz on Unsplash

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